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Home » Conte: «Lockdown locali in base ai dati dei singoli territori»

Conte: «Lockdown locali in base ai dati dei singoli territori»

di Fabio Toni
3 Novembre 2020
in Ambiente e salute, Apertura 5, Coronavirus, In evidenza
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
Giuseppe Conte

Giuseppe Conte

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Un nuovo «corpus di misure restrittive da adottare anche prima del 4 novembre», esigenza emersa dalle risultanze dell’andamento epidemiologico elaborate dal Comitato tecnico scientifico. Il pemier Giuseppe Conte è andato in parlamento lunedì mattina per condividere le proposte relative al nuovo step normativo anti Covid, dopo l’ultimo Dpcm del 24 ottobre. Il presidente Conte ha anche rinnovato l’invito alle opposizioni, sin qui respinto, di mettersi al tavolo con il Governo.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

«Quadro critico»

«Il quadro epidemiologico nazionale ed europeo è critico – ha detto Conte -, il virus corre impetuosamente in tutto il continente, costringendo ogni paese ad adottare misure sempre più restrittive. L’Europa è, ad oggi, una delle aree mondiali più colpite dall’urto della seconda ondata ed anche da noi la situazione continua a peggiorare rapidamente. Nelle ultime settimane si sono moltiplicati i contagi, ancora inferiori rispetto a quei paesi dove la pandemia è ripartita prima, ciò anche in ragione di una capacità di screening che nel tempo si è moltiplicata. Al momento abbiamo comunque oltre il 65% delle persone asintomatiche e comprendendo quelle con sintomi lievi, la percentuale sale al 95%».

«Screening fortemente potenziato»

«Ora non c’è una insostenibile pressione nei reparti di terapia intensiva, quanto piuttosto registriamo un crescente e preoccupante affollamento nei restanti reparti, come le terapie sub intensive e le aree mediche degli ospedali. In questo senso nei giorni scorsi abbiamo sottoscritto un accordo stralcio con i medici di medicina generale per somministrare agli assistiti test rapidi antigenici, per poi procedere alle cure a domicilio ove possibile. Dieci milioni di test sono stati già acquistati e con questa fornitura le regioni potranno somministrare fino a 100 mila test rapidi al giorno. Analoga richiesta riguarda i tamponi molecolari e potranno esserne effettuati fino a 250 mila al giorno. Se la situazione dovesse evolvere negativamente, potremo contare anche sul personale militare, sanitario e non, con strutture da campo dell’Esercito impiegabili con un preavviso da 72 ore in giù».

«Si va verso lo scenario ‘4’»

«Siamo in un quadro epidemiologico in via di transizione verso uno scenario di tipo ‘4’ – ha detto Conte – con alcune regione che già nel breve periodo sono a rischio di tenuta dei servizi sanitari. La situazione è complessivamente grave e ci sono dei territori e province autonome con un rischio molto elevato di trasmissione non controllata, a breve o nel prossimo mese. L’RT nazionale, pari ad 1,7, è ovviamente cresciuto nelle singole realtà. C’è anche un’alta probabilità che nel prossimo mese, 15 regioni superino le soglie indicate come critiche per le terapie intensive e le aree mediche. Vero è che le stime non tengono conto delle ultime misure, come il Dpcm del 24 ottobre, i cui effetti vengono valutati dal 14 esimo giorno successivo l’attuazione».

«Misure in base alle singole situazioni dei territori»

«In ogni caso – ha detto il presidente del Consiglio in aula -, l’ultimo report certifica una situazione diffusamente grave sul territorio nazionale e particolarmente critica in alcune regioni. Per questo siamo costretti ad intervenire con una più stringente strategia contenitiva e mitigativa del contagio. Strategia che va modulata sulla base dei territori, graduandone la severità rispetto alla circolazione del virus ed al rischio di tenuta dei servizi senitari. Intendiamo così attuare nuovi interventi restrittivi modulati sulle singole realtà, sulla base dei criteri di rischio rigorosamente elaborati a livello scientifico. Oggi disponiamo di una struttura di prevenzione e monitoraggio che non misura solo il tasso di contagiosità, ma che elabora i dati dei territori sulla base di 21 diversi parametri: numero di casi sintomatici notificati per mese, numero di casi con storia di ricovero ospedaliero, numero di Rsa con almeno una criticità settimanale, percentuale di tamponi positivi, tempo medio fra inizio dei sintomi e data della diagnosi, indice di replicabilità, numero di nuovi focolai di trasmissione, numero di posti letto sulla base dell’effettiva disponibilità della struttura/territorio. Tale sistema articolato oggi ci impone di intervenire in modo più mirato in ragione delle variazioni della soglia di criticità. L’effetto sarà quello di intervenire a più riprese ed in maniera più graduale. Un metodo indistinto avrebbe due conseguenze negative: misure non efficaci per le regioni più a rischio, misure troppo restrittive nelle aree del Paese dove per ora non è necessario intervenire con particolare severità. Il prossimo Dpcm individuerà tre aree e altrettanti scenari di rischio con misure più e meno restrittive. La singola regione verrà inserita in una di queste tre fasce su ordinanza del ministro della Salute e ciò dipenderà dal coefficiente di rischio raggiunto da quella regione. Sempre con ordinanza ministeriale si potrà passare da un’area di rischio ad un’altra».

I provvedimenti nazionali

«Per tutto il territorio nazionale – ha aggiunto Conte -, intendiamo intervenire solo con alcune specifiche misure che contribuiscano a rafforzare il piano di contenimento che stiamo già perseguendo con i tre Dpcm, specie con l’ultimo. Pensiamo di chiudere nei festivi e prefestivi i centri commerciali, ad eccezione di alcuni singoli esercizi presenti all’interno. In coerenza con la chiusure delle sale gioco, chiuderemo anche i corner di scommesse e videogiochi. Chiuderanno ahimé anche musei e mostre, prevediamo anche la riduzione della capienza dei mezzi pubblici locali, fino al 50%, e introdurremo limiti agli spostamenti da e verso le regioni con alti coefficienti di rischio, salvo che non vi siano motivi comprivati lavorativi, di studio, salute o necessità. Ci saranno anche limiti alla circolazione delle persone nella fascia serale più tarda, con le stesse eccezioni citate. Infine c’è la possibilità per le scuole secondarie di secondo grado di passare anche integralmente alla didattica a distanza, sperando sia una misura temporanea. Quanto alle misuire per le regioni a maggiore rischio, attueremo ulteriori disposizioni restrittive graduandole al coefficiente».

L’opinione – L’ansia da restrizioni che ha colpito i governanti…

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