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Home » Con ‘Umbria No Slot’ «aumentati gli aiuti»

Con ‘Umbria No Slot’ «aumentati gli aiuti»

di Francesca Torricelli
22 Ottobre 2017
in Attualità, Dal territorio, Economia
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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«Prendiamo atto della decisione del Tar e auspichiamo che il Governo recuperi in maniera tempestiva una situazione che rischia di ritardare l’attivazione dei Piani contro la ludopatia predisposti da tutte le regioni italiane, inclusa l’Umbria». Così l’assessore della Regione Umbria, Luca Barberini, commentando la sentenza del Tar del Lazio che, accogliendo il ricorso del Codacons, ha annullato il provvedimento con cui il Ministero della salute ha approvato i Piani regionali per il contrasto al gioco d’azzardo patologico.

Il Piano contro il gioco d’azzardo patologico «Dispiace che questa vicenda ricada anche sull’Umbria – evidenzia Barberini – visto che avevamo condiviso con varie associazioni, tra cui il Codacons regionale, il nostro Piano contro il gioco d’azzardo patologico, recependo anche alcune osservazioni. In ogni caso, questa sentenza non blocca l’impegno della Regione Umbria contro il gioco d’azzardo patologico, anche perché tale Piano non comprende soltanto contributi ministeriali, ma anche ingenti risorse messe a disposizione con il Fondo sanitario regionale. Continueremo, pertanto, a portare avanti le attività di prevenzione e sensibilizzazione dei cittadini e a consolidare la rete servizi e sociosanitari attivati per contrastare la ludopatia».

‘Umbria No Slot’ Per l’assessore, «dispiace ancor di più che questa situazione si verifichi in un momento in cui stanno arrivando risultati molto positivi sul fronte della lotta alla ludopatia. Dopo il lancio della campagna di comunicazione ‘Umbria No Slot’, infatti, le telefonate al numero verde regionale contro il gioco d’azzardo patologico sono aumentate del 140%, con un netto incremento di richieste di aiuto da tutto il territorio regionale». La campagna è stata avviata nel mese di settebre, in tutta la regione, «per prevenire e contrastare il gioco d’azzardo patologico e sensibilizzare i cittadini sui rischi legati a questo fenomeno. Secondo i dati forniti dal Centro di riferimento regionale per il trattamento della dipendenza da gioco d’azzardo problematico, istituito presso il Dipartimento dipendenze della Usl Umbria 2 a Foligno, le chiamate al numero verde sono passate dalle 10 registrate nel settembre 2016 alle 24 nello stesso periodo di quest’anno, mentre nella prima metà del mese in corso hanno già ampiamente superato il dato dell’intero ottobre 2016».

Le telefonate arrivano da tutta l’Umbria e anche da fuori regione. «A chiamare sono sia giocatori sia loro familiari, il fenomeno risulta trasversale ma interessa più uomini che donne, soprattutto fra i 35 e i 60 anni. Chi telefona sostiene di aver appreso da manifesti, locandine, internet e social network del numero verde e dei servizi per il trattamento del gioco d’azzardo. Vengono richieste informazioni, segnalati debiti di gioco, chiesti appuntamenti con esperti per affrontare il problema. Gli utenti umbri vengono presi in carico dal Centro di riferimento regionale o indirizzati nei servizi territoriali, mentre quelli da fuori regione sono invitati a chiamare le strutture della zona di provenienza o gruppi di autoaiuto presenti in tutta Italia». Secondo le informazioni fornite dagli operatori del Centro di riferimento regionale, prosegue Barberini, «dopo il lancio della campagna, sono aumentate anche le persone che si presentano fisicamente presso questo servizio, tanto che c’è stato un incremento di nuovi utenti, con una media di due giocatori in più a settimana. In questo caso, si tratta soprattutto di giovani che riconoscono di avere un problema e che chiedono aiuto direttamente, dopo aver appreso tramite internet e social network che c’è qualcuno in grado di fornirlo».

L’azione di sensibilizzazione proseguirà in maniera più capillare, nei prossimi giorni, con la seconda parte della campagna che prevede la distribuzione di materiali informativi, sui rischi legati al gioco d’azzardo e su come uscire da eventuali forme di dipendenza, in tutti i presidi sanitari della regione, negli gli ambulatori medici, nelle farmacie, in collaborazione con Comuni e associazioni. Contemporaneamente verranno anche distribuite locandine e depliant destinati ai locali con offerta di gioco, da esporre obbligatoriamente all’interno degli stessi. È stato inoltre previsto il marchio ‘Umbria No Slot’ da assegnare a esercizi commerciali liberi da apparecchi per il gioco. «Attraverso queste ulteriori azioni – evidenzia Barberini – riteniamo di rafforzare l’opera di sensibilizzazione e di intercettare quante più persone possibili, facendo emergere un fenomeno sommerso e sempre più diffuso, che colpisce soprattutto le fasce più deboli della popolazione. Si stima infatti che in Umbria siano circa 10 mila le persone con profilo di gioco problematico: il 5,6% della popolazione fra i 15 e i 74 anni. Un dato in linea con la media nazionale, che nel 2016 ha visto gli umbri spendere circa 1.099 milioni di euro nei giochi autorizzati dai Monopoli, di cui il 67% per apparecchi elettronici e slot machine».

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