di F.T.
Un risarcimento complessivo di 248.787 euro in favore del Consorzio di Bonifica Tevere-Nera. Era stato contestato dalla procura presso la Corte dei Conti dell’Umbria a dieci figure apicali operanti nell’ambito dell’ente consortile, fra consiglio di amministrazione e direzione: il presidente Massimo Manni, i consiglieri Ortenzio Matteucci, Giovanni Ciardo, Sergio Tamburini, Anacleto Bernardini, Paolo Silveri, Giuseppe Malvetani, Alessandro Romoli, Giovanni Montani e la direttrice Carla Pagliari. Tutti sono stati assolti dalle contestazioni, con sentenza emessa dal collegio giudicante della Corte dei Conti dell’Umbria (presidente Giuseppe De Rosa, giudici Giuseppe Vicanolo, Elisabetta Conte).
Circa la cifra contestata dalla magistratura contabile, questa era composta per 164.265 euro da spese – ritenute indebite – per la manutenzione e la decespugliazione di strade vicinali, e da 84.522 euro relativi a quanto liquidato dall’ente consortile ad un dipendente a seguito di quattro cause di fronte al giudice del lavoro, in cui questi aveva ottenuto l’annullamento di altrettante sanzioni disciplinari.
Per il primo aspetto, i giudici di via Martiri dei Lager hanno rilevato che: le strade oggetto delle manutenzioni insistevano nel perimetro di contribuenza approvato dal Consorzio, che gli interventi erano previsti nel Piano di Classifica approvato dalla Regione, che le strade erano utilizzate dal Consorzio per raggiungere la rete idrografica per le attività di bonifica e che le opere erano finanziate con i contributi dei consorziati beneficiari del miglioramento fondiario. Per il secondo aspetto – il contenzioso lavoristico -, secondo la Corte dei Conti umbra il danno ipotizzato «non può ascriversi alle condotte dei convenuti, in quanto non illecite». Risultato: l’assoluzione di tutti i dieci convenuti, difesi dagli avvocati Giovanni Ranalli, Fabrizio Garzuglia, Roberto Spoldi e Andrea Andreini.