Ast, Ue: «Procedure antidumping al via»

Terni, Tajani: «Monitoraggio sul mercato indonesiano. Cambiare anche le regole della concorrenza». Federmanager: «I dazi non bastano»

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di F.L.

«Il 17 maggio, in Gazzetta Ufficiale, la Commissione europea ha comunicato l’avvio della procedura antidumping contro le importazioni di acciaio, una prima iniziativa necessaria per fermare l’offensiva cinese camuffata da indonesiana». L’annuncio lo ha dato martedì mattina a Terni il vicepresidente uscente del parlamento europeo, candidato di Forza Italia alle elezioni europee di domenica, Antonio Tajani: qualcosa a Bruxelles si muove per cercare di fronteggiare la concorrenza asiatica in un settore, quello siderurgico, strategico per la stessa Europa, ma anche per l’Italia e per l’Umbria. Per ora – ‘Avviso di apertura relativo al riesame delle misure di salvaguardia applicabili alle importazioni di determinati prodotti di acciaio’ si intitola l’atto – la Commissione si impegnerà in «un’attività di monitoraggio» per valutare se effettivamente la crescita della produzione indonesiana abbia superato il tetto del 3%. «Un balzo evidente – ha sottolineato Tajani – visto che è passato in realtà ad oltre il 30%, dopo l’acquisto delle imprese indonesiane da parte dei cinesi».

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«Regole antitrust vecchie, occorre cambiarle»

«Confido nella rapidità dei tempi – ha aggiunto Tajani -, solleciterò la Commissione a fare in fretta per attivare tutte le misure necessarie». Ma per il vicepresidente di Forza Italia, in Europa, è anche necessario «cambiare le regole della concorrenza, se vogliamo rendere competitivo il nostro sistema industriale». E in questo caso la riflessione si è spostata sulla mancata fusione tra ThyssenKrupp e Tata. «Le regole di oggi sono obsolete – ha continuato -, andavano bene quando il mondo era completamente diverso da oggi. La globalizzazione ci porta al confronto con realtà completamente diverse da quelle del passato, non possiamo non avere dei campioni europei. Se ne impediamo la nascita, come capitato in occasione della vicenda Outokumpu e come sta capitando adesso con la vicenda Tata, commettiamo un errore grave, non ci rendiamo conto di come è cambiato il mondo. L’impegno a Bruxelles sarà quello di lavorare per cambiare le regole della concorrenza e far nascere veri campioni europei in gradi di competere a livello mondiale».

Il confronto con i manager

Riflessioni queste che Tajani – accompagnato dalla coordinatrice regionale di FI Catia Polidori e dall’onorevole Raffaele Nevi – ha fatto durante l’incontro all’hotel Michelangelo con i vertici di Federmanager, rappresentati dal presidente provinciale Luciano Neri e dal membro della commissione siderurgia nazionale dell’associazione, Augusto Magliocchetti. I due hanno consegnato a Tajani un documento – già recapitato alle istituzioni locali e all’ad di Ast, Massimiliano Burelli – in cui si mettono in fila tutte le preoccupazioni dovute alla concorrenza sferanata di mercato dall’Asia. «E se mettere dazi fosse solo una soluzione, non sufficiente?» si chiede nel documento Federmanager, secondo la quale «al di là dei volumi di produzione in crescita che ampliano la criticità della sovraccapacità produttiva ciò che cambia radicalmente le regole del gioco è l’integrazione tra estrattori della materia prima e produttori del bene finito». «La Cina e l’Indonesia – continua la lettera -, grazie al controllo delle miniere, stanno trasformando la formula di determinazione dei prezzi di acquisto della meteria prima». Senza dimenticare i costi ambientali e sociali delle produzioni asitiche e che, sempre secondo Federmanager, «dovrebbero essere considerati dall’Ue all’interno della logica del dumping».

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