Gentiletti-Bandecchi tra scritta ‘contestata’, richieste di spiegazioni e comunismo/fascismo

Terni – Il consigliere di SC chiede lumi su una maglietta indossata dal patron della Ternana, l’imprenditore replica e attacca: «Basta fare i comunisti, mai stato fascista»

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‘Belli come la vita, neri come la morte’. C’è a chi non è sfuggita la scritta apparsa su una maglietta indossata dal presidente della Ternana Stefano Bandecchi durante una delle ultime uscite via Instagram: è Alessandro Gentiletti, consigliere comunale di Senso Civico. Che ora chiede delucidazioni all’imprenditore livornese. Arriveranno poche ore dopo a modo suo, vale a dire con termini più che coloriti.

BANDECCHI CITTADINO ONORARIO DI TERNI

La maglietta contestata

L’input e l’essere colpiti negativamente

«Chiedo al presidente della Ternana – la richiesta dell’avvocato ternano – di volerci cortesemente spiegare il significato della maglietta che ha esibito nell’ultima diretta instagram e che ha catturato l’attenzione di tanti ternani. Quella scritta ‘Belli come la vita neri come la morte’ non è infatti passata indifferente. Non sfugge al presidente di essere ormai uno dei punti di riferimento di questa città, sia per l’impegno profuso nel sociale che per la cittadinanza onoraria che, quali rappresentanti del popolo ternano, abbiamo inteso di recente riconoscergli, accogliendo la richiesta che veniva dal coordinamento dei club rossoverdi. Il voto del consiglio sulla cittadinanza è caduto, per coincidenza, nello stesso giorno in cui abbiamo conferito la medesima onorificenza alla senatrice a vita Liliana Segre, deportata e sopravvissuta ai campi di sterminio nazifascisti. Ritengo doveroso, quindi, dare voce a tanti ternani, tra cui il sottoscritto, che sono rimasti negativamente colpiti da quella maglietta, a prescindere dalle critiche o tempeste social che ciò dovesse generare nei miei confronti. Il mandato elettorale me lo impone. Se si digita su google il motto messo in mostra dalla maglietta del presidente, fra le prime risposte alla ricerca, emergono canzoni inquietanti, che rievocano i tempi della dittatura fascista e ad essa inneggiano. Tempi particolarmente conosciuti e non dimenticati dai ternani che, come anche ricordato opportunamente dallo stesso presidente il giorno del conferimento della cittadinanza, subirono ben 108 bombardamenti. La città di Terni è stata medaglia d’argento al valor civile nella lotta di Liberazione. Guarda all’antifascismo – conclude Gentiletti – come punto essenziale della tenuta civile e di ogni azione politica. A quei valori si ispirano molte tifoserie locali, sempre presenti al fianco della nostra squadra sul campo di gioco, sostegno sicuro e leale ai nostri colori, che sono i colori di una intera città, pronta a far squadra per difenderli. Per questo mi permetto di chiedere al presidente di chiarire e intervenire».

La replica di Bandecchi: «Ora basta, mai stato fascista»

Poche ore ed arriva – via Instagram chiaramente – la risposta di Bandecchi, tutt’altro che edulcorata come di consueto: «Chiarisco una volta per tutte, smettete di darmi fastidio perché non sono mai stato fascista e non lo sono. Inutile che continuate ad incazzarvi. Io ho fatto il militare per lo Stato, orgogliogo di averlo fatto come paracadutista della Repubblica Italiana. Orgoglioso di aver fatto parte della Folgore. Un orgoglio incredibile, capisco che chi è troppo di sinistra non lo capisca. Un ‘peccato’ originale di cu mi vanto. Ma non sono fascista. Smettete di dire cavolate, quella maglietta fa parte del mio reparto e continuerò ad indossarla. Basta con questa storia. Basta a fare i comunisti, mi stanno tutti sul cavolo». Pepato il giusto.

 

 
 
 
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