Carcere di Terni, detenuto appicca incendio in cella: 6 agenti feriti

le reazioni del sindacato Sarap, della Fp Cgil e Uilpa: «Severi interventi e subito più organico»

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Ancora problemi di ordine e sicurezza sabato sera nel carcere di Terni. «Un detenuto di origine magrebine – è la ricostruzione del sindacato Sarap – con problemi psichiatrici, trasferito in mattinata nella Casa circondariale, ha appiccato per futili motivi un incendio nella propria cella, dando fuoco a tutto quello che vi era all’interno. Sei poliziotti sono rimasti feriti per escoriazioni varie e intossicati per i fumi respirati mentre cercavano di domare le fiamme e riportare l’ordine e sicurezza».

Sarap

L’organico di polizia Penitenziaria nel carcere di Sabbione «è sotto il livello minimo, anche perché il personale si trova a dover svolgere attività diverse da quelle del proprio profilo professionale». Il Sarap, ancora una volta, chiede «l’intervento di tutti gli organi preposti – scrive il segretario nazionale Roberto Esposito – a prendere le proprie posizioni ed evidenziare le mancanze che compromettono l’ordine e la sicurezza, non solo quando si presenta l’evento critico ma quotidianamente affinché non si prospettano risoluzioni valide al problema che compromettono sia la sicurezza interna agli istituti, ma anche la sicurezza sociale all’esterno degli istituti penitenziari toccando tutta la società civile. Solidarietà al personale che opera in prima linea da parte del sindacato Sarap».

Fp Cgil

«Negli ultimi anni abbiamo segnalato più volte una cattiva gestione dei trasferimenti dei detenuti da parte del provveditorato di Firenze e del dipartimento, che continuano a inviare a Terni soggetti pericolosi», scrive in una nota la Fp Cgil polizia penitenziaria di Terni. «Più volte abbiamo sottolineato che la popolazione detenuta in questo istituto non solo è evidentemente problematica, ma assolutamente sproporzionata rispetto al personale effettivamente operativo. I numeri parlano chiari: 530 detenuti a fronte di 200 poliziotti, un rapporto difficilmente rinvenibile nell’intero panorama nazionale. A seguito della recente rivolta del 16 ottobre non tutti gli artefici dei disordini sono stati trasferiti, ne restano ancora almeno 5. Ma nella cattiva gestione la realtà supera la fantasia: infatti, sono stati assegnati 7 ispettori, ma 5 trasferiti ad altra sede e 2 prossimi al pensionamento, quindi il saldo è pari a zero. Un agente è stato trasferito nell’ambito di una mobilità straordinaria; senza dimenticare che nell’ultima mobilità sono giunti meno della metà dei poliziotti attesi, in quanto gli altri sono stati assegnati a vario titolo ad altre sedi. L’ennesimo episodio di cattiva gestione da parte del provveditorato è avvenuto sabato: l’ufficio ha infatti assegnato a Terni un pericolosissimo soggetto che appena giunto ha distrutto una cella, sputando sul personale operante e ingiuriandolo. Successivamente, quando tutto sembrava tornato all’ordine, sempre lo stesso detenuto ha causato un incendio all’interno della stessa camera detentiva. Ci sono stati poliziotti coinvolti per aver inalato fumi dovuti a combustione. L’incendio ha devastato l’intera cella, creando così panico all’interno della semi-sezione di prima accoglienza. Se fossimo in ambito pubblico – conclude la Fp Cgil – si potrebbe parlare di una gestione fallimentare. Per cui continuiamo a chiedere seri interventi su questo istituto, indirizzati sia sull’aumento del personale effettivo, sia sulla consistente diminuzione dei detenuti presenti».

Uilpa

«Ancora una volta Terni è scenario di atti di violenza, incendio e minacce al personale di polizia penitenziaria. Ingiurie, minacce al personale di servizio, incendio, locali detentivi distrutti e agenti intossicati per i fumi densi e tossici. Ancora una volta si ritiene inadeguata la gestione dei trasferimenti dei soggetti violenti da parte degli uffici del Prap che continua a considerare il carcere di Terni un serbatoio di gestione dei soggetti violenti delle regioni Toscana e Umbria», sono le parole di Roberto Caggianese, segretario Uilpa. «Si è chiesto l’aiuto e provvedimenti al capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria su Terni, affinché verifichi e disponga il decongestionamento di soggetti violenti anche in altri istituti penitenziari. La Casa circondariale di Terni ha una capienza di 416 detenuti, mentre ad oggi ne sono presenti più di 520, a fronte di circa 190 unità di polizia penitenziaria, un rapporto in numeri tra i più bassi d’Italia, aggravato ulteriormente dalla gestione quantomeno ritenuta sbagliata dei trasferimenti dei soggetti più violenti dagli altri istituti verso Terni».

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