Non sembra essersi mai chiusa la partita che vede da un lato i cittadini, costretti con le ardenti temperature estive a vivere in casa con le finestre serrate per la puzza, e dall’altro l’azienda che produce compost a Villa Pitignano.
In comune L’ultimo atto di una vicenda che affonda le radici in anni e anni di delibere su cui c’è la puzza di incompatibilità tra la destinazione urbanistica della zona e il tipo di attività industriale dell’azienda, aveva visto scorrere veleni, in consiglio comunale, con l’affossamento della relazione della consigliera del M5S Cristina Rosetti che invitava a rivedere le autorizzazioni concesse. Per la maggioranza, invece, nonostante le condivisibili preoccupazioni della popolazione, dovrà essere la magistratura a indicare se gli atti, negli anni, sono stati illegittimi.
Due diffide Ora, però, sembrano arrivare conferme ufficiali ai timori segnalati e denunciati da tempo dai residenti che, lungo l’argine del fiume, vedono ogni giorno le ruspe lavorare montagne di rifiuti. Così, in risposta all’ennesima diffida inviata dal Movimento 5 stelle al sindaco Romizi, è Arpa Umbria a confermare che «l’adeguamento tecnologico del ciclo alle BAT (best available techniques, ndr) è condizione imprescindibile per una gestione sostenibile dell’impianto».
L’Arpa In particolare, prosegue l’Arpa, già lo scorso marzo l’agenzia ha richiesto «la modifica dell’Autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.) rilasciata dalla Provincia di Perugia prescrivendo l’immissione di alcuni flussi di rifiuti ad elevato impatto olfattivo (fanghi) in ambiente confinato e dotato di un sistema di abbattimento, cioè nella camera di compostaggio, al fine di ridurre le emissioni odorigene moleste riscontrate anche dal personale di Arpa Umbria in occasione dei controlli mirati effettuati nei periodi critici, ovvero nelle prime ore del mattino». Consapevole del permanere delle critiche condizioni di impatto olfattivo in relazione all’approssimarsi della stagione estiva che favorisce le condizioni, «Arpa Umbria ha reiterato alla Regione la richiesta per l’avvvio di un nuovo procedimento ordinario di modifica dell’Aia.
Il sindaco «Dopo due sollecitazioni alla regione – commenta la consigliera Cristina Rosetti – la Regione Umbria non ha adottato alcun atto. Per quanto risulta, inerte anche la Ausl, alla quale, il 7 marzo 2017, Arpa comunica peraltro il potenziale inquinamento per il sito dell’impianto. E, intanto, i cittadini continuano a segnalare immissioni odorigene oltre la normale tollerabilità». A tutto ciò, secondo la capogruppo, «si aggiunga che il sindaco Romizi, nella sua missiva, conferma che gli uffici si sono mossi solamente dopo la diffida del M5S e le ultime e ripetute segnalazioni dei cittadini».