‘Cigni neri’: cosa sono e perché fanno guadagnare così tanto

L’analisi di Gianni Giardinieri

Condividi questo articolo su

di Gianni Giardinieri
Senior financial advisor Allianz Bank – Terni

Nel 2007 il Sunday Times inserì il libro ‘Il cigno nero’ tra i testi che avrebbero cambiato il mondo. Il Sunday Times aveva perfettamente ragione. Scritto da Nassim Nicholas Taleb, attualmente gestore di un importante hedge fund (‘Universa Investments’) e professore di ‘scienze dell’incerteza’ all’università del Massachusetts, il libro sviluppa la teoria secondo la quale eventi casuali e completamente imprevisti accadono continuamente alla faccia di chi pensa di arginarli.

Il termine ‘cigno nero’ non è copyright di Taleb, ma addirittura del poeta latino Giovenale, e diventa un vero e proprio modo di dire intorno al 1500, quando nelle discussioni filosofiche si voleva indicare un fatto impossibile o altamente improbabile. Siccome tutti i cigni noti allo scibile umano erano solo e soltanto bianchi, si riteneva impossibile l’esistenza di un cigno nero. Tutto bello fino a quando alcuni esploratori europei non trovarono, in Australia, il cygnus atratus, naturalmente di colore nero.

Taleb esplicitò la sua teoria del cigno nero attraverso un’intuizione che provò sulla propria pelle: a 35 anni fu colpito da un tumore alla gola, tipico dei forti fumatori. Ma lui non era un forte fumatore; anzi, non aveva mai fumato una sigaretta in vita sua. La probabilità che un siffatto tumore colpisse proprio lui era bassissima, quasi insignificante, praticamente impossibile: invece si realizzò. Taleb quindi si rese conto che eventi considerati quasi impossibili accadevano. Molto raramente ma accadevano. Ed erano, cosa più importante, totalmente imprevedibili. L’intuizione che lo portò a diventare prima un trader e poi un gestore professionista fu quella di scommettere su alti e bassi improvvisi e violentissimi dei mercati. Taleb scommette sui cigni neri.

Tutte le società di gestione del risparmio e i singoli investitori ragionano sempre in termini di variazioni dei mercati ‘ragionevoli’, o comunque confinate a livelli noti. In altre parole, applicano modelli probabilistici basati essenzialmente sulla ‘Curva di Gauss’, che descrive la distribuzione della probabilità continua di un fenomeno statistico intorno alla media. Un esempio mutuato dal calcio: immaginiamo un giocatore di serie A impegnato a calciare 100 rigori in un pomeriggio. E’ ragionevole pensare che almeno 85/90 tiri finiscano nello specchio della porta (non ci interessa sapere quanti ne verranno parati). Questo ‘range’ è il mercato di riferimento di quasi tutti gli investitori professionali internazionali. Dei restanti 10/15 tiri che termineranno fuori, solo uno o due finiranno direttamente in curva. Ecco, queste rare perle balistiche rappresentano ‘l’universo’ di investimento di Taleb, ovvero le ‘code gaussiane’.

Mentre per gli investitori, che definiremo ‘normali’, l’importante sarà quindi guadagnare poco ma spesso, cercando di portare a termine nel corso dell’anno solare performances graduali (strategia che sposo in pieno), per Taleb la metodologia di investimento è opposta: sapendo che prima o poi arriverà un cigno nero, ma non sapendo quando, il nostro libanese naturalizzato statunitense acquista giornalmente opzioni put e call, cioè particolari contratti (di cui non vi tedierò nello spiegarvi le caratteristiche tecniche) che gli permettono di realizzare guadagni enormi nel momento in cui l’evento raro (il cigno nero) si avvera. Naturalmente Taleb perde un po’ di soldi tutti i giorni, perché è come se acquistasse ogni giorno un potentissimo ed esclusivo anti virus a scadenza giornaliera, senza che la pandemia compaia mai all’orizzonte.

Ma siccome i cigni neri esistono, nel giorno in cui la stessa fa capolinea Taleb passa all’incasso, con guadagni stratosferici. Accadde così l’11 settembre 2001 e in altre giornate di borsa particolarmente drammatiche, come il 10 ottobre 2008 e ancora in alcuni giorni di marzo 2009. Per non parlare ovviamente del più recente marzo 2020, quando i mercati furono travolti da un mese folle in cui le discese dei corsi azionari mondiali sfiorarono in alcuni casi il 40% (con recupero fulmineo nei primissimi mesi successivi). Per la verità, Taleb ha più volte affermato che la crisi del 2020 non fu un vero e proprio ‘cigno nero’, in quanto molti erano stati gli avvertimenti per il possibile sviluppo di un virus a diffusione planetaria, di fatto smontando il principio dell’imprevedibilità che è alla base della sua teoria. Certo, ci vuole una pazienza ed una costanza da pescatore, abbinata ad una strategia di investimento non alla portata del risparmiatore medio e per di più amante delle ‘code gaussiane’, ma è una strategia che ha una sua logica ben definita e uno sviluppo operativo chiaro e sequenziale.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli