Confindustria Terni: Morelli confermato presidente, Centinari vice. Rinnovato il direttivo

Giovedì pomeriggio l’assemblea a San Gemini

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Riccardo Morelli, dell’azienda Morelli Logistica e Servizi, è stato riconfermato alla guida della sezione di Terni di Confindustria Umbria per il biennio 2022-2024. Lo ha deciso l’assemblea dei soci della sezione che si è riunita giovedì pomeriggio al Resort Vallantica di San Gemini per il rinnovo delle cariche associative. Insieme al presidente sono stati eletti il vice presidente Marco Centinari (Ceplast) e i componenti del nuovo consiglio direttivo. All’assemblea hanno partecipato anche il Presidente di Confindustria Umbria Vincenzo Briziarelli e il direttore generale Simone Cascioli.

«Terni-Narni ‘valle della sostenibilità’. Ma servono incentivi»

Nel suo intervento che ha aperto la parte pubblica, il presidente Morelli, di fronte a una platea di oltre 250 ospiti tra imprenditori, autorità e rappresentanti delle istituzioni, ha ripercorso l’attività in cui la sezione è impegnata. «In questi anni abbiamo cercato di costruire il futuro. Il progetto Urban Re-generation, il polo chimico, l’ecosistema dell’innovazione, l’idrogeno verde – ha sottolineato Morelli – sono le tappe di un percorso cominciato già nel 2015 con il master plan per Terni e Narni nel quale erano già state individuate alcune direttrici principali di sviluppo tra le quali figurava la sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle imprese. Il percorso avviato ci porterà a far evolvere la conca ternana nella ‘valle della sostenibilità’. È un traguardo che stiamo costruendo insieme alla Regione e che richiede appropriati interventi di politica industriale. Per sostenere l’economia circolare occorrono incentivi alla simbiosi industriale; aiuti per l’ammodernamento della capacità impiantistica e autorizzazioni più rapide».

Automotive: «Settore a rischio a causa delle nuove regole comunitarie»

Il presidente Morelli ha rilevato come il processo di transizione debba essere graduale ed economicamente e socialmente sostenibile per evitare conseguenze traumatiche. «Ne è un valido esempio – ha aggiunto Morelli – il caso dell’automotive con l’uscita dal mercato del motore endotermico in tempi ravvicinati, dettato forse più da elementi di emotività che da elementi razionali. A Terni siamo molto sensibili a questo tema perché esistono realtà industriali di primissimo livello che operano principalmente nella filiera dei sistemi di scarico, che è radicalmente compromessa dalle regole comunitarie. Per aiutare le aziende coinvolte ad impostare un piano di riconversione, che implica ripensare mercati, processi produttivi e competenze professionali, abbiamo dato impulso alla costituzione di un tavolo regionale per l’automotive, per il quale ringraziamo l’assessore Fioroni, che dovrà anche individuare gli strumenti e le misure più adeguate, e finanziariamente dotate, per supportare una trasformazione che, se non governata, può avere effetti molto seri sulle imprese e sull’occupazione, non solo ternane ma umbre. Da una nostra analisi risulta infatti che in regione operano nella filiera allargata 145 imprese di trasformazione, che assorbono oltre 6 mila addetti, con un fatturato di circa 2 miliardi».

Urbani: «Unire le forze è l’unica strada»

L’assemblea pubblica è stata anche l’occasione quindi per riflettere proprio su questi temi con gli ospiti che hanno preso parte alla tavola rotonda insieme al presidente Morelli: Gianmarco Giorda, direttore di Anfia, l’Associazione della filiera automobilistica, ed Andrea Pontremoli, amministratore delegato di Dallara Automobili e dal 2017 presidente di Motorvehicle University of Emilia Romagna. «In una fase emergenziale, quale è l’attuale, è indispensabile far convergere verso obiettivi condivisi le risorse e le energie di cui disponiamo – ha rilevato Giammarco Urbani, vice presidente di Confindustria Umbria nel suo intervento di saluto -. La necessità di fare sistema è, alla luce della situazione attuale, ancora più impellente. Dobbiamo unire sempre più le forze per aiutare la Regione e Terni a riprendere il cammino di crescita, dal quale ci siamo allontanati da circa 20 anni. Fare rete tra istituzioni, forze sociali, università, mondo della cultura, soggetti della finanza, fondazioni bancarie, non è espressione di un collateralismo provinciale, ma la sola risposta adeguata che un territorio possa dare alle sfide che lo attendono. Su questa linea ci siamo mossi in questo anno ed intendiamo continuare a farlo anche in futuro. Credo che i primi risultati raggiunti, o in corso di raggiungimento, confermino che la modalità è quella giusta. Gli indicatori economici registrano infatti, sia per l’Umbria, e ancor più per Terni, andamenti molto positivi fino alla fine del secondo semestre dell’anno in corso che hanno consentito di migliorare le prestazioni pre Covid. Lo shock energetico ha poi rimesso tutto in discussione, e siamo qui a ragionare su come uscirne vivi. Fondamentale, a tal riguardo, sarà la decisione che il 30 settembre assumerà l’Europa sul tetto al prezzo del gas».

Le conclusioni

I lavori sono stati chiusi della presidente della Regione Donatella Tesei che, nel suo intervento, ha sottolineato come il ruolo dell’istituzione pubblica sia quello di creare quelle condizioni abilitanti che permettano alle aziende di lavorare bene, di produrre valore e occupazione. «Le imprese – ha detto – hanno anche un ruolo sociale che il pubblico deve sostenere. Il nostro compito è mettere insieme e far dialogare le forze del territorio perché siamo convinti che questo abbia ricadute significative sull’intera comunità. Soprattutto in una fase difficile come quella che stiamo attraversando, sentiamo forte la responsabilità di individuare soluzioni per difendere pil e occupazione. In questa direzione sono fondamentali i percorsi formativi che debbono essere quanto mai qualificanti e adeguati alle esigenze delle imprese».

I componenti del consiglio direttivo di Confindustria Terni

Giovanni Addino (Alcantara), Paolo Amadei (Ferrocart), Sergio Asciutti (Logistica Integrata e Servizi), Carlo Befani (Umbria Energy), Fabio Bernini (Befood), Franco Giubila (Beaulieu Fibres International Terni), Giuseppe Mascio (Gruppo Mascio), Luigi Nigrelli (Sangraf Italy), Carlo Orsini (SII, Servizi Idrico Integrato), Stefano Pallotta (Pallotta), Vittorio Pellegrini (Pellegrini Costruzioni), Roberto Pernazza (Pernazza Group), Massimo Piacenti (All Food), Massimo Ponteggia (Impresa Ponteggia), Giovanni Posati (Coiben), Leonardo Pozzoli (Free Luce e Gas), Francesco Salvati (WDE Maspell), Giovanni Scordo (Acciai Speciali Terni), Gino Sesto Timpani (Konig Metall GT), Giovanni Troiani (Autoservizi Troiani) e Danilo Valenti (Cosp Tecno Service).


LE FOTO


di Riccardo Morelli
Presidente della sezione territoriale di Terni di Confindustria Umbria

Gentile Presidente Tesei, Signor Prefetto, Procuratore Liguori, Presidente Pernazza, Sindaco Clementella, Sindaco Latini, Autorità, vi ringrazio per la apprezzata partecipazione alla nostra assemblea annuale. La vostra presenza testimonia l’attenzione con cui seguite la vita economica del territorio ed il rispetto e la considerazione che avete nei confronti della Sezione di Terni di Confindustria Umbria.

Di ciò vi sono personalmente grato, perché conferma la qualità e la serietà della nostra azione, alimentata dalla passione e dall’impegno di tanti imprenditori che negli anni si sono dedicati alla vita associativa. A tutti loro va il mio sincero ringraziamento.

SOSTENIBILITÀ: LA SCELTA STRATEGICA PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO

Per interpretare nel migliore dei modi il ruolo di classe dirigente, alcuni anni fa ci siamo confrontati con la sfida di individuare un percorso di evoluzione del territorio che potesse traguardare la città e le imprese verso un futuro di crescita. Da parecchio tempo, infatti, siamo consapevoli che la preparazione del domani non può essere predisposta con l’inerzia dell’oggi. Per costruire il futuro non è sufficiente assecondare le dinamiche spontanee; è necessario, tramite lo studio, la riflessione ed il confronto, capire quali possano essere le prospettive realmente perseguibili per un territorio, a partire dalle sue caratteristiche. Questo sforzo di definire una Visione per Terni lo abbiamo avviato a partire dal 2015 quando affidammo all’istituto Ambrosetti l’incarico di redigere uno studio sulle possibili traiettorie di sviluppo per Terni.

Il Master Plan individuò alcune direttrici principali, e tra di esse figurava la sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle imprese. Già allora, infatti, affioravano i primi segnali di un cambio di paradigma, che avrebbe poi portato all’affermazione diffusa di nuovi modelli produttivi, di stile di vita e di comportamenti sociali. La Sostenibilità è diventata per la Sezione il faro che ha illuminato le sue iniziative e quelle di tante imprese associate che, progressivamente, hanno visto in essa un nuovo modo di gestire e di intendere il ruolo dell’impresa.

Da quella intuizione – che era originale – sono derivati dei progetti per declinare in azioni concrete un principio che andava praticato, per portare risultati oggettivi e misurabili. Urban Re-generation è certamente il primo, e probabilmente uno dei più importanti, perché ha avuto il merito di aprire il nuovo tracciato. Promosso nel 2019, grazie all’impegno di otto aziende, e sostenuto generosamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni – approfitto per salutare il suo presidente, l’amico Prof. Luigi Carlini – il progetto coinvolge oggi circa 30 imprese, orientate a perseguire obiettivi di sostenibilità.

Fondato su un Manifesto articolato in 10 punti collegati all’Agenda Onu 2030; composto di più attività, dalla diagnosi di sostenibilità alla raccolta di buone pratiche, punta alla valorizzazione del territorio in chiave di sviluppo sostenibile, promuovendo una rigenerazione urbana, produttiva e sociale.
Nei primi due anni ha consentito alle 8 imprese promotrici di raggiungere i seguenti risultati: abbattimento di 42.000 tonnellate di CO2 emesse in atmosfera; riduzione del 60% dei consumi energetici per l’illuminazione; grande quantità di scarti di produzione reimpiegati come materia prima nel ciclo produttivo; abbattimento sostanziale del consumo di acqua.

Il prossimo traguardo è dare vita al primo distretto italiano della sostenibilità, dell’economia circolare e della rigenerazione urbana; certificarlo e redigere il primo Bilancio italiano di sostenibilità di distretto. Il secondo progetto che va nella direzione della sostenibilità è quello del rilancio del polo chimico. Completato il processo di assegnazione delle aree ex Basell del compendio che prevede il consolidamento di aziende già presenti e l’ingresso di nuove imprese, si persegue ora l’obiettivo di dare nuove prospettive al polo favorendo la sua specializzazione produttiva basata sulla bioeconomia circolare.

Un passo fondamentale in questa direzione è rappresentato dai lavori di riqualificazione ed ammodernamento delle infrastrutture comuni del compendio, così da provvedere al rilancio del sito. Nei mesi scorsi è stato profuso un forte impegno in questa direzione, che ha coinvolto le Istituzioni nazionali e locali, e che speriamo possa consentire di intervenire presto sulle infrastrutture energetiche, logistiche, di depurazione, e sulle utilities del Polo, così da far tornare il complesso economicamente competitivo, per evitare il pericolo che aziende in esso insediate perdano quote di produzione a vantaggio di altri siti.

Nella prospettiva di sviluppare una filiera circolare di produzione di biomateriali, un ruolo fondamentale sarà svolto dalle aziende leader che già operano all’interno del compendio, e che dovrebbero avere la capacità di guidare catene del valore ispirate alla bioeconomia. All’interno del sito si immagina di collocare anche centri per creare conoscenze e competenze, e di un Hub per la sostenibilità. In questo scenario si colloca anche la vicenda della Treofan, che abbiamo seguito e continuiamo a seguire con grande attenzione, anche con un supporto tecnico, auspicando che si possa trovare una soluzione positiva in termini occupazionali e possibilmente coerente con la politica di rilancio del Polo.

Un altro tassello che compone il mosaico della sostenibilità è quello dell’ecosistema dell’innovazione. A Terni dovrà trovare sede un centro di trasferimento tecnologico sui bio-materiali sostenuto dai fondi del Pnrr, grazie al successo della proposta presentata dall’Università di Perugia insieme ad altri Atenei di Umbria e Abruzzo. Lo “Spoke”, così si chiama, potrà svolgere attività di ricerca, formazione, incubazione di start up e sostegno all’innovazione proprio negli ambiti tematici che intendiamo connotino sempre di più il nostro territorio. Un ulteriore elemento per noi molto rilevante è quello legato all’idrogeno.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza riserva una attenzione particolare alla produzione, distribuzione ed all’uso dell’idrogeno, stanziando risorse significative.
Il nostro interesse riguarda i progetti per la produzione in aree industriali dismesse, l’utilizzo in settori “hard to abate” (acciaio, cemento, carta, chimica etc), la sperimentazione nel trasporto ferroviario oltre che la ricerca e lo sviluppo.

L’obiettivo è sostenere a Terni un’economia basta sull’idrogeno verde che, per esempio, può assumere un ruolo molto rilevante in una prospettiva di decarbonizzazione nel settore dell’acciaio. Guardiamo quindi con grande interesse alle iniziative che sta assumendo la Regione ed all’attuazione della misura del Pnrr che intende favorire il ricorso all’idrogeno nei settori energivori, non solo per le conseguenze che avrebbe per l’impresa più direttamente interessata, ma anche per le prospettive complessive di sviluppo.

Urban Re-generation, Polo chimico, Ecosistema dell’innovazione, idrogeno verde sono quindi le tappe di un percorso che ci porterà a far evolvere la conca ternana nella Valle della sostenibilità. È un traguardo che stiamo costruendo insieme alla Regione e che richiede appropriati interventi di politica industriale. Per sostenere l’economia circolare occorrono incentivi alla simbiosi industriale; aiuti per l’ammodernamento della capacità impiantistica e autorizzazioni più rapide.

La proroga dell’Area di crisi complessa dovrebbe fornire gli strumenti e le risorse, nazionali e regionali, per qualificare Terni e Narni in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Il precedente ciclo di interventi ha consentito di supportare le imprese in un passaggio molto delicato, con risultati positivi, come vedremo tra poco. Adesso gli sforzi debbono confluire verso la realizzazione di un nuovo modello di impresa e di relazioni che questa intrattiene con il sistema nel quale opera. A tal riguardo esprimo grande soddisfazione per il clima instaurato con le istituzioni locali e con le agenzie regionali, tra cui Sviluppumbria, con le quali abbiamo un dialogo costruttivo e proficuo.

È evidente che riconfigurare il profilo di Terni è possibile solo se la sua più grande azienda, l’Ast, che genera i due terzi del fatturato industriale della provincia, guida questo processo. La nuova proprietà che si è insediata a febbraio, a cui rinnoviamo in questa sede la più cordiale accoglienza ed a cui rivolgiamo un caloroso benvenuto per il tramite del management presente, ha espresso da subito l’intenzione di effettuare investimenti molto rilevanti per il rilancio della fabbrica con una attenzione particolare agli aspetti della sostenibilità. Il miliardo di investimenti programmati dalla famiglia Arvedi costituisce un’occasione straordinaria per la competitività dell’acciaieria e per lo sviluppo di Terni.

Sono coerenti con questo scenario altri progetti di investimento, con ricadute occupazionali significative, come quello annunciato nei giorni scorsi da Tapojarvi o come quello in via di ultimazione dell’Alcantara, nostre associate. La transizione deve essere però graduale, proporzionata, tecnologicamente neutrale ed economicamente fattibile. I rischi di una corsa in avanti sono elevati, ed in un momento in cui si riaprono in tutta Europa le centrali a carbone bisogna essere attenti sulle scelte da fare. Ne è un valido esempio il caso dell’automotive con l’uscita dal mercato del motore endotermico in tempi ravvicinati, dettato forse più da elementi di emotività che da elementi razionali.

A Terni siamo molto sensibili a questo tema perché esistono realtà industriali di primissimo livello che operano principalmente nella filiera dei sistemi di scarico, che è radicalmente compromessa dalle regole comunitarie. Per aiutare le aziende coinvolte ad impostare un piano di riconversione, che implica ripensare mercati, processi produttivi e competenze professionali, abbiamo dato impulso alla costituzione di un Tavolo regionale per l’automotive – per il quale ringraziamo l’assessore Fioroni – che dovrà anche individuare gli strumenti e le misure più adeguate, e finanziariamente dotate, per supportare una trasformazione che, se non governata, può avere effetti molto seri sulle imprese e sull’occupazione, non solo ternane ma umbre. Da una nostra analisi risulta infatti che in regione operano nella filiera allargata 145 imprese di trasformazione, che assorbano oltre 6.000 addetti, con un fatturato di circa 2 miliardi.

Oggi abbiamo l’occasione di riflettere su questi scenari con due illustri ospiti, Marco Stella, vicepresidente di Anfia, – associazione della filiera automobilistica – ed Andrea Pontremoli, Amministratore delegato di Dallara Automobili e dal 2017 Presidente di Motorvehicle University of Emilia Romagna. A loro rivolgo il saluto ed il ringraziamento mio personale e degli industriali della Sezione perché con la loro graditissima ed autorevolissima presenza qualificano i nostri lavori, portando uno straordinario contributo di esperienza e conoscenza.

UNA RIPRESA INTERROTTA

Oggi la provincia di Terni si presenta all’appuntamento con il futuro in buone condizioni. Il suo tessuto industriale, costituito da 1.087 società di capitali, lo scorso anno ha prodotto ricavi per 3,3 miliardi di euro ed ha occupato più di 7.000 persone. I dati 2021 relativi alla demografia delle imprese; all’occupazione, alle vendite all’estero; al mercato del lavoro sono tutti incrementali rispetto al 2019.

Il buon andamento si è rafforzato all’inizio del 2022. Ne è testimonianza l’export: nel primo trimestre dell’anno le esportazioni sono cresciute del 47% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel medesimo intervallo di tempo la provincia di Perugia ha registrato un + 29%, l’Umbria un + 35%, l’Italia un + 23%.
La Cig ordinaria è tornata su valori analoghi a quelli del periodo pre pandemia.

La dinamica espansiva che ha interessato l’Europa ed anche l’Italia, che nel secondo trimestre 2022 è cresciuta più della UE (1,1% contro 0,8%), si è interrotta in estate, per il mutare del contesto economico e per l’esplosione dell’emergenza energetica, amplificata dalla guerra in Ucraina. Il rallentamento complessivo della domanda globale, dagli Stati Uniti alla Cina, passando per la Germania e la Francia che hanno già avviato la discesa, chiude anche per Terni una fase positiva ed apre prospettive nei prossimi mesi caratterizzate dal ridimensionamento dei ritmi produttivi. Gli indici di fiducia delle imprese continuano a flettere. Le attese sull’occupazione restano preoccupanti. La Banca Centrale Europea ha delineato due scenari: quello base, prevede per il 2023 la stagnazione (+0,9%); quello avverso, la recessione (- 0,9%).

Di fronte ai grandi problemi con cui ci stiamo confrontando in questi giorni – bolletta energetica; inflazione; aumento dei tassi di interesse; adeguamento insufficiente dei listini; colli di bottiglia nelle catene di fornitura; carenza di competenze – continuiamo con orgoglio ad esercitare la nostra responsabilità sociale nei confronti dei nostri collaboratori e stiamo facendo di tutto per tutelare l’occupazione nelle aziende. Continueremo a confrontarci con le organizzazioni sindacali, mossi da spirto collaborativo per dare soluzione ai problemi e per affrontare i temi legati alla riqualificazione e formazione dei lavoratori, forti di una leadership nella contrattualistica che anticipa ogni effetto del salario minimo.

EMERGENZA ENERGETICA

Torno brevemente sull’emergenza energetica, a cui ho fatto un rapido cenno. Terni è un territorio gasivoro ed energivoro. Il consumo annuo di gas naturale per uso industriale in provincia di Terni è di 171 milioni di metri cubi; in quella di Perugia è di 90 milioni. ll nostro apparato produttivo adopera quasi il doppio del gas di quello perugino, pur essendo circa un terzo in valori assoluti. La situazione si ripete, con intensità minore, per l’energia. L’industria ternana consuma 1525 Gigawatt; quella perugina 1.110. Questi dati sono sufficienti a capire quanto siamo colpiti dalla crisi energetica.

Nonostante gli interventi adottati dal Governo che valgono oltre 60 miliardi e le ‘misure eccezionali, mirate e limitate nel tempo’ individuate dalla Commissione europea, le imprese ancora navigano a vista, hanno difficoltà a rinnovare i contratti di gas ed elettricità per il 2023, con conseguenti difficoltà nella programmazione delle produzioni, pur avendo portafogli ordini importanti, già acquisiti. ‘È perciò urgentissimo’, come ha detto il Presidente Mattarella, ‘superare le resistenze che ancora ci sono in UE sul tetto al prezzo del gas’. L’emergenza energetica è un tema per il quale si sta spendendo molto il nostro presidente Briziarelli, che ringrazio per quanto sta facendo.

PNRR

Cari colleghi, domenica andremo alle urne per le elezioni politiche e Confindustria nel rispetto della natura apartitica ha elaborato da tempo un documento in cui individua 18 priorità per un Governo capace di riforme incisive, stabilità finanziaria e crescita coesa. Mi limito a richiamarne solo due: il taglio al cuneo fiscale ed il Pnrr. Consideriamo necessario ridurre il cuneo fiscale nella sua componente contributiva, in modo da aumentare il potere di acquisto dei salari e ridurre il costo del lavoro. Proponiamo un intervento per 16 miliardi, concentrati per due terzi a vantaggio dei lavoratori sotto i 35 mila euro. L’attuazione delle riforme e degli investimenti del Pnrr è essenziale per la modernizzazione dell’Italia, e, di conseguenza dell’Umbria e di Terni. I progetti del Pnrr che coinvolgono la nostra regione sono numerosi, ammontano ad oltre 1 miliardo e mezzo di euro, e riguardano le opere infrastrutturali, la mobilità, la ricostruzione, la sanità, la ricerca e l‘innovazione. Una buona parte dei progetti interessa Terni.

I 5 PILASTRI PER IL FUTURO DI TERNI

Terni ha una caratteristica: è da sempre terra manifatturiera, ricca di multinazionali e grandi imprese che sono un valore straordinario, e costituiscono uno dei pilastri su cui appoggiare il rilancio industriale, esse portano innovazione; modelli organizzativi performanti; cultura manageriale; connessioni internazionali.
Inoltre, vi è un importante tessuto di PMI che ha dimostrato grande resilienza e capacità competitiva. Esprime vere e proprie eccellenze, che vanno aiutate con misure specifiche per crescere e ad evolvere nelle direzioni indicate, anche con il supporto del credito bancario, ora che cessano gli strumenti straordinari adottati durante la pandemia e che i tassi di interesse sono in forte rialzo. Il ruolo delle banche nei prossimi mesi sarà determinante per la salvaguardia del sistema imprenditoriale locale.

Il terzo pilastro riguarda la conoscenza ed il trasferimento tecnologico. Si sta costruendo a Terni una piattaforma di ricerca articolata nei vari centri esistenti ed in corso di progettazione (l’ecosistema dell’innovazione sui biomateriali, ad esempio) che costituiscono il presupposto scientifico dello sviluppo dei prossimi anni.

Le competenze, i saperi, le abilità professionali sono l’altro aspetto su cui costruiremo il nostro futuro. Da questo punto di vista è strategico potenziare in tempi brevi il Polo universitario di Pentima, per fare in maniera tale che si realizzi finalmente un polo universitario vero, attrattivo, in grado di concentrare su Terni ragazzi anche dalle regioni limitrofe, in cui la contaminazione di saperi e di esperienze scientifiche dei docenti alimentino la vita accademica e la formazione degli studenti, che dovrà necessariamente considerare gli indirizzi di cui il territorio necessita e che dovranno essere il frutto del confronto franco tra il mondo accademico e quello dell’impresa.

Un presidio universitario importante potrà dare un grande slancio economico e sociale al territorio ternano. Credo siano maturi i tempi per costruire insieme un progetto esecutivo che risponda alle nostre attese. La preparazione terziaria professionalizzante ha nell’Its umbro un punto di eccellenza nazionale, che va salvaguardato e rafforzato. Finalmente avremo una sede fisica dell’Its Umbria Academy su Terni all’interno dell’area di Pentima. La regione ha deliberato fondi ingenti per la riqualificazione del sito ed è in corso la progettazione preliminare. Nelle prossime settimane verrà pubblicato il bando per l’assegnazione della progettazione esterna e presumibilmente nel primo semestre del 2023 si potranno iniziare i lavori di ristrutturazione.

Abbiamo più volte sostenuto la necessità di avere una sola Fondazione, che promovesse più corsi a Terni. L’offerta sul territorio è aumentata in questi mesi, e di ciò desidero ringraziare il presidente Cioffi, con il quale c’è un confronto continuo e serrato. Adesso, anche d’intesa con le scuole superiori, di cui oggi sono presenti alcuni presidi dobbiamo vincere la nuova sfida, ‘portare i ragazzi nei corsi’. Occorre lavorare sull’orientamento nelle scuole per offrire un quadro più ampio ed aggiornato delle possibilità che i ragazzi hanno davanti, spiegando loro che il territorio, le imprese hanno tanto da offrire, perché sono alla ricerca di figure professionali moderne e sempre più specializzate.

Sarà importante il supporto dei Giovani imprenditori perchè hanno maturato un’importante ed utile esperienza in materia di orientamento, ed anche perchè hanno linguaggi e sensibilità molto più moderni e simili a quella dei ragazzi. Il quinto pilastro, infine, sono le infrastrutture. Ne cito solo due per brevità, anche se l’elenco sarebbe lungo. La bretella di San Carlo che non trova luce e la piastra logistica dove dopo anni di rinvii, va trovata una definizione al progetto per dare finalmente il via allo sblocco del collegamento ferroviario ed al completamento immobiliare della struttura.

FIDUCIA

Ho tracciato il percorso che intendiamo compiere per portare Terni all’appuntamento con il suo futuro. Lo faremo con fiducia, forti dei nostri valori e del nostro impegno, che ho avuto il piacere di condividere con il vice presidente e con i consiglieri, che ringrazio per il supporto che non hanno mai mancato di dare.
Desidero ringraziare fin d’ora per il lavoro che svilupperemo insieme nel prossimo biennio il nuovo vice presidente Marco Centinari, e i componenti del Consiglio.

Prezioso sarà, come è sempre stato, il supporto della struttura, che ha visto un importante rinnovamento alla direzione e che accompagna le nostre imprese con professionalità e passione, molto apprezzate dagli associati.

Cari Colleghi, Autorità, il Santo Padre nell’udienza dei 12 settembre ha definito noi imprenditori ‘motore primario di sviluppo e di prosperità’. Ci ha invitato a non dimenticare ‘l’odore del lavoro’; e ci ha invitato ad ‘essere protagonisti di questo cambiamento d’epoca’, dando vita ad un sistema economico diverso, dove la salvaguardia dell’ambiente sia un nostro obiettivo diretto ed immediato. Ritengo che la direzione che abbiamo intrapreso ed i progetti che abbiamo avviato vadano esattamente in questa direzione che esalta il valore dell’impresa e dell’imprenditore. Sono certo che tutti insieme sapremo raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati e che l’industria di Terni diventerà un laboratorio di modernità e di sostenibilità, che potrà essere preso a riferimento a livello nazionale ed internazionale.

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