L’Umbria, secondo la Confartigianato, è la Regione le cui aziende partecipate sono le peggiori in Italia, dopo quelle laziali, che hanno perdite per 32 milioni e utili per appena 4,4.
L’Umbria Ma fra le regioni con le partecipate meno efficienti, secondo Confartigianato dopo il Lazio arriva proprio l’Umbria, con una
differenza di 26,4 milioni tra utili per 6,4 milioni e perdite per 32,8 milioni. Seguono la Campania con una differenza di 19,8 milioni tra utili per 4,6 milioni e perdite per 24,4 milioni, Piemonte (-9,2 milioni tra utili per 18,4 milioni e perdite per 27,6 milioni), Calabria (-6,7 milioni tra utili per 0,8 milioni e perdite per 7,5 milioni), Abruzzo (con una differenza di 5,2 milioni data da utili per 1,8 milioni e perdite per 7 milioni), Molise (con una differenza di 2,7 milioni data da utili per 0,3 milioni e perdite per 3 milioni) e infine la Sicilia con una differenza di 2,4 milioni data da utili per 11,5 milioni e perdite per 13,9 milioni.
Il rapporto Secondo il rapporto di Confartigianato, nelle otto regioni dove le perdite superano gli utili, gli organismi a totale partecipazione pubblica mostrano un’incidenza del costo del personale sul costo della produzione pari al 37,2%, superiore di 13,5 punti rispetto al 23,8% registrato nelle 13 regioni dove, al contrario, gli utili superano le perdite.
Risorse sprecate «Secondo fonti della Confartigianato, la Regione Umbria è al penultimo posto – ultima la Regione Lazio – per quanto attiene alle società partecipate regionali, con perdite pari a 32 milioni e 8oo mila euro», sottolinea in una nota il consigliere regionale Claudio Ricci. «Sono risorse che vengono sprecate, per servizi peraltro da migliorare, quando ogni giorno famiglie e imprese sono in forte difficoltà. Tutto questo deve essere cambiato velocemente scegliendo, sia in termini di personale dirigente che per quanto attiene alle scelte aziendali, il merito e il meglio che produce maggiori risultati e non privilegiare scelte di parte o tipicamente politiche». Visto che queste sono risorse «tolte allo sviluppo della regione ci auguriamo – afferma ancora Ricci – che tutte le categorie socio-economiche e culturali si mobilitino, unitamente a ciò che gli strumenti istituzionali regionali ci consentiranno di fare in assemblea legislativa dell’Umbria, per bloccare questa situazione che chiama a evidenti responsabilità politico-gestionali».
La verità Secondo il consigliere regionale Andrea Liberati (M5S), «grazie all’analisi di Confartigianato, si dischiude pian piano la verità sul piccolo mondo antico dei bilanci di numerose entità pubbliche di questa nostra regione». Considerando il numero di abitanti, «l’Umbria rappresenta di gran lunga la peggiore regione d’Italia per deficit prodotto dalle partecipate. E’ il frutto del combinato disposto di una governance inadatta unita all’assoluta opacità amministrativa e gestionale di tali aziende. Opacità che trova il suo cuore proprio in una Regione parimenti priva di qualsiasi trasparenza». Il Movimento 5 Stelle dell’Umbria, «con i suoi esperti – continua il consigliere – ha avviato una ricognizione sulle partecipate, i cui esiti saranno resi noti in settembre. La mia collega in Regione, Maria Grazia Carbonari, aveva tuttavia già segnalato alcune gravi anomalie nel corso della seduta di consiglio del 29 luglio scorso». L’impegno del M5S «prosegue senza sosta – conclude Liberati – per descrivere agli umbri lo stato reale delle finanze di Regione ed enti locali, restituendo loro tutta la verita’ su una classe dirigente autoreferenziale totalmente inadeguata».
Marini Secondo la presidente Catiuscia Marini, invece, «le partecipate della Regione Umbria hanno i conti in equilibrio. I dati diffusi da Confartigianato riguardano il 2013, senza peraltro che si possa evincere a quali società partecipate fanno riferimento e a quali enti pubblici esse appartengano, Comuni, Province, Regione? Il dato generale – secondo la presidente – è dunque condizionato per l’Umbria dalla presenza di Umbria Mobilità che, nel 2013, grazie all’azione decisa della Regione a supporto degli enti proprietari, portò alla vendita di ‘Umbria mobilità esercizio’ per dare soluzione a problematiche pregresse. Quindi oggi nessuna partecipata della Regione Umbria ha i conti in rosso, ma al contrario da parte della Regione c’è stata una forte azione di risanamento che gli atti documentano. Peraltro sorprende – conclude la presidente – che Confartigianato faccia simili valutazioni senza entrare nel merito dei singoli aspetti».