C’era una volta una cascata. Adesso non c’è più. Al suo posto uno specchio d’acqua stantia e puzzolente, con rifiuti e animali morti.
LA CASCATA DI BEVAGNA, COM’ERA E COM’È – VIDEO

La cascata del lavatoio Parliamo dell’Accolta, quello che un tempo era il lavatoio di Bevagna, alle porte del borgo umbro famoso per le Gaite. Le acque sono quelle del fiume Clitunno che, prima di confluire nel Teverone, compie una curva a ridosso delle mura delle città: in quel punto, dopo aver attraversato una vasca – utilizzata appunto come lavatoio – l’acqua saltava su un dislivello di qualche metro, sufficiente a formare una affascinante cascata, utile anche a ripulire l’alveo dai rifiuti che si formavano.
La forza dell’acqua Anche grazie alla forza idrica, il corso d’acqua era sempre pulito. Non solo non c’era inquinamento, ma i residui venivano portati verso valle e non ristagnavano. «Una volta, mentre le donne lavavano i panni, qui noi ragazzini ci facevamo il bagno», dice Girolamo Barbini, uno degli attivisti che si battono per il ripristino della portata d’acqua della cascata. Sì, perché ormai l’acqua non scorre più come un tempo.
LE FOTO D’EPOCA: UNA VOLTA CI FACEVANO IL BAGNO – GALLERY

La produzione idroelettrica Tutto questo è finito qualche anno fa, quando la portata d’acqua è stata notevolmente ridotta – per tutto il giorno – dall’attività della piccola centrale idroelettrica che sorge poco distante, all’interno del vecchio mulino. «La centrale – racconta Girolamo – in realtà esisteva anche prima, ma era comunale e funzionava 4 ore al giorno. Da quando è stata ceduta ad una società privata, funziona praticamente tutto il giorno e, convogliando l’acqua nelle turbine, la toglie al lavatoio, che da cascata si è trasformata in uno stagno».
L’estetica e la natura Le questioni sono di due tipologie: paesaggistiche e ambientali. C’è uno dei ponti più belli d’Italia, bello proprio perché sovrastava un tratto di fiume che confluiva in un molino per poi realizzare affascinanti giochi d’acqua, che ora attraversa uno specchio d’acqua che cammina stancamente verso valle, con alghe e rifiuti. C’è poi il discorso ambientale: bisogna salvaguardare il deflusso minimo vitale che garantisce la salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corpo idrico anche dal punto di vista dell’ecosistema acquatico. La forza dell’acqua consentiva al tratto di autodepurarsi. Ora questo non avviene più. Con le conseguenze che le foto mostrano inequivocabilmente. Per ripristinare la vecchia cascata è stata avviata anche una raccolta firme.