Confindustria Umbria, inizia ‘l’era’ Briziarelli. Urbani è il numero due

Martedì pomeriggio al Lyrick di Assisi l’assemblea generale. Il neo presidente: «Diamo vita ad un ‘patto per l’Umbria’»

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L’assemblea di Confindustria Umbria, che si è riunita martedì 2 novembre al teatro Lyrick di Assisi, ha eletto Vincenzo Briziarelli, Presidente di FBM spa, alla guida degli industriali umbri per il biennio 2021-2023. Alla vice presidenza è stato eletto Giammarco Urbani, amministratore delegato della Urbani Tartufi Srl. L’elezione è avvenuta nel corso della parte privata dell’assemblea, riservata alle imprese associate, durante la quale è stato approvato il programma di attività del mandato. Vincenzo Briziarelli succede ad Antonio Alunni, giunto al termine del proprio mandato.

Gli interventi

È stato il presidente uscente Alunni, dopo i saluti istituzionali del sindaco di Assisi Stefania Proietti, ad aprire con la propria relazione la parte pubblica dell’assemblea, alla quale sono intervenuti il neo presidente Briziarelli e la presidente della Regione Donatella Tesei. È stato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, a chiudere con il proprio intervento i lavori dell’assemblea.

I riconoscimenti

In occasione dell’assemblea, Confindustria Umbria ha consegnato il ‘Premio fedeltà associativa’ alle aziende iscritte da 50 e 75 anni. Sono state premiate C.S.C. Calcestruzzi Sabatini Crisanti, Colabeton, Fucine Umbre, Italmatch Chemicals, Krea Costruzioni e Tintoria Lavanderia Petrini.

Alunni, Bonomi, Briziarelli


Di seguito l’intervento del neo presidente di Confindustria Umbria, Vincenzo Briziarelli:

Caro presidente Bonomi, gentile presidente Tesei, autorità, colleghi, abbiamo davanti a noi un’occasione storica: possiamo orientare il futuro delle imprese e della regione per i prossimi 20 anni. In nessun’altra epoca recente c’è stata una situazione simile. Mai, come in questo periodo, si è avuta la convergenza di fattori che consentono di cambiare in senso strutturale il Paese, l’Umbria, le aziende. Tra essi figurano: la ripresa dell’economia; l’orientamento della politica europea; le prossime riforme; la credibilità del Governo; la disponibilità di risorse finanziarie; e, infine, le tecnologie che pervadono la vita ed il lavoro di ciascuno di noi. Sono elementi che costituiscono un contesto che offre grandi opportunità di cambiamento. Sta alla nostra responsabilità, affrontare questo scenario con la consapevolezza che dalle scelte di oggi dipendono i nostri destini e quelli delle prossime generazioni. L’obiettivo è innescare una nuova fase di crescita sostenibile, in cui l’innovazione e la competitività siano coniugate con la tutela dell’ambiente, dell’occupazione, della qualità della vita e dell’equità. È richiesto un impegno straordinario, senza il quale rischieremmo di dissipare una grande quantità di risorse e di ritrovarci nel 2024 con un tasso di crescita modesto, incompatibile con la sostenibilità del debito pubblico. Per quanto difficile, è alla nostra portata.

Le fasi di profonda trasformazione non possono essere gestite con successo se vengono affrontate dalle forze del Paese in maniera separata. La proposta del presidente Bonomi di un patto sociale risponde all’impellente esigenza di unire le energie migliori per progettare insieme il futuro. Ritengo che lo stesso approccio debba essere adottato a livello regionale. È necessario perseguire lo spirito di collaborazione di cui si è fatta promotrice Confindustria, e dare vita ad un ‘patto per l’Umbria’. Un patto che si basi su una visione di lungo periodo dell’industria e della regione, e su una prospettiva dalla quale discendano decisioni coerenti. Un patto che aggreghi le intelligenze e le risorse di quanti possono contribuire al rilancio dell’economia e che unisca le istituzioni, le associazioni di categoria, i sindacati, la ricerca e la formazione. Un patto che richiede responsabilità, non disimpegno; trasparenza dei comportamenti, non opacità delle relazioni; condivisione di finalità comuni, non perseguimento di interessi di parte. Abbiamo un solo obiettivo, comune a tutti noi: riportare insieme le imprese, la comunità e l’Umbria ai livelli che meritano e che sono propri delle aree più avanzate. Non rendersi conto di ciò, e continuare ad agire come se il mondo circostante non richiedesse l’unione degli sforzi sarebbe un errore imperdonabile; sarebbe un autogol, ma volontario. Mi rivolgo innanzitutto alla presidente Tesei, e poi agli altri rappresentanti istituzionali, ai dirigenti sindacali, ai colleghi del mondo associativo, ai vertici della cultura, della ricerca e della finanza per invitarli a costruire insieme un percorso che generi nuove possibilità di crescita.

Stiamo uscendo da una lunga fase di difficoltà che, per la globalizzazione deregolamentata prima, la crisi finanziaria poi, e da ultimo, il Covid, ha messo a dura prova la tenuta del sistema produttivo. Abbiamo attraversato anni durissimi, per alcuni settori addirittura drammatici – penso alla filiera delle costruzioni -, e la regione ha sofferto una flessione del prodotto interno lordo che l’ha portata indietro di oltre venti anni. Sottolineo con orgoglio che se oggi abbiamo un atteggiamento di fiducia lo si deve soprattutto alla tenacia ed al coraggio dei tanti imprenditori che nei momenti più complicati hanno reagito alle difficoltà con un’eccezionale forza d’animo, unita ad una incrollabile volontà di andare comunque avanti. Perché l’attuale inversione di tendenza della congiuntura economica non sia un mero rimbalzo, ma assuma un carattere strutturale, bisogna mettere in campo anche nel nostro contesto nuove iniziative. Confindustria Umbria ha perciò due grandi compiti da svolgere: primo, aiutare le imprese in questo percorso di crescita e cambiamento; secondo, lavorare per creare le condizioni ideali per lo sviluppo economico e sociale nel nostro territorio. Nei prossimi anni ci sarà in Umbria una disponibilità di risorse mai viste prima, perché si sovrappongono la chiusura del passato ciclo di programmazione, l’avvio di quello nuovo (21/27) e l’implementazione del piano nazionale di ripresa e resilienza. Se queste circostanze irripetibili saranno un grande volano per la crescita, o una altrettanto grande occasione mancata, dipende dal comune senso di responsabilità.

Confindustria Umbria e gli imprenditori non possono fare da soli. Se alcune condizioni amministrative, regolamentari e normative, ereditate nel tempo, e particolarmente restrittive, non saranno quanto meno allineate a quelle di altre regioni, rischiamo di vanificare tutti gli sforzi e di non rendere strutturale la ripresa, o, ancor peggio, incentivare di fatto gli investimenti al di fuori della nostra Umbria. Qualcosa evidentemente non funziona come dovrebbe se, ancora oggi, l’attività d’impresa non viene considerata come merita, nonostante le apprezzatissime intenzioni del governo regionale. Le aziende devono essere supportate dalle Istituzioni perché costituiscono il motore del territorio e saranno quindi lo strumento e l’opportunità del suo progresso. Invitiamo pertanto le Istituzioni competenti a lavorare insieme a noi perchè la nostra bellissima regione possa svilupparsi in questi prossimi anni.

Caro Presidente Bonomi riprendo le tue parole: ‘è tempo di un’azione comune, oppure non sarà un’azione efficace’. In questo momento ciascuno di noi ha bisogno degli altri. Nessuno da solo può riuscire a raggiungere l’obiettivo che è comune a tutti. Connettere le competenze è ciò che dobbiamo fare con maggiore urgenza per aiutare le imprese a trarre forza dall’ambiente che le circonda.

Gentile presidente Tesei, l’ottimo lavoro fatto per il turismo, che ha consentito di far conoscere ed apprezzare l’Umbria a centinaia di migliaia di italiani, facendo registrare ad agosto tassi record di visitatori, potrebbe essere replicato con un progetto comune per attrarre nuovi investimenti. L’Umbria, infatti, oltre ad avere un mare di bellezza, ha anche un mare di imprese, di ricercatori, di professionisti e di talenti che bisogna far conoscere, promuovere, tutelare, incentivare.

Cari colleghi, mi avete affidato il compito di guidare un’associazione che nella sua storia ha saputo conquistare la stima degli associati, il rispetto delle istituzioni, la considerazione di Confindustria. Vi sono grato per la fiducia di cui mi avete onorato, e cercherò di svolgere il mandato in base agli obiettivi, ai contenuti ed al metodo che ho tracciato rapidamente: aiutare le imprese a crescere in modo sostenibile; accompagnarle con servizi evoluti e con una rappresentanza efficace; ricercare il dialogo e la collaborazione con le istituzioni. Insieme al vicepresidente Giammarco Urbani ed ai colleghi dirigenti spero di poter condurre Confindustria Umbria con la sobrietà e la concretezza che caratterizzarono il tratto di mio padre e di mio nonno nella loro lunga esperienza associativa. Sobrietà e concretezza che implicano capacità di ascolto, apertura al confronto, rispetto dell’interlocutore e determinazione nelle scelte. Desidero concludere questo mio intervento ringraziando chi mi ha preceduto e quanti mi affiancheranno nel portare avanti questo incarico.

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