di F.L.
Wwf sugli scudi contro il ‘tesserino venatorio provvisorio’, introdotto dalla Regione in vista dell’inizio della stagione della caccia – la cui preapertura è prevista mercoledì -, misura adottata a causa della mancata consegna nei termini previsti dei tesserini venatori da parte della tipografia incaricata. L’associazione ambientalista chiede l’annullamento del documento provvisorio per i cacciatori, considerandolo illegittimo, oltre che il sequestro cautelare urgente, non essendo identificabile né come atto pubblico, né come origine certa.
I dettagli della protesta
La richiesta è stata avanzata ufficialmente da Dante Caserta, vice presidente e legale rappresentante del Wwf Italia Onlus in una lettera inviata lunedì alla presidente della Regione Donatella Tesei, all’assessore alla caccia Roberto Morroni e per conoscenza, tra gli altri, anche dei ministeri interessati, alle forze dell’ordine e alle procure di Terni e Perugia. Nella lettera si sottolinea che sono le associazioni venatorie a stampare e consegnare agli aventi diritto richiedenti il documento, elemento che fa così emergere chiaramente – scrive Caserta – «l’irritualità e la illegittimità di tale pratica che, oltre a non essere prevista in alcun testo di legge ed a generare una inammissibile commistione tra le prerogative tassativamente riconducibili alle autorità pubbliche e il ruolo ricoperto da mere associazioni private, peraltro portatrici di interessi specifici e parziali, comporta evidenti e gravi ripercussioni pratiche perché non consente di fornire alcuna garanzia di corretto svolgimento dell’attività venatoria ed impedisce, di conseguenza, il compimento delle attività di vigilanza». Per questo Caserta ne chiede l’annullamento d’ufficio, invitando i competenti uffici del ministeri dell’ambiente, delle politiche agricole alimentari e forestali e per la pubblica amministrazione, oltre che il dipartimento per le politiche europee della presidenza del consiglio, «a porre in essere tutti gli atti, provvedimenti ed attività di propria competenza, intervenendo presso la Regione Umbria in caso di difetto o inerzia». Se così non sarà, l’associazione ambientalista è pronta «a promuovere tempestivamente le azioni giudiziarie ritenute più opportune».