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Home » Chiusura inceneritore TH: «Vittoria storica»

Chiusura inceneritore TH: «Vittoria storica»

di Fabio Toni
7 Marzo 2020
in Ambiente e salute, Apertura 5
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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La chiusura del termovalorizzatore ‘Terni Biomassa’ di Maratta, di proprietà della Tozzi Holding di Ravenna, sancita il 19 febbraio ed emersa a seguito di un articolo pubblicato sabato mattina da Il Messaggero, fa esultare il movimento ambientalista ternano e buona parte della politica locale. L’impianto dovrebbe essere smantellato nel giro di un anno.

TERNI BIOMASSA, INDAGATE OTTO PERSONE

«Vittoria senza precedenti»

I gruppi consiliari del M5s in Regione e al Comune di Terni parlano di «una vittoria senza precedenti dei cittadini ternani. La notizia della chiusura e il futuro smantellamento dell’inceneritore Terni Biomassa è solo un tassello di una lunga guerra che combattiamo da anni per il nostro diritto alla salute e al lavoro, per uno sviluppo che guarda al futuro e alla sostenibilità ambientale. È di sicuro il frutto dell’impegno e della determinazione di uomini e donne che si sono uniti senza simboli di partito attorno alle bandiere del comitato ‘No Inceneritori Terni’ che per anni è stato un punto di riferimento per la città e per coloro che hanno deciso di alzare la testa contro chi stava tristemente svendendo i loro diritti. La dimostrazione plastica che di fronte all’impegno civile portato avanti con passione e sacrificio anche i più beceri interessi privatistici e di lobby sono costretti ad arretrare. A queste persone va il nostro ringraziamento oggi, a tutti quelli che in questi anni hanno saputo riporre ideologia e credo politico per stringersi intorno ad una battaglia di civiltà. Siamo tuttavia coscienti – osservano i consiglieri del M5s – che c’è ancora molto da fare e che non è possibile abbassare la guardia in questo momento contro quei rigurgiti di negazionismo ambientale e contro la facile tentazione da parte di alcuni decisori politici di svendere il futuro della città in cambio di qualche briciola di elemosina. Una vittoria che deve spingerci ad alzare l’asticella e pretendere di più contro chi continua a negare un disastro ambientale caratterizzato da 150 anni di industrializzazione pesante e colpevole assenza delle istituzioni. Negare questo vuol dire essere complici. Il nostro auspicio in questo momento è che si apra un percorso nuovo che sia anche l’occasione per una riconversione degli impianti e del paradigma industriale della città in un ottica di sviluppo sostenibile ed economia circolare che possa portare a nuova occupazione, vero progresso e speranza per l’intero territorio della conca ternana».

La maggioranza

«Accogliamo con soddisfazione – il commento congiunto di Federico Brizi, Maurizio Cecconelli, Lucia Dominici, Michele Rossi e Doriana Musacchi, rispettivamente capigruppo Lega, FdI, FI, Terni Civica e Gruppo Misto – la decisione del gruppo Tozzi di chiudere definitivamente l’impianto di smaltimento di Terni per procedere poi al suo smantellamento;  ci auguriamo che quest’ultimo possa avvenire  nei tempi più veloci possibili in modo da metter fine a qualsiasi nuova ripartenza con adeguamento dell’impianto, come già avvenuto in passato con gli amministratori del Pd. Gli stessi che oggi si rallegrano della decisione della chiusura dell’impianto.  Anche rilevando che l’impianto non era  operativo da tempo e che probabilmente l’evoluzione tecnologica lo aveva reso meno efficiente e produttivo, non si può non rilevare che tale decisione giunge anche a seguito del significativo parere negativo reso da questa amministrazione alla richiesta di aumentare i rifiuti da bruciare nell’inceneritore ternano. Tale decisione va nella giusta e corretta direzione di una rafforzata sensibilità ambientale e di una inedita determinazione dell’attuale amministrazione cittadina nel tutelare la salute e l’ambiente della nostra città».

Il comitato: «Avanti così, ora l’altro inceneritore»

Sulla stessa linea il comitato ‘No Inceneritore’: «Tanti anni di battaglie quotidiane hanno prodotto questo primo risultato storico. Siamo riusciti a far comprendere che Terni sa opporsi a chi considera e ha considerato la nostra conca come un territorio dove tutto è possibile. Le scelte scellerate fatte dalla politica in modo trasversale, di autorizzare a cavallo tra gli anni ’90 e 2000 due inceneritori, oltre a quello allora già esistente di Asm, avevano indubbiamente ridotto Terni a ciò che oggi è. Un’ area fortemente inquinata con pesanti ricadute in termini di salute pubblica. La città sta pagando ancora con i propri corpi queste scelte dettate solo dalla volontà della politica di dare spazio ai vari piccoli e grandi potentati cittadini. Da Agarini ai soci privati di Isrim, tutti con sponsor politici di cui sappiamo nomi e cognomi. Tozzi se ne va – osserva il comitato ambientalista – perché ha trovato invece una città combattiva e determinata, un ambiente non più favorevole a business impattante. Un movimento che ha obbligato politica, Usl e Arpa a svolgere la loro azione di tutela verso i cittadini. Cosa che è stata fatta, a volte in modo molto subdolo, come quando l’allora sindaco Di Girolamo espresse un finto parere negativo proprio in merito all’autorizzazione dell’inceneritore in questione. Noi andiamo avanti. Dobbiamo spegnere l’altro inceneritore e obbligare gli altri produttori di rischio a ridurre fortemente le emissioni nocive e climalteranti. La conca dovrà diventare un ecodistretto».

Filipponi (Pd): «Vittoria anche nostra»

Così Francesco Filipponi, capogruppo del Pd in Comune: «Rivendichiamo con forza la partecipazione a quella che consideriamo una vittoria ai fini ambientali per la nostra città, ovvero il definitivo spegnimento di uno dei due inceneritori. Ricordiamo per l’appunto la scelta fatta dall’amministrazione di centrosinistra nel maggio del 2016 di sospendere l’attività dell’impianto visto anche il rapporto dei carabinieri del Noe di Perugia e dell’Arpa che certificava una serie di irregolarità rispetto al Testo unico ambientale, riguardanti procedure di scarico nel fiume Nera, tonnellaggi non rispettati per lo smaltimento dei materiali trattati ed emissioni in atmosfera non a norma. Il nostro lavoro continuerà per ribadire la contrarietà alla permanenza in città anche dell’altro impianto di incenerimento. Ringraziamo infine tutti coloro, che negli anni hanno condotto questa battaglia per l’ambiente cittadino».

Ferranti (FI)

«Nel 2015 mi sono fortemente – le parole di Francesco Maria Ferranti (Forza Italia), presidente del consiglio comunale – adoperato come capogruppo di Forza Italia al fine di ottenere la chiusura dell’inceneritore di Terni Biomassa, dopo alcuni mesi e adeguamenti il privato richiese il rilascio delle licenze che regione e comune autorizzarono. Leggere che chi lo fece riaprire, oggi si assume meriti è stucchevole anzi comico. Mi preme invece stigmatizzare come la forte sensibilità delle attuali amministrazioni regionali e comunali (di diverso colore politico) alle questioni ambientali abbia contributo ad arrivare alla chiusura definitiva, con conseguente dismissione dell’impianto».

Gentiletti (Senso Civico)

Per Alessandro Gentiletti (Senso Civico) «la chiusura dell’inceneritore di Maratta è una buona notizia per la nostra città e la sua complessa situazione ambientale. Il merito è dei tanti cittadini che da sempre si sono impegnati, con coraggio e costanza, per questa battaglia. Ora occorre tenere alta la guardia e proseguire insieme sulla strada intrapresa, per far sì che Terni torni finalmente a respirare a pieni polmoni».

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