di S.F.
Sempre meno dipendenti, con un ‘tasso di assenteismo’ in aumento e con un +15% di infortuni sul lavoro. Sono solo alcuni dei dati contenuti nel report consuntivo del 2019 sul controllo di gestione del Comune di Terni: un documento di oltre 360 pagine nel quale viene fatto il punto su diversi aspetti dell’amministrazione. Focus particolare su risorse umane e personale.
Le assenze
Il Comune ha chiuso il 2019 con 679 dipendenti, 27 in meno (-3,82%) rispetto al 2018. Un gap molto più evidente se si considera il 2011 – allora si toccava quota 874, quasi 200 in più – come anno di partenza. Una costante flessione che ha colpito su tutti i dirigenti, più che dimezzati. Tra gli incrementi registrati, risulta il ‘tasso di assenteismo’ – così definito nel rapporto – passato dal 9,68% al 9,79%; sale anche la media di assenza per lavoratore (da 24,40 a 24,69 giorni). In maggior misura si tratta di ‘forfait’ per malattia (54,19%).
Gli infortuni
Più corposa la percentuale – in aumento – per gli infortuni sul lavoro. Per i dipendenti di palazzo Spada sono stati 22 nel 2019: +15% nel confronto con il 2018, mentre per quel che concerne il tasso (3,24%) si parla di un +20,45%. «Le oscillazioni – viene puntualizzato – sono state determinate pressoché interamente davariazioni significative nel numero di infortuni verificatisi, considerato che le movimentazioni del personale,sempre in riduzione, sono state del tutto trascurabili». Curiosità anagrafica: il 73,34% dei lavoratori ha più di 50 anni. Titolo di studio? Licenza media superiore per il 56,41% dei casi, quindi laurea per il 32,99% e scuola media inferiore per il 10,6%.
Diversamenti abili, non raggiunta quota obbligatoria
Nota negativa in materia di persone con disabilità. Il Comune al 31 dicembre 2019 ne aveva all’attivo 44 (il 6,48% sul totale), tre in meno rispetto al 2018. La diminuzione ha comportato una novità rispetto agli anni precedenti: «Nel triennio 2017/2019 l’incidenza si è mantenuta tra il 6,48%e il 6,66%, ma nel 2019 non ha raggiunto la quota obbligatoria per legge». Che era fissata a quota 46.