Ecomafie, discarica di Valle sotto la lente

Nuove audizioni della commissione. Il Comune: «Parte dell’impianto non impermeabilizzato come chiede la normativa». I risultati sul Cromo VI

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Come annunciato, la commissione ecomafie è tornata a Terni, giovedì, per concludere in prefettura le audizioni nell’ambito della ‘missione’ iniziata a fine febbraio e che a breve proseguirà anche a Perugia. In mattinata la parola è passata al presidente della Provincia, Giampiero Lattanzi, al comandante della polizia provinciale Mario Borghi, al sindaco Leonardo Latini e all’assessore all’ambiente Benedetta Salvati e ai rappresentanti di due delle principali aziende del territorio, Ast ed Erg Hydro.

ARPA: «TERNI NON È PENALIZZATA»

Organici all’osso e controlli discontinui

Lattanzi e Borghi hanno riferito in merito al nucleo operativo Nos ambiente della polizia provinciale, che negli ultimi anni, a seguito della riforma delle province, è passato da circa 25 a 6 unità. Questo elemento, unito all’assorbimento del corpo forestale nell’Arma dei carabinieri, secondo i due auditi, ha determinato a Terni «una situazione di minore attenzione sugli illeciti ambientali». In particolare, Borghi ha sottolineato la necessità che sul territorio «ci sia un organo di controllo operante in continuo e non solo temporaneamente in base a campagne di controllo, che faccia da presidio e da punto di riferimento anche in chiave preventiva».

EX DISCARICA PAPIGNO, ‘OK’ A PIANO INTEGRATIVO

Ast dice la sua

È stata invece incentrata sulle emissioni in atmosfera, sulla bonifica dell’area Sin, sul progetto di recupero delle scorie, sulla presenza di amianto nello stabilimento e sulle malattie professionali dei lavoratori, la relazione dei rappresentanti di Ast, a partire dal direttore di stabilimento Massimo Calderini. I manager hanno snocciolato alcuni numeri: oggi lo stabilimento produce 990 mila tonnellate di rifiuti, di cui 400-440 mila vengono conferite in discarica. Di queste, 60-70 mila tonnellate sono rifiuti pericolosi rappresentati da fanghi di depurazione delle acque del ciclo produttivo. Riguardo alla bonifica del Sin, i rappresentanti di Ast hanno riferito che il ministero dell’ambiente ha dichiarato conclusa la caratterizzazione dei terreni, mentre è ancora in corso la caratterizzazione delle falde.

‘FOCUS’ SUI CAMINI AST

Cromo nei fanghi

In merito alle acque contenenti cromo VI percolate dalla galleria del Tescino, l’azienda ha correlato la contaminazione con il cemento usato per il tunnel e con la discarica di rifiuti urbani gestita dal Comune e non più in uso, sostenendo che qui sono state utilizzate scorie dell’acciaieria per ricoprire i rifiuti. La discarica di rifiuti solidi urbani è una porzione di vocabolo Valle, sito in buona parte destinato allo smaltimento dei rifiuti di Ast, situato sopra la galleria. Allo stesso tempo, i rappresentanti di Ast hanno spiegato che il cromo VI è presente in alcune tipologie di fanghi di depurazione e in misura minore nelle scorie. In base a quanto riferito, su un milione di tonnellate di produzione di acciaio, vengono usate da Ast 200 mila tonnellate di cromo: una parte di cromo finisce nei rifiuti e ossidandosi diventa cromo III o cromo VI in base alle condizioni ambientali.

Centrali idroelettriche, il ministero deve risposte

I rappresentanti di Erg Hydro – tra loro l’ingegner Walter Cardaci, responsabile del nucleo idroelettrico di Terni – hanno riferito invece rispetto alla bonifica dell’area delle centrali, dichiarando di essere in attesa di un riscontro da parte del ministero dell’Ambiente rispetto a un piano di valutazione del rischio proposto nel 2015 per l’area lungo il Nera, mentre il resto delle aree risultano messe in sicurezza.

Rifiuti e scorie a Valle

Nell’ultima audizione della mattinata la commissione ha infine ascoltato i rappresentanti del Comune in merito alla gestione dei rifiuti a Terni e alle diverse criticità ambientali del territorio, a partire dal Sin. Rispetto alla fuoriuscita di acqua contaminata da cromo VI dalla galleria del Tescino, sottostante la discarica di vocabolo Valle, i due hanno spiegato che il percolato proveniente dalla porzione destinata allo smaltimento dei rifiuti urbani, non più in uso dal 1997, viene tutt’ora gestito dal Comune e non contiene cromo VI. È stato inoltre specificato che dai carotaggi è emersa la presenza contestuale di rifiuti solidi urbani e scarti delle acciaierie, frutto di una coltivazione contestuale da parte di Comune e Ast. Inoltre, secondo quanto riferito dagli auditi, una parte della discarica A di vocabolo Valle in uso ad Ast non risulta impermeabilizzata come prescritto dall’attuale normativa.

Arpa, il Comune chiede il direttore di dipartimento

Per quanto riguarda la contaminazione da diossine individuata in campioni alimentari, secondo i rappresentanti del Comune è mancato il coordinamento regionale per valutare i risultati della grande quantità di analisi effettuati da Arpa e Asl. Rispetto invece al monitoraggio del territorio, il Comune ha evidenziato la necessità per Arpa di ripristinare la figura del direttore di dipartimento che sta sul territorio e ha rapporti con tutti i soggetti e i portatori di interessi locali.

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