Cavalcavia di Cospea, Terni si ‘accorda’?

Audizione in commissione del comitato che si oppone. Andreani: «Soluzione mai piaciuta, paradosso urbanistico. Gruppo di lavoro per una soluzione»

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di S.F.

Il cantiere è ripartito e, giocoforza, di pari passo va il confronto sull’annosa questione relativa a quel collegamento da mettere a punto tra il centro commerciale esistente e quello che, stando alle previsioni di Giunio Marcangeli, sarà ultimato a Cospea entro la fine del 2017. Cavalcavia sì, cavalcavia no: la discussione tra l’amministrazione comunale e il comitato presieduto da Moreno Castellucci è ripreso con un’audizione in prima commissione consiliare giovedì mattina. Presente l’assessore – una novità viste le ultime vicissitudini – all’urbanistica Francesco Andreani: c’è da trovare un accordo con il costruttore, altrimenti spazio alla proposta unilaterale di variante alle opere di urbanizzazione.

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L'area dove sorgerà il centro commerciale

L’area dove sorgerà il centro commerciale, aprile 2015

La ripartenza A prendere parola per primo è il presidente del ‘Comitato No Cavalcavia – Pro Cospea’, Moreno Castellucci, in sala consiliare insieme al vice Giampiero Marchetti e ai componenti Renato Mussolin, Franco Salvini e Bruno Scatolini: «L’ultima commissione sulla faccenda risale al maggio 2015 e ci eravamo lasciati con l’intento che sarebbero proseguiti i lavori per lo studio di fattibilità del nuovo progetto e di parlarne alla ripresa dei lavori. Poi, da pochi mesi, il cantiere – fermo a lungo per via di un contenzioso, ndr – è ripartito e abbiamo fatto degli incontri informali con Chiappini e Andreani: in quelle occasioni ci era stato detto che i tempi erano maturi per portare avanti il discorso». Una delle alternative ben viste dal comitato faceva riferimento al parziale interramento di via Alfonsine ed una parziale sopraelevazione della pista ciclopedonale con attraversamento trasversale su via Alfonsine.

Quattro dei cinque membri del comitato ‘No Cavalcavia’

Quattro dei cinque membri del comitato ‘No Cavalcavia’

Paradosso urbanistico Palla poi ad Andreani, chiamato a indicare una direzione chiara a sei anni dalla delibera del consiglio comunale sul progetto del centro commerciale e del cavalcavia: «La questione sovrappasso è di assoluto rilievo. Per quel che mi riguarda – specifica l’assessore – ho sempre affermato che il progetto cavalcavia non mi piaceva, perché è giusto che le persone abbiano un loro spazio e una posizione diversa rispetto ai mezzi; si tratta di un paradosso urbanistico. Fondamentale che ci sia un passaggio che consenta ai pedoni di stare sopra ed i mezzi sotto: ho già espresso il pensiero al costruttore e ai futuri gestori del complesso».

Parità economica Idee chiare quantomeno su un tema, l’esborso economico: «Un gruppo di lavoro è già stato composto e le questioni da affrontare sono state preparate. È stato accertato che, a livello economico, l’alternativa presentata – ha spiegato Andreani – è di pari valore a livello economico e quindi non andrebbe ad aumentare i costi. Ho particolare avversioni verso i progetti che si affidano troppo a strumenti meccanizzati di difficile manutenzione, tutte a rischio di malfunzionamento. Preferisco cose semplici».

Chiappini, Cecconi e Andreani

Chiappini, Cecconi e Andreani

Insegnamenti e sintonie Marcangeli, pur aprendo all’ipotesi di cambiare l’attuale scenario, aveva puntato i piedi: «Non potremo farci condizionare da una, seppur degna del massimo rispetto, minoranza». Andreani resta comunque ottimista: «Le imprese non ci devono insegnare come fare una città e, allo stesso tempo, noi non vogliamo insegnare a loro cosa devono fare. I tempi sono brevi, è vero, ma se non ci sarà un accordo tra le parti faremo una variante unilaterale, tuttavia credo non ce ne sarà bisogno. Punto ad una sintonia – ha proseguito Andreani – con la proprietà ed entro la fine del 2016 dovremo capire se c’è la chance di raggiungerla. Ovvio che il Comune non voglia prestare il fianco ad eventuali richieste di danni. Alla base di ogni progetto ci sono dei principi e uno di questi, che vale dappertutto, è che i ‘carrabili’ vadano sotto e i pedoni sotto. Il Comune ha firmato una convenzione e ora stiamo cercando di trovare delle soluzioni, visto che si tratterebbe di una variante alle opere di urbanizzazione con iter ridotto».

Francesco Andreani

Francesco Andreani

Interessi commerciali e tempistiche Come di consueto Enrico Melasecche è stato tutt’altro che silenzioso durante lo svolgimento della commissione: «Mi ricordo affermazioni ben diverse in passato da parte del dirigente comunale in merito. L’acquisto di Marcangeli, di fatto, fu un soccorso al Comune di Terni per la chiusura – il consigliere di ‘I Love Terni’ specifica più volte che era falso – del bilancio. Dobbiamo evitare che prevalgano gli interessi commerciali». Patrizia Braghiroli del M5S è intervenuta poco dopo per sottolineare che «va bene l’idea di avere le macchine sotto ed i pedoni sopra, ma si doveva fare prima tutto questo discorso; il Comune doveva essere già pronto al momento della ripartenza del cantiere. Si è perso molto tempo».

Nessuna soluzione Più diretto Renato Bartolini del Pd: «La situazione è imbarazzante. Ad Andreani voglio ricordare che un gruppo di lavoro sulla questione fu formato già tre anni fa ed inoltre c’è una convenzione firmata: non vedo soluzioni alternative possibili all’orizzonte rispetto allo status-quo, ritengo che sia inutile parlarne. A meno che non si voglia prendere in giro i cittadini». L’assessore all’urbanistica non ha atteso più di tanto per replicare: «Quel gruppo di lavoro propose un’alternativa da 4,5 milioni di euro che prevedeva l’interramento di 1,5 chilometri di strada. Non praticabile».

commissione-no-cavalcavia5656565Il buon clima Una volta ascoltati tutti gli interventi è Castellucci a chiudere la discussione in attesa di una nuova verifica: «C’è un nuovo clima e mi fa piacere. Ben venga tutto ciò che può essere d’aiuto a raggiungere una soluzione». Ma c’è chi, come Melasecche, lancia un messaggio finale ad assessore e comitato: «Ok, bene il clima, ora i fatti però». Alla base del problema (il comitato nacque nel luglio 2012) l’accantonamento del progetto iniziale legato all’attraversamento ciclo-pedonale a raso – interramento di via Alfonsine – per l’ipotesi di realizzazione del cavalcavia.

 

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