Caro energia Umbria, M5S: «500 euro a famiglia con risorse dell’idroelettrico»

Mirino sulla legge preadottata a marzo dall’esecutivo Tesei, l’inerzia della Regione e la possibilità di aiutare famiglie/imprese nell’ambito del caro bollette. La proposta

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L’emergenza energetica e la possibilità – prendendo spunto da ciò che è accaduto in Basilicata, dove grazie ad accordi tra Regione e concessionari delle estrazioni di idrocarburi si è dato sostegno a famiglie ed imprese – di seguire un modello valido per aiutare chi è in affanno. Questo l’argomento trattato martedì mattina in Provincia a Terni con protagonista il M5S, con input chiaro: «Fare lo stesso con le nostre risorse idroelettriche che attualmente stanno aumentando in modo esponenziale le entrate dei gestori». L’obiettivo? Dare 500 euro a famiglia grazie agli extraprofitti delle multinazionali dell’idroelettrico sul territorio. Il mirino è su Enel.

LA LEGGE PREADOTTATA IL 16 MARZO 2022

De Luca

Lo scopo e il modello Basilicata

Il tema è complesso ed è legato a varie normative. A spiegare l’iter e cosa c’è che non va in questo momento sono stati il consigliere regionale M5S Thomas De Luca ed i consiglieri comunali di Terni Federico Pasculli e Luca Simonetti: «Occorre – ha esordito il primo – un patto energetico per l’Umbria dando 500 euro a famiglia con le risorse degli extraprofitti delle mutinazionali dell’idroelettrico. Hanno straguadagnato in questi mesi, chiederemo un impegno alla presidente Donatella Tesei: continua a fare propaganda richiedendo al governo nazionale di intervenire per sbloccare gli impianti di energia rinnovabili». «Non si tratta di cifre sparate a caso – ha aggiunto Simonetti – ma di riprendere il modello Basilicata. Noi abbiamo un grande impianto idroelettrico in grado di dare energia a 500 mila nuclei familiari: opportuno che la giunta regionale ed il sindaco Latini si impegnino al massimo su questo fronte». C’è un atto di marzo al centro dell’attenzione.

NEL 2021 IMPIANT ERG AD ENEL

Simonetti

Legge regionale ed inerzia

Nel dettaglio Simonetti ha voluto sottolineare che in Basilicata, grazie agli accordi tra Regione e chi gestisce le risorse del gas naturale, le famiglie «non lo pagheranno più e quindi abbiamo ragionato sull’Umbria. Qui abbiamo la cascata delle Marmore ed il polo idroelettrico da 1,5 terawatt ed a marzo 2022 la Regione ha preadottato la legge regionale su questo tema. Si parlava sulla compensazione economica per i territori grazie all’elargizione di una quota di energia elettrica con due possibili vie: la monetizzazione o il darla gratis. All’epoca la cifra in ballo era di 2,7 milioni ma ora, con l’aumento del costo dell’energia, sarebbero 27 milioni di euro». Si arriva al problema: «C’è inerzia da parte della giunta Tesei e consideriamo che la legge è passata al Cal, il Consiglio delle autonomie locali. E ora è ‘sparita’. In tutto ciò il sindaco Latini è assente sul tema». Chiesta la calendarizzazione nei prossimi giorni per arrivare all’approvazione in consiglio regionale: «Con il via libera avremmo subito lo strumento per intervenire e dare una mano a famiglie ed imprese», è stato ribadito più volte.

Pasculli

Il maxi utile e il blocco

L’argomento è politico e tecnico: «L’esecutivo Tesei ha gli strumenti per risolvere il problema energia se vuole, è proprio indicato nell’articolo 21 della proposta di legge regionale. Ma è tutto fermo in commissione. Legittimo pensare – l’attacco di De Luca – che sia così perché non si vuole disturbare qualcuno. E la scadenza per l’approvazione della legge – va fatta per riallinearsi alla normativa – è già scaduta. Sottolineo che l’Erg nel 2021 ha avuto un utile netto di 580 milioni di euro, immaginiamo la cifra nel 2022 per Enel. Con i 27 milioni citati ci ritroveremmo 500 euro a famiglia per mitigare la pressione sul caro bollette, quantomeno per i meno abbienti. Inoltre c’è un ulteriore tesoretto da 24 milioni che può essere messo a disposizione per creare impianti di energie rinnovabili pubbliche. Queste cifre sarebbero per quest’anno, immediate. Invece la Regione sta facendo la ‘guerra’ ai poveri e sta cacciando dal territorio chi vuol fare investimenti per l’installazione di impianti di energia rinnovabili. Stessa cosa vale per la aree industriali». In generale il M5S «non capisce l’inerzia della Regione, in Basilicata e Campania si sono mossi. Abbiamo paura di andare a bussare alla porta di Enel per chiedere la compensazione». A chiudere è stato Pasculli: «Non c’è altro modo di agire, si parla a livello nazionale di ‘sganciamento’ tra energia e gas. Ma è molto lunga la storia».

L’assessore regionale Morroni

Cosa dice l’articolo 21

«I concessionari – l’articolo 21 della legge preadottata il 16 marzo 2022 – di grandi derivazioni d’acqua a uso idroelettrico sono obbligati a fornire gratuitamente e annualmente alla Regione, energia elettrica in ragione di 220 kWh per ogni kW di potenza nominale media di concessione, da destinare nella misura di almeno il 50% ai servizi pubblici e alle categorie di utenti dei territori interessati dalla derivazione ovvero l’equivalente monetizzato, in tutto o in parte, sulla base del prezzo zonale orario medio effettivamente riconosciuto all’impianto. La Regione, in alternativa alla cessione di energia di cui al comma 1, ne definisce la sua monetizzazione, anche integrale, con finalità di sostenibilità ambientale nonché i relativi assegnatari».

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