Bonifica siti inquinati: in Umbria sono 148

78 sono in provincia di Perugia, 40 in quella di Terni. Non solo aziende dismesse ma anche pozzi, laghi e pompe di benzina

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In Umbria non c’è solo il discusso Sin di Terni-Papigno, il sito di interesse nazionale – esteso su 655 ettari – da anni in attesa di un’opera di bonifica e risanamento. Nella regione si contano infatti ben 148 ‘Sir’ – ovvero siti di interesse regionale – con caratteristiche, dall’estensione alla contaminazione, meno significative rispetto ai ‘Sin’ (57 in tutta Italia) ma comunque rilevanti sul piano dell’inquinamento ambientale.

Quanti sono I 148 ‘Sir’ umbri – in media uno ogni 57 chilometri quadrati – il cui elenco è stato aggiornato al 30 giugno, sono così distribuiti: 78 in provincia di Perugia e 40 in quella di Terni. In maggior parte si tratta di impianti di fornitura carburanti e pozzi privati, ma non mancano discariche, corsi d’acqua, laghi e aree industriali inquinate.

Perugia La maggior parte dei siti da bonificare si trovano ovviamente nel comune di Perugia (17), seguono Foligno con 8, Città di Castello 5, poi Marsciano, Magione, Spoleto, Assisi e Gualdo Tadino con 4 siti ciascuno, Spello e Gubbio con 3, Todi, Trevi, Gualdo Cattaneo Bastia Umbra, Massa Martana, San Giustino e Umbertide con 2 siti a testa. Ne contano uno Tuoro sul Trasimeno, Passignano sul Trasimeno, Città della Pieve, Norcia, Panicale-Piegaro, Valfabbrica, Giano dell’Umbria e Corciano.

Caratteristiche Per la maggior parte si tratta di depositi e impianti di fornitura carburanti e oli minerali (24 in totale), aree e attività industriali funzionanti o dismesse (21) e pozzi privati contaminati (15) per i quali è stato interdetto sia l’uso potabile che quello irriguo. Non mancano poi discariche e centri di rottamazione (6) e anche lavanderie industiali (3).

Terni 40 in totale i siti da bonificare in provincia di Terni, per la maggior parte compresi fra il capoluogo (17) e Narni (9). Gli altri sono distribuiti fra Giove (3), Fabro (3), Attigliano, Ferentillo, Amelia, Orvieto, Montefranco, Alviano, Castelviscardo e San Gemini con un sito ciascuno.

Contaminati Escluso dal conteggio il Sin Terni-Papigno, che include gli ex stabilimenti Gruber, Centurini, Papigno, le acciaierie e le discariche che insistono nell’area, i siti di rilevanza regionale richiamano la storia industriale del territorio: da Nera Montoro all’ex polo chimico di Terni, le ex officine Bosco, fino alle fonderie di vocabolo Fiori (8 in tutto). L’elenco conta anche bacini e corsi d’acqua da bonificare: Recentino e San Liberato fra i primi e il torrente Tescino e il fosso della Fontana (Castelviscardo) fra i secondi. Emergono poi discariche dismesse, due delle quali nella zona di Maratta. Meno presenti, rispetto al perugino, i pozzi privati contaminati (2), a cui si aggiunge prò il dato curioso dei due centri per il tiro a volo finiti nell’elenco dei Sir, quelli di Cesi e dell’ex cava di Monte Sant’Angelo (Marmore).

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