Ast, tavolo al Mise: «A breve convocazione»

De Luca (M5s), Verini e Paparelli (Pd): «Conferme dal ministero. Attenzione del Governo è massima. Serve unità»

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«Il ministero dello sviluppo economico si appresta ad aprire un tavolo di confronto sulla questione Ast»: così il presidente del gruppo consiliare del M5s in Regione, Thomas De Luca. Che spiega: «Stamani (mercoledì, ndR) mi sono confrontato con il sottosegretario di Stato al Mise, Alessandra Todde, ricevendo l’ennesima conferma di come l’attenzione del Governo Conte sia massima rispetto agli sviluppi che riguardano il futuro del polo siderurgico di Terni. L’apertura di un tavolo di confronto è il primo passo per conoscere le reali intenzioni di ThyssenKrupp ed avere conferme ufficiali rispetto ad eventuali trattative con soggetti interessati all’acquisizione del polo produttivo ternano, considerando che le priorità rimangono quelle del mantenimento dei livelli occupazionali e le prospettive legate all’articolata questione ambientale. Una situazione – conclude De Luca – che in queste ore sta destando preoccupazione per migliaia di famiglie e su un’intera comunità e per la quale unitariamente Comune di Terni, Regione Umbria e Governo nazionale sono chiamati a fare la propria parte».

TK: «AST, CESSIONE O PARTNERSHIP»

Il Pd: «Interessata la Morani»

Allo stesso modo il segretario regionale – e deputato – del Pd Walter Verini e il consigliere regionale Fabio Paparelli fanno sapere che «a seguito del colloquio avuto con la sottosegretaria alla sviluppo economico Alessia Morani, è emerso che il Governo ha già stabilito un primo contatto con i vertici di Ast. La sottosegretaria Morani ha ribadito l’intenzione del Governo di confermare e difendere la strategicità del sito produttivo di Terni, acquisendo, nelle prossime ore, tutti gli elementi utili alla convocazione di un tavolo nazionale sulla vicenda».

TUTTO SU AST – UMBRIAON

Il punto dei sindacati: «Prospettive non incoraggianti»

Intanto mercoledì mattina si è svolta una riunione congiunta tra segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usl e rsu di stabilimento per un’analisi della situazione. I sindacati hanno ribadito la loro «profonda preoccupazione» per il disimpegno di Tk, aggravato dal quadro economico causato dalla pandemia che «potrebbe rendere più difficile qualunque soluzione. Una prima conferma – scrivono – viene dal fatto che dal prossimo 23 maggio e fino al 3 giugno si fermeranno tutte le produzioni con una prospettiva nebulosa e comunque non rosea per i mesi avvenire». Nel contesto di riorganizzazione delle produzione europee, sempre per segretari e rsu, «è vitale evitare la deindustrializzazione dell’Italia auspicando un’immediata ripresa del tavolo nazionale dove si dovrà registrare anche l’impegno concreto delle istituzioni locali, per essere in grado di trovare tutte le soluzioni possibili, garantendo il futuro del sito e scongiurando un pericoloso indebolimento». Pertanto, sempre secondo segreterie e rsu, occorre «una salvaguardia del sito integrato, delle produzioni, dell’assetto impiantistico e dei livelli occupazionali e salariali anche dell’indotto; l’individuazione di un player o di un partener di livello europeo o mondiale con vocazione industriale e che abbia volontà e capacità a produrre e sviluppare il sito di Terni; nell’immediato, la vigilanza sulla sostenibilità economica e finanziaria con il mantenimento delle quote di mercato; conferma degli investimenti programmati – a partire da quelli ambientali – e nuovi investimenti da destinare alla ricerca e all’innovazione per essere competitivi nei mercati globali. I lavoratori e le lavoratrici di Acciai Speciali Terni – concludono i sindacalisti – da troppo tempo stanno compiendo enormi sacrifici, aggravati dall’emergenza sanitaria in atto, per questo meritano considerazione e rispetto. Per quanto ci riguarda, nonostante le enormi difficolta metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per tutelare i lavoratori e le lavoratici e l’intera comunità».

Fismic: «No allo smantellamento»

E continuano le reazioni anche dalle segreterie nazionali dei metalmeccanici. Per Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic Confsal è «alta la preoccupazione per il sito Ast di Terni». «Le ultimedichiarazioni della ThyssenKrupp – scrive – non fanno che aumentare l’incertezza. I lavoratori nondevono essere abbandonati per questo occorre l’apertura di un tavolo in sede ministerialecon la massima urgenza. Specialmente in un momento così drammatico e difficile l’annuncio deipiani per ridurre ulteriormente il perimetro del gruppo rappresenta uno scenario di crisisenza fine dove le prospettive del sito industriale ternano vengono nuovamente messe indiscussione». Per Di Maulo «il settore siderurgico è strategico per il nostro paese e deve essere salvaguardato». «L’intervento del Governo – continua – deve essere immediato e mirato. La produzione di acciai specialiè importante perché permette al sistema manifatturiero nazionale di essere rifornito conacciai di qualità e prodotti nel nostro paese e per questo dovrebbe essere valorizzataanziché smantellata. La Fismic Confsal è pronta a intraprendere tutte le iniziativenecessarie». Sempre per conto della Fismic interviene anche il coordinatore della rsu Marco Bruni. «La situazione – commenta – è estremamente seria per non dire drammatica, siamo una nave senza vele e motori che imbarca acqua all’interno dell’oceano Atlantico. Non abbiamo sentore che ci sia continuità sul commerciale, non abbiamo visibilità sugli ordini da giugno in poi, brancoliamo nel buio. Il rischio è che se Ast verrà utilizzata come campagna elettorale da parte della politica sarà un bagno di sangue, se invece c’è la volontà di credere in un settore fondamentale in Italia c’è la possibilità di mantenere il sito strategico. Ma temo che si vada a cercare qualche banca o fondo speculativo che acquisti una barca alla deriva per guadagnarci». Tre i fattori che secondo Bruni devono essere considerati dal Governo: strategicità e integrità del sito, forza lavoro e parte economica.

Doppia interrogazione parlamentare della Lega

«Garantire l’integrità della filiera dell’acciaio italiano ed estendere la Golden Power anche al settore siderurgico per tutelare e salvaguardare l’Ast di Terni, le alte professionalità che vi lavorano, le eccellenze produttive del sito nonché gli investimenti ed il progetto di rilancio avviato»: lo chiedono i parlamentari della Lega Virginio Caparvi, RiccardoAugusto Marchetti, Valeria Alessandrini, Luca Briziarelli, Barbara Saltamartini, Stefano Lucidi e Simone Pillon. A loro dire «è questo il punto di partenza per sancire una volta per tutte che il sito di Terni è stato strategico per l’Italia, come finora soltanto dichiarato dal Governo». Senatori e deputati umbri della Lega hanno depositato sia al Senato che alla Camera un’interrogazione parlamentare sottoscritta anche da Matteo Salvini, intervenuto martedì per ribadire l’importanza strategica di Ast per il tessuto industriale italiano. Analogo atto sarà depositato anche in consiglio regionale dal gruppo della Lega «per sostenere la presidente Tesei nel chiedere che il Governo intervenga con forza in difesa di Ast». «Riteniamo – continuano – che in questo momento, a poche ore dall’annuncio di una possibile cessione, la partita legata a scelte commerciali e di riposizionamento sul mercato della multinazionale tedesca, si giochi a livello europeo e nazionale, per questo motivi il Governo italiano deve fare la sua parte in sede comunitaria su temi quali concorrenza asiatica sia cinese che indonesiana, misure antidumping e aiuti di Stato, ma deve anche dare seguito agli accordi sottoscritti al Mise, alla risoluzione del tema energetico e dare sostegno alla produzione in tempo di coronavirus. Stiamo lavorando, anche su questo fronte, in sinergia e sintonia con il sindaco di Terni Leonardo Latini e alla presidente di Regione Donatella Tesei per consentire che Ast continui ad essere un punto di riferimento economico e sociale per Terni e per l’Umbria».

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