Back to Campi, sequestrata l’area

Mancano le autorizzazioni, intervengono i carabinieri forestali coordinati dalla procura di Spoleto. Sbriccoli (pro loco): «Amareggiati»

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Un’area di proprietà della pro loco per la sosta dei camper è stata sequestrata a Campi, una frazione di Norcia. È quella che rientra nel famoso progetto ‘Back to Campi’. Lo scrive l’Ansa.

TUTTO SUL TERREMOTO DEL 2016

Mancavano le autorizzazioni I carabinieri forestali, coordinati dalla procura di Spoleto, contestano la mancanza delle relative autorizzazioni che non sarebbero mai state concesse dal Comune. Il progetto ha l’obiettivo di rivitalizzare la frazione duramente colpita dal terremoto del 2016. L’area ospita una sorta di tenda e due container sanitari. Il presidente della pro loco Roberto Sbriccoli, appresa la notizie, si è detto «amareggiato» dal sequestro: «Questa realtà era stata creata senza alcuno scopo di lucro, con l’aiuto dei camperisti, allo scopo di far ripartire il turismo nella nostra piccola frazione».

E le reazioni, c’era da aspettarselo, non si sono fatte attendere. «Ci risiamo. Ormai è un rito. Un rito funebre. Da una parte una piccola comunità, quella di Campi di Norcia che ha resistito al terremoto, ha rifiutato la deportazione sulla costa, ha iniziato da sola una ricostruzione prima morale, poi fisica, d’intelligenza e fatica. dall’altra il moloch delle carte bollate, dei codicilli, delle interpretazioni normative, delle letture cieche, del diritto storto, che amplifica ripicche e invidie, invece del bene comune e del buon senso. Indovinate chi ha vinto?» si chiede Gianluca Diamanti.

Back to Campi Costruita dai residenti, con l’aiuto di centinaia di italiani, di associazioni che son venute da ovunque per condividere il sogno dell’infaticabile Roberto Sbriccoli. «Dissertare se a norma di legge sia giusto o sbagliato è una follia. Nessuno ci guadagnava da quest’iniziativa. Era solo un modo per dimostrare che si può tornare al futuro, che la comunità è in piedi. Invece no. Va bene il deltaplano dell’archistar voluto dalla Regione, il centro commerciale in miniatura e non l’area camper voluta e realizzata dal paese, il piazzale con l’albero del piantamaggio, con i bracieri per le salsicce, i container per i bagni le docce e la yurta. Non c’è spazio nel nostro diritto per le iniziative delle comunità. Tutto deve essere controllato. Per il bene di chi?».

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