L’analisi è dettagliata e, secondo l’assessore al bilancio del Comune di terni, Vittorio Piacenti D’Ubaldi, mette in luce i meccanismi che hanno creato l’attuale sofferenza sui conti di palazzo Spada. Sono 28 slide, che riassumono otto anni di analisi effettuate sullo storico delle entrate, dei trasferimenti, dei tributi, degli introiti dai permessi a costruire e dalle multe stradali. Accompagnate da un approfondimento sulla spesa, quella corrente, quella per i servizi, i prestiti, gli investimenti, il costo del personale, i costi della politica. E poi dal confronto tra entrate e uscite.
I dettagli «In otto anni i trasferimenti, soprattutto dallo Stato di sono ridotti di un quarto – spiega Piacenti D’Ubaldi – con una perdita di 37 milioni e mezzo; sono scesi di 10 milioni le entrate extratributarie; crollate quelle dei permessi a costruire scese da 6 milioni e mezzo a un milione; sfatato anche il luogo comune del peso delle sanzioni al codice della strada, scese dai 7 milioni del 2008 a meno di tre nel 2015, in un calo che negli otto anni è stato costante. Negli ultimi anni il Comune di Terni ha messo in atto politiche per ridurre i costi, scendono quelli relativi al personale (-10 milioni) e dimezzati quelli di indennità di giunta, consiglio, trasferte e in genere quelli per la ‘politica’».
«Molto resta da fare» L’assessore, poi, chiarisce che «c’è ancora molto da fare e la situazione finanziaria dell’ente non può essere oggetto di battaglia politica, i dati sono oggettivi. Occorre ridurre l’indebitamento; migliorare la quantità e la qualità della riscossione; ridefinire ruolo e proprietà della partecipate affinché portino risorse nelle casse del Comune; concentrare le risorse nei settori strategici. Occorre che il trend imboccato in questi anni sia portato avanti, senza tentennamenti nell’ottica di garantire il bilancio dell’ente, strumento imprescindibile di governo dell’ente».
Il sindaco Per Leopoldo Di Girolamo «l’operazione di analisi e trasparenza attivata dall’assessorato è particolarmente opportuna perché tutti quanti noi dobbiamo avere una base di confronto reale. Negli ultimi dieci anni la finanza degli enti locali è profondamente cambiata nella sostanza, nei flussi economici e nelle regole. Le nuove regole di contabilità obbligano degli accantonamenti aggiuntivi che limitano fortemente gli impegni di spesa e che potranno essere ridotti a seguito dell’efficentamento del servizio di riscossione e del sistema delle partecipate. Le politiche dello stato hanno in questi ultimi anni scaricato il risanamento del paese soprattutto sui Comuni. Le comunità locali sono chiamate a farsi carico delle loro finanze in un quadro legislativo in continua, vorticosa evoluzione. Una situazione non facile, noi abbiamo affrontato il problema, stiamo lavorando per risolverlo, con scelte difficili, non facili, mai demagogiche, sempre trasparenti».