Discarica Valle Terni, diffida per Asm, Ast e Comune: tutti al Tar

Sin Terni-Papigno e contaminazione: la Provincia, su input del ministero, ha svolto le indagini per individuare i responsabili. Poi il triplo ricorso e il dietrofront

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di S.F.

La storia è complessa e di certo non si può risolvere con una mera ‘battaglia’ giudiziaria. Fatto sta che sul Sito di interesse nazionale Terni-Papigno – individuato dal ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare già con decreto del 2001 – si è creato un contrasto tra la Provincia, il Comune, Asm e l’Ast con tanto di triplo ricorso al Tar Umbria a fare da contorno: il casus belli è una diffida partita da palazzo Bazzani in seguito all’indagine propedeutica ad individuare i responsabili per la contaminazione delle acque sotterranee e le azioni necessarie per la bonifica. Provvedimento subito impugnato. 

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La Provincia indica i responsabili

Per quale motivo è partita la missiva per Comune, Ast e Asm? Il ‘titolare’ della bonifica dell’area Sin – in questo caso specifico si fa riferimento all’area della ex discarica Rsu di vocabolo Valle – è il ministero, il quale ha incaricato la Provincia (lo prevede la normativa) di individuare i responsabili della contaminazione: confronto in conferenza di servizi, poi palazzo Bazzani si è attivata per concludere il lavoro. Missione compiuta. In che modo? Adottando una diffida per avviare le procedure di bonifica del sito. Uno sviluppo che fa sorridere considerando l’importanza del tema ed i vent’anni trascorsi dal riconoscimento del Sito di interesse nazionale. Ma questo è.

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Il passo indietro e la ripartenza

Asm (l’unica a richiedere un giudizio cautelare con udienza fissata per martedì 9 febbraio), Comune e Ast si sono subito mosse impugnando la diffida della Provincia per varie ragioni, come ad esempio l’omessa comunicazione dell’avvio del procedimento. Conseguenza? In settimana l’ente del presidente Giampiero Lattanzi ha annullato in autotutela l’atto con firma del dirigente Maurizio Agrò, per poi riavviare l’iter nel giusto modo informando i soggetti coinvolti. Di fatto è stato eliminato il documento oggetto di ricorso al Tar. Tuttavia l’intenzione della Provincia sarebbe quella di reinviare la diffida.

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La Provincia di Terni

Vizio procedimentale

La Provincia ha quindi presuntivamente ritenuto ‘colpevoli’ Comune, Ast e Asm. C’è chi fatto notare a palazzo Bazzani che alcune azioni per migliorare la situazione in realtà sono già state fatte – la soluzione è ancora lontana, in particolar modo per il percolato – e che, oltretutto, il documento inviato è troppo generico: in sostanza si basa sul Testo unico ambientale 152 del 2006 senza input particolari o dettagliati. Al netto delle singole motivazioni che hanno portato al ricorso al Tar è stato sollevato in primis un vizio procedimentale: per ora l’atto impugnato è venuto meno, ma ciò non toglie che la questione si ripresenterà a stretto giro. Chiaro che tra le parti nessuno ha intenzione di inasprire il confronto su un argomento del genere.

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