Città di Castello, addio a Leopoldo: ‘beccò’ i ladri di San Florido

Da metronotte, nel 1975, contribuì all’arresto dei tre che avevano rubato il pastorale del santo tifernate

Condividi questo articolo su

Venerdì mattina è deceduto all’età di 90 anni il tifernate Leopoldo Capaccioni, noto in città per aver contribuito alle indagini sul clamoroso furto del 1975 del Pastorale di San Florido, dei piatti del Tesoro del Duomo e di altri preziosi.

Il furto del 1975

La storia viene ricordata da Marco Baldicchi in un articolo scritto per un mensile locale: «Leopoldo Capaccioni lavorava come Metronotte. Una notte del mese di settembre, insospettitosi dopo che da circa un mese vedeva un’automobile targata Padova aggirarsi e parcheggiare in vari punti nei pressi della zona del Campanile Rotondo del Duomo, in ore notturne, segnalò la cosa a chi di dovere, ma non venne preso in considerazione, adducendo il fatto a certe “situazioni promiscue” che sarebbero incorse nella zona».

La notte del misfatto

«Ma lui non convinto di ciò continuò a tenere d’occhio l’auto, finché una notte la notò parcheggiata nei pressi del Ponte del Tevere mentre un’altra era ferma sotto il Campanile Rotondo. Quest’ultima si rivelò poi rubata e sarebbe dovuta servire come primo mezzo su cui trasportare la refurtiva fino a quell’altra. Capaccioni l’aveva intuito. Alcuni abitanti delle abitazioni vicine, in particolare una signora e suo figlio, sentendo del rumore provenire dal Duomo a quell’ora notturna, avvisarono il metronotte e chiamarono i Carabinieri. Il metronotte vide una finestra corrispondente alla Sacrestia cui era stata tolta l’inferriata e con gli infissi divelti. Fece così notare la sua presenza e si mise a creare quanta più difficoltà possibile alle persone che erano penetrate nella Sacrestia. Un ladro fu preso subito, altri due scapparono, ma grazie al numero di targa che Capaccioni aveva annotato furono successivamente arrestati a Padova».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli