Bocci: «La malattia scoperta grazie a un incidente a Magione»

L’attore umbro a teatro con ‘Lo Zingaro’ in cui ripercorre la sua storia incredibile

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L’attore Marco Bocci in questi giorni sta rivivendo e mostrando al pubblico il suo personalissimo dramma, che in pochi conoscevano. Una storia incredibile, che ha a che fare non con la sua arte ma con la sua passione per il mondo dei motori. Una storia che ha un antefatto e che affonda le radici nel 1994.

La morte di Ayrton Senna

«Era il primo maggio 1994. Avevo 15 anni — racconta Marco Bocci, al secolo Marco Bocciolini, al Corriere della Sera — mi trovavo al circuito di Imola per assistere alla performance del mio idolo, Ayrton Senna. A un certo punto non si capisce più nulla e ben presto si percepisce la gravità della situazione, la gara viene interrotta. Arriva l’ambulanza, poi l’elicottero. Mi piomba addosso il silenzio di migliaia di persone. Assistere alla morte in diretta è un orrore». 

L’herpes al cervello

Poi, esattamente 24 anni dopo, lo stesso primo maggio, nell’autodromo di Magione, Bocci ha un incidente in una gara di Bmw. Un incidente che gli salvò la vita perché fece scoprire che l’attore aveva un herpes al cervello che, non fosse stato scoperto, avrebbe potuto avere effetti gravissimi. Una storia incredibile, che Marco Bocci ha raccontato nel monologo teatrale «Lo Zingaro», a teatro in questi giorni al D’Annunzio di Pescara.

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«Accettare la propria normalità»

«Lo Zingaro sono io – rivela ancora Bocci – mio padre era ex pilota e, sin da quando avevo 6 anni, mi portava alle corse, era un accanito fan di Senna e mi ha contagiato. Da allora è iniziata la mia fascinazione per il pilota di Formula 1, sia in maniera simbolica, sia sognando di eguagliarlo, emularlo, finché lo vedo morire davanti a me. Lo Zingaro si rende conto che non è bene accanirsi nel seguire un mito, è meglio vivere e accettare la propria normalità».

Mai dare la salute per scontata

«Quando sei in salute, o credi di esserlo, non ti rendi conto di quante cose dai per scontato e di quanto prendi solo il peggio della vita. Fai progetti per il futuro: io programmavo investimenti sul mio lavoro e a un certo punto, quando è crollato il pensiero di essere invincibile, ho capito di come, invece, sia importante vivere giorno per giorno. Nella normalità, infatti, la percezione della morte non ti è vicina in maniera invadente, ma solo quando ti tocca in prima persona capisci quanto sia poco distante da te e ti attacchi molto al presente, rimandando ogni progetto. A me è venuta una rabbia, una voglia di vita che prima dell’incubo non avevo».

«Assistevo alla mia vita…»

«I primi giorni, appena risvegliato dall’intervento, non ero cosciente, né consapevole e tutto ciò che avveniva era vago, me lo hanno raccontato. L’assurdità è che avevo la sensazione che mi raccontassero un film di cui ero protagonista, ma non avevo coscienza di averlo mai girato. Ero uno spettatore che assisteva a un storia di cui ero il personaggio principale».

L’idea dello spettacolo

Bocci racconta che proprio nei giorni successivi all’operazione gli è venuta in mente l’idea di uno spettacolo sulla sua storia. «La vicenda dello Zingaro spiega come a volte accadano fatti inspiegabili, cui non sai dare risposte, per esempio la casualità delle date: primo maggio Senna, primo maggio io… È tutto molto strano».

Lo spettacolo

«Lo zingaro» è un testo di Marco Bonini, Gianni Corsi e Marco Bocci che racconta, già dal sottotitolo – Non esiste curva dove non si possa superare – la storia di una sfida, una sfida per realizzare un sogno e per vincere una grave malattia. Le musiche sono di Davide Cavuti e la regia di Alessandro Maggi.

In un monologo emotivo ed appassionante Marco Bocci racconta la storia esemplare di un pilota di auto sconosciuto il cui destino è però indissolubilmente legato ad un mito della Formula 1: Ayrton Senna. 

Ricostruendo in parallelo la vicenda personale dello Zingaro, nomignolo del protagonista stesso, e quella di Senna, il racconto rintraccia coincidenze, premonizioni, intuizioni che quasi segnano il destino dello Zingaro. Il primo incontro con Senna, il primo gran premio visto dalla pista, il rapporto con il padre, il primo go-kart, la scelta di correre, il legame profondo con la famiglia e il desiderio di crearne una propria dopo il divertente incontro con la moglie.

E ancora Senna, Senna ovunque. Senna è davanti agli occhi dello Zingaro in ogni curva, in ogni scelta. Lo Zingaro cerca se stesso attraverso un legame quasi ossessivo con il grande campione brasiliano morto ad Imola il primo maggio 1994.

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