In totale sono cento e lavorano in Umbria, Veneto, Trentino Alto Adige, Friulia Venezia Giulia, Emilia Romagna e Puglia. Sono gli addetti per i servizi di ristorazione carceri per il personale della polizia Penitenziaria che lunedì sono in sciopero per «retribuzioni ed emolumenti non corrisposti», come denunciano i sindacati. «Il ministero della Giustizia intervenga nel rispetto del codice degli appalti pubblici».
Il problema stipendi
Gli addetti – servizio gestito da Food&Facility srl in qualità di consorizata di Unilabor, titolare del contratto d’appalto – sono operativi nelle sedi degli istituti penitenziaria delle regioni coinvolte. A far scattare la mobilitazione Filcams Cgil, Cgil Fisascat e Uiltucs Uil per «protestare contro il mancato pagamento degli stipendi di dicembre 2018 e gennaio 2019 e delle quote a saldo delle tredicesime non ancora corrisposte nonostante lo stato di agitazione e la richiesta di erogazione immediata delle retribuzioni mancanti; i lavoratori al 1 aprile 2018 sono stati oggetto di un passaggio del proprio rapporto di lavoro da Sybaris Srl a Food&Facility Srl, nell’ambito di un riaffido interno al consorzio Unilabor, in quanto Sybaris non riusciva a far fronte ai pagamenti degli stipendi e alla gestione dell’appalto delle case circondariali: l’operazione di fatto è stata condotta come un cambio di appalto instaurando rapporti di lavoro ex novo dove i dipendenti oltre ad avere retribuito in ritardo le mensilità dovute da Sybaris ad oggi non hanno ancora percepito le competenze di fine rapporto e i Tfr, di cui si era fatto garante il consorzio».
«Dare risposta»
I sindacati concludono affermando che è «evidente che il ministero della Giustizia, ricorrendo di fatto a gare al massimo ribasso, continua da anni ad appaltare il servizio di ristorazione delle guardie penitenziarie ad aziende che si aggiudicano l’appalto a condizioni non sostenibili che, in breve tempo, vengono scaricate sui lavoratori attraverso la non erogazione degli stipendi ed emolumenti o comunque in costante ritardo». «L’auspicio è che il dicastero fornisca una celere risposta ad una situazione che necessita di una soluzione sia nell’interesse dei lavoratori che operano in appalto, sia del proprio personale di custodia».