Ast, volumi in ripresa a settembre

Terni – Incontro tra azienda e rsu, saranno prodotte 83 mila tonnellate di acciaio fuso. Sette giorni di stop per l’area a caldo

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di F.L.

L’ad di Ast Massimiliano Burelli nei giorni scorsi aveva parlato di «piccoli segnali» positivi all’orizzonte – in un anno che si preannuncia comunque ‘drammatico’ per i conti -, i dati relativi ai volumi del mese di settembre, comunicati martedì mattina alle rsu, sembrano andare in questa direzione, anche se qualche giorno di fermata a fine mese è comunque previsto. Dopo il lungo stop agostano, si viaggerà infatti sulle 83 mila tonnellate di acciaio fuso di produzione all’acciaieria di viale Brin, dove l’area a caldo si fermerà dal 25 settembre al primo ottobre (con possibile fermata parziale di qualche turno del treno a caldo).

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Da ottobre aumentano i turni del treno a caldo

Nello specifico, secondo i dati comunicati dalla direzione aziendale ai delegati di fabbrica, nel mese in corso è prevista la produzione di 8 mila 500 tonnellate di Black, 18 mila di Nac e 45 mila di Laf. Si lavorerà anche al Tubificio (la parte che ha risentito maggiormente della crisi degli ultimi mesi) e Centro di finitura. A seguito delle fermate le rsu incontreranno i vertici aziendali nei prossimi giorni per l’apertura della cassa ex-Covid, ma sarà oggetto di una specifica riunione anche la volontà, sempre dell’azienda, di aumentare i turni del treno a caldo dal mese di ottobre, come comunicato a margine dell’incontro di martedì.

La Uilm: «No a riorganizzazioni e/o ristrutturazioni»

Intanto sempre martedì si è riunito l’esecutivo Uilm di Ast, insieme alla segreteria provinciale dello stesso sindacato. La sigla dei metalmeccanici chiede che «si svolga uno specifico incontro, utile a chiarire e a definire la corretta organizzazione del lavoro, finalizzata da una parte a garantire il processo di tutti i volumi acquisiti, dall’altra a garantire un adeguato livello di sicurezza e di incolumità, nonché l’esigibilità di tutti gli istituti contrattuali di spettanza dei lavoratori». La Uilm condanna poi «la transumanza di lavoratori da un’area ad un’altra dello stabilimento, senza oggettivi e corretti criteri e tra l’altro in assenza di credibili motivazioni» e ricorda che «a giugno alcuni lavoratori somministrati, parte integrante del ciclo organizzativo e produttivo, non hanno avuto la conferma contrattuale». «Quegli operatori – continua la Uilm -, oggi risulterebbero indispensabili per un’equilibrata e sostenibile organizzazione del lavoro». Le strutture della Uilm, alla vigilia della chiusura dell’anno fiscale ed alla concomitante scadenza dell’accordo di Roma sul piano industriale, affermano quindi la loro «totale indisponibilità ad affrontare riorganizzazioni e/o ristrutturazioni di qualsivoglia entità e natura e invitano la direzione aziendale a mantenere relazioni e interlocuzioni corrette e ad evitare momenti di frizione e di tensione che non necessitano a nessuno e che soprattutto non vanno nella direzione della tutela e della salvaguardia dell’azienda, delle sue maestranze e degli interi assetti generali».

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