Confindustria e Cgil, idee per Industria 4.0

A Perugia e Terni incontri sulla ‘quarta rivoluzione industriale’, con un occhio al rilancio economico post-terremoto

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Il tavolo dei relatori

Con la firma del protocollo d’intesa, mercoledì mattina è nato a Perugia il Digital Innovation Hub che coinvolge Confindustria, Università e Regione Umbria, in collaborazione con il cluster nazionale ‘Fabrica intelligente’ e l’Istituto italiano di tecnologia di Genova: la struttura accompagnerà i processi di ammodernamento industriale, espressamente previsti dal Piano Industria 4.0 promosso dal Governo. La firma era il momento clou della tappa umbra del Road Show che sta percorrendo la penisola per aiutare le Pmi italiane ad avviare percorsi di crescita attraverso la trasformazione digitale. Ma la vera notizia arrivata da Perugia è che la sede del Hub sarà fissata a Norcia. Una scelta simbolica ma anche sostanziale, per fornire sostegno al territorio e per dimostrare come le nuove tecnologie dell’informazione possano superare i limiti delle infrastrutture di comunicazioni classiche: anche un territorio storicamente ‘escluso’ dalle grandi vie di spostamento Nord-Sud, grazie alla rivoluzione digitale può fare impresa in modo innovativo.

INDUSTRIA 4.0, PARLA CONFINDUSTRIA – IL VIDEO

La firma di Cesaretti e Alunni

Superare i limiti infrastrutturali L’annuncio arriva da Antonio Alunni, Vice Presidente di Confindustria Umbria, delegato per l’Innovazione: «Vogliamo portare la sede a Norcia non solo per dimostrare attenzione ma anche una reale responsabilità che tutti noi dobbiamo avere. Dobbiamo sottolineare che il sistema industriale ha retto. E d’altronde – aggiunge Alunni – perché vivere in una zona sismica deve essere un limite? Pensiamo alla California e al Giappone, aree ricchissime nonostante la fortissima incidenza e frequenza dei terremoti. Perché non può accadere anche in Umbria? Dobbiamo mettere a frutto le nostre capacità per superare questo apparente limite. L’economia digitale permette di aggirare questi problemi o perlomeno di ridurli in modo sostanziale. Vogliamo che Norcia diventi un esempio per dimostrare come l’economia digitale permetta di aggirare limiti geografici e logistici. Faremo sì che Norcia diventi un luogo dove i vari Hub esistenti a livello internazionale possano incontrarsi». Alunni lancia un messaggio a tutte le aziende: «Serve velocità e determinazione, il territorio umbro ha un’occasione straordinaria per tornare protagonista, abbiamo multinazionali straordinarie e abbiamo piccole e medie imprese che possono essere fondamentali. Questa occasione deve servire ad abbandonare certi schemi vecchi, chi non si aggiorna è fuori dal mercato».

La firma di Moriconi

Il contributo di Regione e Università La Regione non ha firmato il protocollo, in attesa di verificare le modalità operative con cui entrare nel progetto. L’ente parteciperà direttamente nella fase di programmazione e nella locazione diretta di risorse, ma nella fase operativa sarà rappresentato da Sviluppumbria. «L’industria 4.0 – ammonisce Catiuscia Marini – può comportare anche un problema sociale, cioè l’espulsione di una parte dei lavoratori dai processi produttivi. Dobbiamo attivarci quindi per aggiornare le loro competenze e fare in modo che siano pronti a questi aggiornamenti. Fondamentale in tal senso la collaborazione con le università, che potrà dare molto ma anche ricevere molto da questo rapporto. «L’Università di Perugia è disponibile e pronta – dice il rettore Franco Moriconi – ha le porte aperte e lo stiamo dimostrando in questi anni: apertura e massima collaborazione con le istituzioni e con le imprese in particolare. La firma c’è stata adesso passiamo alle cose concrete».

Il convegno di Terni

La Cgil Nel pomeriggio, invece, di Industria 4.0 si è parlato a Terni, al convegno organizzato dalla Cgil, nel quale si è discusso su come «collegare strumenti e risorse disponibili per ripensare un sistema industriale attraverso un progetto di sviluppo complesso». Il sindacato ha illustrato il suo documento ‘Terni 4.0, definendolo «un contributo ‘aperto’ al dibattito (sul quale infatti si son registrati gli interventi di Cisl e Uil, che hanno evidenziato come la strategia sia tutt’altro che condivisa in pieno; ndr) – sui punti sui quali che si dovrà aprire in tutta la comunità ternana sulle opportunità offerte dallo strumento non taumaturgico, ma importante dell’area di crisi complessa, in combinato disposto con altri strumenti, quali la programmazione dei fondi europei e le risorse per la ricostruzione post terremoto».

INDUSTRIA 4.0, PARLA LA CGIL IL VIDEO  

La platea

Le idee Secondo il sindacato, che ha preparato il documento con la collaborazione dell’Ires e di alcuni esperti e studiosi esterni, occorre partire «dalla considerazione del fatto che l’area ternana è uno dei territori a maggiore vocazione industriale d’Italia (il peso del manifatturiero è doppio rispetto alla media nazionale), con una forte presenza delle multinazionali. Di qui la necessità di ‘mantenere innovando’, attraverso alcune azioni prioritarie. Con una mappatura delle realtà presenti nel territorio e con la costituzione al più presto un ‘gruppo tecnico di lavoro’ basato fondamentalmente sul mondo delle imprese e del lavoro». Ma anche «affrontando altri nodi importanti, dalla digitalizzazione (non casuale l’invito all’iniziativa dell’associazione U-Smart, che raggruppa aziende del settore ICT) alla formazione, alla tutela dell’ambiente, infrastrutture e, naturalmente, alla tutela dell’occupazione».

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