Caso Rocchetta, Comunanza risponde

Grado Tadino: «Ricorriamo al Tar perché tuteliamo il patrimonio delle nostre terre». Il M5s: «Vecchia politica favorisce rapina dei beni comuni»

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«Se abbiamo fatto ricorso al Tar, un motivo c’è. Non accettiamo condizionamenti di nessun genere». È la Comunanza agraria questa volta a intervenire nel dibattito sull’acqua di Gualdo Tadino, riguardante l’ampliamento dei prelievi da parte di Rocchetta spa, bloccato da 20 mesi proprio a causa del ricorso al Tar fatto dall’ente. Il sindaco di Gualdo, mercoledì, aveva detto ad umbriaOn di trovare «insopportabile» che il progetto della nota azienda di acqua minerale – che porterebbe a Gualdo risorse e posti di lavoro – sia fermo da mesi per il suddetto ricorso. Ora, la Comunanza, ha voluto ribadire le ragioni della sua scelta.

La replica La questione, nota da tempo, era stata riportata all’attualità da un articolo uscito sul Corriere della Sera a firma di Sergio Rizzo, che sottolineava come un ente nato nel Medioevo sia in grado di bloccare per quasi due anni un progetto da circa 30 milioni di euro. Ma l’associazione – alla quale il Comissariato per gli usi civici (un tribunale speciale) ha riconosciuto un anno fa il ‘diritto al dominio pubblico’ – non l’ha presa bene ed ha inviato una replica al giornalista, che ha poi inoltrato anche ad umbriaOn.  «Forse valeva la pena sentire l’altra parte – scrive la presidente dell’ente, Nadia Monacelli – la legge, che scaturisce dalla natura delle nostre terre, impone alla Comunanza Agraria di difendere un patrimonio intergenerazionale che resta sul posto e deve essere trasmesso alle generazioni future». In quest’ottica, quindi, la Comunanza ritiene che il ricorso al Tar sia supportato da validi motivi: innanzitutto perché «è assente la procedura di gara ad evidenza pubblica per la proroga di concessione di acqua minerale, costituzionalmente dovuta per ogni concessione pubblica»; poi perché «manca lo studio di bacino previsto dalla legge, per prelievi raddoppiati di acqua rispetto a quelli attuali assentiti dalla regione Umbria con un rinnovo automatico per altri 25 anni». Altra precisazione viene fatta sulla parte del progetto che prevede che Rocchetta si faccia carico dei lavori di risistemazione dei luoghi disastrati dall’alluvione 2013: «Non è una  gentile concessione che Rocchetta fa agli abitanti di Gualdo  a fronte di più corposi prelievi di acqua – scrive la Monacelli – ma un obbligo posto a carico del concessionario come manutenzione straordinaria».

M5s Nel dibattito è intervenuto anche il Movimento 5 stelle di Gualdo Tadino, che si è schierato dalla parte della Comunanza, contro la maggioranza in Comune che invece supporta Rocchetta. In una lettera firmata da Andrea Liberati e Stefania Troiani –consiglieri grillini rispettivamente della Regione Umbria e del Comune di Gualdo Tadino – definisce il progetto di Rocchetta un «ecocidio» e accusa la «vecchia politica di favorire e istituzionalizzare la rapina dei beni comuni».  Il M5s accusa Rocchetta di aver occupato indebitamente oltre 200 ettari di territorio per lungo tempo, «con prelievi ben superiori a quelli consentiti e motivo di danni ancor oggi ampiamente da approfondire» ma anche la Regione Umbria «per aver dato ulteriori placet alla Rocchetta, senza il minimo studio idrogeologico» e per non aver effettuato alcuna gara. «Occorre poi ricordare – concludono i consiglieri – su un piano più generale, come le industrie della minerale paghino mediamente tale nobile risorsa meno della metà del salasso quotidianamente imposto alle famiglie per l’acqua di rubinetto».

Novembre 2017 Chi tra le due forze in campo ha ragione, lo stabilirà il Tar a novembre, dopo 20 mesi dalla presentazione del ricorso. Un periodo durante il quale i lavori per l’ampliamento dello stabilimento Rocchetta e la sistemazione del sito danneggiato dall’alluvione, sono rimasti fermi.

 

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