Unificazione con Perugia, perdita di forza, disoccupazione giovanile, taglio drastico del diritto annuale, crisi profonda che permane per alcuni settori d’impresa e, in generale, un 2017 che sarà «l’anno più duro» per la Camera di commercio di Terni. Venerdì mattina il presidente Giuseppe Flamini ha tracciato un bilancio del 2016 e il pensiero è già rivolto alla fase conclusiva di quella riforma che costringerà l’ente ternano alla ‘fusione’ con quello perugino. In definitiva di aspetti positivi ce ne sono pochi.
IL BILANCIO E L’UNIFICAZIONE CON PERUGIA DIETRO L’ANGOLO, PARLA GIUSEPPE FLAMINI: VIDEO
Ombre e disoccupazione Senza troppi giri di parole Flamini, iniziando dal sistema economico ternano, spiega che « è stato un 2016 con più che ombre che luci, senz’altro: arriviamo ancora con estrema difficoltà, coinvolti tutti i settori in generale. Tra i parametri più dolorosi purtroppo c’è quello legato alla disoccupazione giovanile, superiore al 50% e che ci vede tra le prime posizioni in negativo nel contesto umbro e italiano. Abbiamo cercato di muoverci verso filoni operativi legati al digitale, ai giovani, alla comunicazione e alla valorizzazione delle idee». Un’iniziativa della Camera di commercio, ‘Crescere imprenditori’, ha coinvolto i giovani ‘neet’ – né studio né lavoro, per loro anche il progetto nazionale ‘Crescere in digitale’ – formando nove aspiranti imprenditori. Sul tema della legalità l’ente ternano ha firmato un protocollo d’intesa che ha visto protagonisti anche la prefettura, la guardia di finanza, i carabinieri, la polizia e l’istituto scolastico provinciale; c’è stata inoltre l’attivazione di trenta tirocini di lunga durata in riferimento all’alternanza scuola-lavoro.
CAMERA DI COMMERCIO, NUMERI E DATI DEL 2016
Numeri e chiusure In riferimento alle imprese, il presidente della Camera di commercio sottolinea che «dai numeri il sistema camerale ternano non si evince tutta questa difficoltà; c’è un dato, seppur minimo, positivo nel raffronto tra le cessazioni e le imprese che hanno aperto. Tuttavia occorre attenzione, perché questi numeri vanno pesati nel modo giusto. A fronte di attività rilevanti che hanno chiuso, ce ne sono altre piccole che hanno aperto: quest’ultime, a livello di sostanza e apporto, non sono proporzionate alle altre. Un bilancio dunque che rileva un elevato grado di difficoltà». Le imprese registrate alla Camera di commercio di Terni, al termine del 2016, sono «circa 26 mila», ha spiegato il segretario generale dell’ente Giuliana Piandoro, «mentre a Perugia sono oltre 80 mila»; rilasciati 1300 certificati e 5 mila e 450 visure, mentre le pratiche gestite sono state oltre 17 mila. Nel contesto della digitalizzazione la Camera di commercio ha generato circa 3 mila e 130 fatture elettroniche, mentre per quel che concerne lo sportello Mepa (nato ad ottobre) sono state dieci le imprese che si sono avvalse del servizio.
Brevetti, qualità e fedeltà Nel 2016 sono stati depositati 150 marchi ed effettuati 34 incontri di primo orientamento in proprietà industriale, resi possibili dalla collaborazione con il centro sviluppo e brevetti per il progetto dall’Idea al mercato’. In riferimento al marchio di qualità ‘Ospitalità italiana’ – qualificazione di livello e professionalità per operatori turistici – sono state 21 le aziende certificate. Sono invece 60 le iniziative realizzate con il contributo camerale (turismo, commercio, servizi, artigianato) per il supporto di attività promozionali del territorio. Un anno che ha visto l’emanazione del bando per il ‘Premio alla fedeltà’ (quaranta, per dipendenti ed imprenditori) al lavoro: sarà assegnato con un evento nel corso del primo semestre del 2017.
L’ambiente Tra i compiti della Camera di commercio c’è anche quello di supportare le imprese negli adempimenti riguardanti la dichiarazione ambientale (Mud), la tracciabilità dei rifiuti (Sistri) e il registro apparecchiature elettroniche (Raee). In tal senso i Mdu gestiti dall’ente sono 2043 di cui 1814 telematici e 230 cartacei, 26 i dispositivi Sistri consegnati ad altrettante imprese e un nuovo iscritto al registro Raee. «Al consueto seminario annuale di aggiornamento in materia ambientale Mud, nel 2016 abbiamo avuto 37 partecipanti; un numero minore rispetto alle edizioni precedenti, in parte dovuto alla maggior telematizzazione delle procedure e dell’assistenza dell’help desk camerale».
Il lato positivo C’è però un fattore che fa ‘sorridere’ Flamini: «Per non essere proprio negativi come spesso ci rimproverano, c’è da dire che permangono delle eccellenze in questo territorio: parlo soprattutto del settore metalmeccanico e dell’aerospazio ad esempio, sono in forte espansione e crescita. Vanno a bilanciare un altro sistema di imprese, come le costruzioni, l’agricoltura e l’artigianato, che sono ancora in grandissime difficoltà». Tre i progetti europei presentati durante il 2016 dalla Camera di commercio di Terni: il primo con obiettivo di rafforzamento della diffusione del modello cooperativo come concreta opzione imprenditoriale di successo tra i giovani, il secondo sul tema immigrazione con il tentativo di realizzare programmi innovativi di costruzione delle capacità imprenditoriali (Bce) per i giovani migranti e il terzo, che ha come scopo quello di colmare il divario tra il mondo dell’istruzione e delle imprese. Proseguito inoltre l’impegno nella formazione per le imprese con ‘Porte aperte all’internalizzazione’, oltre all’attività di sostegno con il bando di contributi per la partecipazione alle fiere e il rilascio di 1400 certificati d’origine. Un cenno da parte di Flamini anche alla positiva risoluzione della vertenza Novelli e il «cambio di marcia» dell’Ast.
La ‘fusione’ e il diritto annuale Si giunge quindi al nodo cruciale, l’accorpamento per la formazione della Camera di commercio dell’Umbria: «L’unificazione degli enti – spiega in merito Flamini – di Terni e Perugia avverrà nei primi mesi del 2018 e l’anno in entrata sarà di transizione: sarà un 2017 difficile perché ci sarà il taglio definitivo del 50% del diritto annuale, la tassa che le imprese pagano per la registrazione. In tal modo sono dimezzate le entrate che contribuivano alla costruzione del bilancio della Camera di commercio, costituito appunto per il 90% dal diritto annuale delle piccole imprese. Abbiamo già adottato dal 2015 una serie di interventi gestionali per la razionalizzazione dei costi di funzionamento e quello in arrivo sarà l’anno più duro». Il diritto medio annuale – comprese le grandi-medio imprese e non solo le piccole – è passato da 120 a 60 euro. «Bisogna creare le condizioni per fare impresa e per tanti motivi non è facile».
Il percorso, la sede e il cambiamento di pelle Un iter di unificazione che entrerà nella fase decisiva nel 2017: «Entro giugno – ha specificato Flamini – dopo le valutazioni di Unioncamere tutto deve essere pronto, quindi ulteriori sei mesi per verificare che qualsiasi cosa sia a norma. Da settembre, a Terni, resteranno solo gli organi per l’ordinaria amministrazione e ci sarà un commissario, quindi in avvio di 2018 l’elezione del nuovo presidente, del consiglio e della giunta. Per quel che ci riguarda dovremo essere bravi a fare funzioni di rappresentanza, non ci si potrà basare solo sul fatto che a Perugia ci sono più di 80 mila imprese registrate». La Piandoro ha quindi aggiunto che «ci sarà il bisogno di una riconversione del personale, il ‘cambiamento di pelle’ riguarda tutti e ci vorrà del tempo; a Terni ci sono 40 persone nella struttura, a Perugia circa 90. Servirà una collocazione in ambito di funzioni differenti».
Le novità Con la riforma, ha messo in evidenza Flamini, c’è la ridefinizione delle funzioni delle Camere di commercio: le novità riguardano l’orientamento al lavoro, l’inserimento occupazionale dei giovani e placement, punto di raccordo tra imprese e pubblica amministrazione, creazione di impresa e start-up, valorizzazione del patrimonio culturale e promozione del turismo, supporto alle Pmi per i mercati esteri e supporto ed assistenza alle imprese in regime di libero mercato: «Una novità importante, che allinea con i sistemi camerali europei più avanzati, consentendo alle Camere di commercio di realizzare nuove iniziative – è intervenuta in merito la Piandoro – e intervenire in campi nuovi senza sovrapporsi alle attività delle associazioni di categoria».
L’aiuto Meno fondi, meno possibilità d’intervento, meno forza e un ridimensionamento che porterà Terni ad essere una sede secondaria. Flamini tuttavia ribadisce che «nonostante questo la Camera di commercio di Terni riuscirà nel 2017, seppur con impatto minore e disponibilità ridotta, a dare del supporto alle nostre imprese». Nel 2014 – prima dell’avvio della riforma – la Camera di commercio di Terni ha riversato sul territorio circa 3 milioni di euro (3,2 le entrate), quindi la discesa: 1,9 milioni nel 2016 (2,4 in entrata) per una serie di servizi e iniziative promozionali per imprese, tutela e concorrenza del mercato, valorizzazione del territorio ed estero. Per il 2017 l’aiuto economico si attesterà a 1 milione e 858 mila euro (97,7 per impresa) e in merito Flamini ha ricordato «come il territorio avrà a disposizione nel futuro prossimo, le ingenti risorse legate al riconoscimento di Area di crisi complessa, allo strumento Industria 4.0, risorse europee e importanti fondi bancari; certamente le nostre imprese dovranno saper competere e avviare progetti di qualità per accedere alle importanti risorse disponibili». Il riversamento allo Stato – economie di bilancio – ammonta a circa 150 mila euro l’anno.
La ‘protezione’ di Terni Flamini, in vista del 2018, è stato chiaro. Niente campanilismo, ma «ci giocheremo fino in fondo il nostro ruolo, ci sarà il nostro massimo impegno perché venga riconosciuto al territorio ternano il suo valore e il suo peso economico ed in questa operazione abbiamo stretto una forte collaborazione con l’amministrazione comunale per lavorare in sinergia le istituzioni politiche: a breve sarà fissato un incontro per continuare il confronto, credo che in questo modo si potrà quantomeno cambiare il gap con Perugia. L’unificazione potrebbe avere risvolti interessanti anche rispetto ad un probabile allargamento del bacino di competenza che, nel caso della Camera di Commercio di Terni, potrebbe allargarsi alle limitrofe aree di Todi, Spoleto e dell’intera Valnerina». Per Flamini «se saremo bravi questa sorta di inferiorità non ci sarà».