Cessione Perugia: il closing slitta ma non è in dubbio. I motivi e le tempistiche

La fatidica data del 29 agosto non ha fornito l’attesa fumata bianca

Condividi questo articolo su

di Giovanni Cardarello

Il 29 agosto 2024 per molti tifosi e appassionati del Grifo, era una data cerchiata in rosso sul calendario. In quella data, infatti, alla vigilia della chiusura di un calciomercato complicatissimo e di un match delicato come quello del ‘Curi’ contro la Spal, era previsto il closing della procedura di cessione del Perugia da Santopadre a Faroni. Closing che sarebbe arrivato a valle della conclusione della due diligence. Ricordiamo che la due diligence è un approfondimento, una verifica di un potenziale investimento, finalizzata a confermare o smentire gli elementi di una compravendita.

E nel caso specifico la due diligence ha avuto bisogno di un ulteriore ampio approfondimento. L’operazione effettuata dalla studio Chiomenti, infatti, ha accertato una situazione debitoria del Perugia Calcio maggiore di circa 500 mila euro rispetto al preliminare di vendita. Questo elemento ha generato una discussione, non banale, tra le parti in causa su questo inatteso e improvviso sbilancio. Da accordo preliminare, quello che umbriaOn ha anticipato la mattina del 13 agosto, prima del comunicato ufficiale del club, questa cifra va detratta dal saldo che Massimiliano Santopadre dovrebbe ricevere il 29 dicembre. Per quel giorno è previsto l’atto definitivo di compravendita e l’uscita ufficiale di Massimiliano Santopadre dal Perugia Calcio.

A oggi resta in carica per mere questioni burocratiche ma con un ruolo senza poteri reali. Basti pensare che un importante accordo di sponsorizzazione sia stato bloccato dal nuovo proprietario subito dopo la chiusura dell’accordo, proprio per una questione di disponibilità del potere gestionale. Lo slittamento del closing è in ordine a questo dato. La sostanza è che Santopadre contesta la cifra emersa dalla due diligence perché, secondo il suo punto di vista, nei conteggi vanno calcolate due importanti operazioni.

La prima è relativa all’entrata finanziaria di uno sponsor, operazione procacciata dallo stesso Santopadre e che l’attuale proprietario del Grifo vuole inserire nel calcolo per ridurre il dato del debito emerso dal lavoro dello studio Chiomenti. La seconda, anche questa anticipata da umbriaOn, è legata alla cessione al Sassuolo del centrocampista Iannoni, calciatore che, al momento dell’inizio della due diligence, non era di proprietà del Perugia. Massimiliano Santopadre sostiene che la differenza tra i 400 mila euro, pagati per il riscatto alla Salernitana e gli 800 mila maturati dalla cessione al Sassuolo, vanno calcolati come saldo attivo. Morale della favola: i 500 mila euro di sbilancio di fatto sarebbero azzerati.

E su questo tema, a dispetto delle foto e dei selfie tra acquirente e comprator, si è aperta una discussione aspra. Una discussione che però non mette in discussione il closing. Closing che, per le informazioni in nostro possesso, potrebbe avvenire già all’inizio della prossima settimana, al massimo entro i primi dieci giorni di settembre. Come avverrà lo diranno i fatti, balla mezzo milione di euro ed entrambe le parti hanno buone ragioni per tirare acqua al proprio mulino. Come nei classici casi di calciomercato (e non è questo il caso), il compromesso sarà forse a metà strada

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli