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Home » Centrale di Bastardo: «Situazione grave»

Centrale di Bastardo: «Situazione grave»

di Marco Torricelli
18 Gennaio 2017
in Apertura 5, Economia, Imprese, Lavoro, Opinioni
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
La centrale Enel di Bastardo

La centrale Enel di Bastardo

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Delle segreterie regionali FILCTEM, FLAEI, UILTEC dell’Umbria

Con riferimento alle azioni già intraprese dalla direzione della Centrale di Bastardo per il prosieguo del funzionamento dell’impianto, in coerenza con lo spirito che da sempre le contraddistingue, in altre parole quello di perseguire “ogni forma di collaborazione con la parte datoriale nel rispetto assoluto dei lavoratori che sono e restano il valore primario di qualsiasi organizzazione aziendale, ivi inclusa quindi Enel”, rappresentiamo le nostre posizioni sulla vicenda.

Il processo di redeployment intrapreso da Enel doveva essere conseguente alla cessazione del ciclo di produzione dell’impianto, anticipato dall’Azienda al 31 dicembre 2016, rispetto alle autorizzazioni concesse. A seguito della prevista chiusura si doveva quindi avviare la fase di ricollocazione del personale (36 lavoratori entro l’anno 2016 e 15 lavoratori nel 2017), in modo da mantenere solo un presidio necessario per la messa in sicurezza dell’impianto e per le successive operazioni derivanti dal futuro stesso dell’impianto (progetto futur-e).

Di fatto alla fine del 2016 si è dato inizio a un processo di ricollocazione del personale inspiegabilmente quanto infelicemente perseguito senza tenere nel giusto conto che una Centrale può ritenersi chiusa solo dopo che il MISE ne abbia rilasciato parere favorevole con determinazione dei tempi e condizioni, come peraltro dalle scriventi, a suo tempo ampiamente denunciato all’Azienda e alla Regione dell’Umbria.

Oggi, ci troviamo nelle condizioni, per motivi in parte esterni a Enel (situazione energetica francese e inverno particolarmente freddo), che l’impianto non ha ricevuto dal MISE l’autorizzazione alla chiusura e alla cessazione dell’attività produttiva.

La conseguenza di questo “modus operandi” è stata quello di giungere anzitempo alla smobilitazione dell’organico della centrale, peraltro già precedentemente ridotto al minimo tecnico, che nei fatti oggi compromette la sua esecrabilità sia in termini gestionali che operativi, nonché, in termini di sicurezza e di rispetto delle prescrizioni autorizzative.

Le scriventi Segreterie Regionali ritengono che l’unica via perseguibile per fronteggiare adeguatamente la questione, in grado fra l’altro di conciliare le esigenze aziendali e quelle dei lavoratori, nel rispetto delle normative vigenti in tema di diritto del lavoro, sia quella di ricostituire l’organico dell’UB di Bastardo al fine di garantire la nuova richiesta di esercibilità dell’impianto, richiamando, i lavoratori, che formavano l’organico dell’UB di Bastardo al 30 novembre u.s., e favorendone il rientro su base volontaria, evitando il ricorso a professionalità esterne alla centrale provenienti da altre realtà.

È, infatti, inaccettabile qualsiasi altra soluzione che non contempli la completa sicurezza operativa e l’adeguata copertura professionale di tutte le funzioni gestionali e operative necessarie al funzionamento della centrale termoelettrica.

Le Segreterie Regionali, in coerenza con lo spirito che le appartiene, non accetteranno dunque che la direzione dell’UB -BT faccia fronte alla situazione, perseguendo ancora una volta vie insufficienti, confuse e pericolose a scapito dei lavoratori, ivi compresi quelli che loro malgrado sono stati riallocati in altre realtà aziendali in nome di una chiusura della centrale che nei fatti a oggi non si è verificata e che non venendo richiamati si sentirebbero doppiamente ”mobbizzati”.

In assenza di risposte concrete e tempestive da parte di Enel sulle questioni innanzi poste, le scriventi Segreterie Regionali attueranno ogni misura necessaria per tutelare il personale, operando una costante quanto intransigente verifica quotidiana delle attività che saranno svolte presso il sito per denunciarne qualsiasi situazione che non dovesse rispondere in modo pieno e assoluto alle leggi vigenti in materia di lavoro, agli accordi contrattuali e alle normative in materia di ambiente, sicurezza e salute dei lavoratori.

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