Caos a Castelluccio, ipotesi numero chiuso

Il traffico, ma anche l’aggressione al Pian Grande da parte dei turisti indisciplinati. Si pensa al ‘numero chiuso’, ma «dobbiamo essere tutti d’accordo», dice il sindaco Alemanno

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«È una mia proposta agli altri soggetti istituzionali interessati, ma non può essere il solo comune di Norcia a decidere» spiega a umbriaon.it il sindaco Nicola Alemanno a proposito dell’idea di contingentare gli arrivi sulla piana di Castelluccio in occasione della fioritura. È una delle idee, la mia immediata e di facile applicazione, venute fuori dopo il caos registrato negli ultimi due fine settimana, con migliaia di auto bloccate sul Pian Grande e orde di turisti infuriati perché non riuscivano a godersi lo spettacolo né ad avere servizi ed informazioni essenziali per godersi la gita all’interno di quella opera d’arte naturale.

CASTELLUCCIO: WEEKEND CON LE STRADE BLOCCATE – L’ARTICOLO

L’opera dell’uomo calpestata per un selfie

La signora che ignora il cartello

‘Naturale’, in realtà, fino a un certo punto. Perché se è vero che la natura c’entra molto, è vero anche che dietro quei colori così artisticamente tracciati sul terreno c’è il lavoro di un anno, che dopo l’aspetto artistico deve tradursi in qualcosa di concreto: il raccolto. E proprio per questo non va rovinato. Mentre invece – ed arriviamo al secondo grande problema – i turisti spesso se ne dimenticano, addentrandosi fra le piante come se fossero protagonisti di un quadro di Monet, alla ricerca del selfie eccezionale da postare sui social, senza rendersi conto che in quel modo rovinano il raccolto e il lavoro degli agricoltori. Quest’anno, grazie anche alle transenne e ai numerosi cartelli, è andata un po’ meglio, ma non sono mancati i soli ‘furbi’, alcuni dei quali, immortalati, sono stati poi messi alla gogna nei vari gruppi social di fan della fioritura. E finché è un selfie, poco male, ma quando in mezzo ai campi coltivati vengono parcheggiate le auto… beh, il discorso si fa più serio.

Le soluzioni

Ingressi contingentati

E torniamo alla proposta di regolare gli accessi. «Serve ovviamente l’accordo di tutti», spiega il sindaco: non solo il Comune di Norcia, che da solo può poco (anche se tecnicamente quello è territorio comunale di Norcia), ma i comuni dei territori confinanti, in particolare quelli dai quali si accede alla Piana e che ovviamente dovranno collaborare a regolare il traffico. Poi vanno coinvolti la comunanza agraria – che, a occhio, non avrebbe problemi in tal caso – il parco e le regioni.

Biglietti e servizi

Al momento nella proposta non si parla di biglietti d’ingresso ma solo di regolare il traffico. Palese però che, sullo sfondo, resti anche la questione economica: tutto quel mare di auto e persone, alla fine, si traduce in un incasso misero: qualche panino, qualche souvenir, qualche prodotto tipico, i più fortunati trovano posto nei ristoranti dopo lunghe code (ma si tratta di una minima parte); ma il rapporto fra impatto sull’area e guadagno per chi ci vive e ci lavora è davvero minimo. L’obiettivo, quindi, dovrebbe essere chiedere di più, dando ovviamente in cambio più servizi, a partire da una maggiore organizzazione logistica, servizi igienici ma anche controllo e presidi sanitari per le emergenze.

I parcheggi

Questo è un altro dei punti della questione. Le aree individuate per la sosta fino al 31 luglio sono situate sul Piano Grande (Prate Pala) e sul Piano Perduto. Quest’anno è prevista la sosta gratuita dal lunedì al venerdì e a pagamento il sabato e la domenica, nei festivi e prefestivi. Il costo è di 5 euro per autovetture e motocicli, di 10 euro per gli autocaravan. Ma è chiaro – e non potrebbe essere altrimenti, visti i numeri – che si tratta di un palliativo. E che vanno trovate altre soluzioni. A cominciare da un assioma semplice semplice: se non c’è nessuno che impedisce la sosta (gratuita) dove non è consentito, non si può pretendere che le persone mettano le auto dove è consentito (a pagamento). Quindi: servono maggiori controlli e personale per effettuarli. Servono volontari per convogliare i turisti in punti di raccolta, dai quali muoversi a piedi. In questo modo, i parcheggi possono diventare una risorsa.

Soldi per la ricostruzione? Macché!

Ovviamente, sullo sfondo, c’è il macrotema della ricostruzione post sisma. E l’errata convinzione, da parte di molti visitatori, che con un selfie si possa aiutare Castelluccio a risorgere- Sull’argomento, c’è un post illuminante. «Leggo sempre più spesso commenti dove i turisti parlano di soldi spesi per aiutare la ricostruzione: vi sbagliate di grosso! In realtà state aiutando il ristoratore o il commerciante di turno e basta. Non alleggeritevi la coscienza con questa giustificazione; la mia casa, come quella di almeno altri 300 proprietari di seconde case, non residenti e non “commercianti”, non verrà ricostruita grazie a nessun piatto di lenticchia, sacchetto di farro o forma di formaggio acquistata».

Castelluccio di Norcia: i colori della fioritura

Le reazioni

Legambiente

Sul tema sono intervenuti Maurizio Zara, presidente di Legambiente Umbria, e Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente: «Un evento come quello della fioritura e un paesaggio di così straordinaria bellezza come quello del Pian Grande, del Vettore e dei Monti Sibillini giustamente attirano turisti da tutt’Italia, ma senza una regolamentazione chiara degli accessi diventa insostenibile la pressione turistica che tra giugno e luglio si riversa sugli altipiani di Castelluccio per godere della fioritura. Anche quest’anno si è arrivati colpevolmente all’emergenza senza che il Comune di Norcia, la Comunanza Agraria di Castelluccio e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini abbiano trovato il modo di gestire e contingentare gli accessi, prevedendo anche servizi di bus navetta, così da ridurre la pressione di migliaia di autoveicoli, all’interno di un quadro di regole certe e condivise in grado di accompagnare lo sviluppo del territorio per rinascere dalle macerie del terremoto, degno di un paesaggio così straordinario, connubio profondo e ancestrale tra uomo e natura».

«I prossimi fine settimana di luglio ci attende sicuramente una situazione ben peggiore, per questa ragione ci appelliamo alle istituzioni che hanno abbandonato qualsiasi idea di programmare per tempo il flusso turistico, che per fortuna continua a prediligere questo territorio, che va però accompagnato a scelte di mobilità sostenibile per garantire la conservazione di in uno degli altipiani più vasti dell’Italia centrale e al tempo stesso una delle zone più singolari e di qualità paesistica dell’Appennino dell’Italia Centrale. E senza pensare a proposte costose e inutili come gli impianti a cremagliera, una soluzione semplice e di poco impatto ci sarebbe ed è un Regolamento degli accessi e per lo stazionamento automezzi proposto già nel 2018 dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini e mai applicato, che garantirebbe l’interesse degli abitanti e delle attività economiche e la salvaguardia dei luoghi evitando il parcheggio sui prati e la sicurezza delle persone».

La proposta del Parco di due anni fa, evidentemente dimenticato in qualche cassetto, prevede un piano modulare con aree di sosta con chiusura fino ad esaurimento dei posti, cominciando da quelle più prossime al Centro abitato, come l’anello stradale intorno a Castelluccio, altre successive aree di sosta per auto e per pullman a Forca di Presta, Forca di Gualdo e Scentelle, fino a quelle previste al Bivio Norcia-Arquata e dal Bivio da Arquata-Montegallo da attivare dopo il completamento delle prime. Un piano che richiede ovviamente l’organizzazione di un servizio di navette tra Norcia e Scentinelle e tra Arquata e Forca di Presta, l’utilizzo di sistemi semaforici e il presidio di personale autorizzato a regolare gli accessi e controllare che tutto avvenga secondo le regole. Determinante per il buon funzionamento del regolamento anche un’adeguata e capillare informazione, attraverso la stampa e gli altri media tra cui anche i social network, ma anche adeguata segnaletica lungo le strade di avvicinamento. Insomma uno strumento che viene applicato normalmente in qualsiasi area protetta, e al quale tranquillamente si adeguano i turisti che vogliono fruire di patrimoni naturali unici.

«Certamente questo afflusso è una boccata d’ossigeno per il territorio dopo la crisi causata dal terremoto e il lockdown, ma non si può sostenere un modello di turismo che non fa i conti con le fragilità di un contesto ambientale che ha bisogno di attenzione e di una programmazione per consolidare la sua rinascita nell’ottica della sostenibilità ambientale in cui deve emergere in maniera autorevole il ruolo del Parco per le soluzioni più adeguate e innovative per mitigare e ridurre le pressioni sugli ecosistemi che propone e non quelle che subisce. Per questa ragione, la problematica della fruizione compatibile del bacino di Castelluccio deve essere affrontata e risolta in un confronto fra ministero dell’ambiente, Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Regione Umbria, Comune di Norcia, comunità locali e associazioni ambientaliste».

Noi per Norcia

«Se il prossimo fine settimana si ripeterà l’allucinante situazione di caos e di pericolo che si sta verificando da almeno tre settimane a Castelluccio di Norcia, chiederemo alla Procura della Repubblica di verificare se tutto ciò dipende da omissioni o mancati provvedimenti da parte di chi dovrebbe organizzare e vigilare sul buon andamento di eventi come la Fioritura»: a scriverlo i consiglieri comunali di Noi per Norcia Giampietro Angelini, Cristian Coccia, Antonio Duca e Pietro Iambrenghi.

«Anche in questo fine settimana – affermano i consiglieri – abbiamo assistito a giornate che mai avremmo voluto vedere e che mai si sono viste nel corso degli ultimi cinquantanni. La Fioritura di Castelluccio è una festa che da sempre richiama migliaia di visitatori e, da sempre, l’amministrazione comunale, insieme alla Comunanza Agraria di Castelluccio, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e le altre organizzazioni che collaborano per l’organizzazione, si attivano molto tempo prima dell’inizio dell’evento, che può protrarsi anche per diverse settimane, per disciplinare, insieme alle Forze dell’Ordine, Anas, Province di Perugia, Ascoli e Macerata ecc., il regolare afflusso e la sosta delle migliaia di autoveicoli che raggiungono dalle strade umbre e marchigiane, i Piani e la (ex, distrutta) frazione di Castelluccio. Alla luce delle chilometriche code di auto, camper e bus che si sono create quest’anno e che hanno costretto migliaia di visitatori a restare bloccati per ore sulle strade che dal versante umbro, e da quelli ascolani e maceratesi, portano fino a Castelluccio, ci si chiede perché non sono stati adottati provvedimenti adeguati e si è lasciato, per tre o quattro settimane consecutive, che si creassero situazioni di assoluta emergenza».

«E se fosse successo un qualche incidente o se ci fosse stato bisogno di interventi di urgenza, come si poteva intervenire visto che le strade erano completamente bloccate per chilometri? Come può l’assessore al turismo del Comune di Norcia prendersela con chi avrebbe dovuto provvedere ad informare gli automobilisti, se era lei stessa ed il Comune di Norcia a dover provvedere? Come può il sindaco tirarsi fuori da queste responsabilità visto che è lui stesso a dover disciplinare, con le sue ordinanze e il suo ruolo di raccordo con le Forze dell’ordine, questo tipo di manifestazioni? Ci auguriamo dunque che questa settimana sia utile per mettere in campo ogni iniziativa che serva a scongiurare il ripetersi dei gravissimi disagi che sono stati causati e che certamente creano danni alle persone, al turismo ed all’ambiente. Il tutto ovviamente sempre in attesa di interventi organici e strutturali che regolamentino gli afflussi esagerati in quel contesto ambientale unico al mondo e proprio per questo bisognoso di servizi e regolamentazioni, e non certamente di sogni irrealizzabili (e che,  tra l’altro, andrebbero a compromettere quei luoghi di pregio) come la ormai famosa “cremagliera” Norcia-Castelluccio»

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