di Maria Luce Schillaci
Dal 9 marzo al 15 aprile prenderà il via la terza edizione dell’Umbria Classic Festival, organizzato dall’associazione Mozart Italia sede di Terni, in collaborazione con i Comuni di Terni, Amelia, Narni e dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici della diocesi di Terni e il sostegno della Fondazione Carit.
Il festival si preannuncia come un grande evento culturale che metterà in luce il meglio della musica classica, grazie alla presenza di artisti di livello internazionale che sapranno entusiasmare critica e pubblico. Anche questa edizione esalta le bellezze naturali e artistiche delle chiese e dei palazzi storici del territorio Ternano, creando una sinergia perfetta tra la musica classica e il patrimonio culturale umbro.
La presidente dell’associazione Mozart di Terni, Anais Lee, parla di come è stato organizzato il cartellone 2025 e non solo:
«Quest’anno ci sono molte novità. Da quindici anni a Narni portiamo avanti il festival ‘Luci della ribalta’ in agosto e abbiamo sempre molto pubblico, ma in estate molti vanno in vacanza. Per questo abbiamo deciso, tre anni fa, di organizzare un Festival in primavera. La nostra associazione, nata a Terni, si è subito distinta per la qualità degli artisti, così gli appassionati che in agosto non possono venire ora hanno questa opportunità. La novità di quest’anno è il coinvolgimento di Amelia e Narni, prima la location era solo Terni. In futuro ci sarà senza dubbio il coinvolgimento anche di altri comuni».
Che cosa si deve aspettare il pubblico?
«Intanto il primo evento sarà nella chiesa di San Pietro con un’orchestra formata da quaranta elementi e due solisti importanti. Il brano è molto raro perché è scritto appositamente per clarinetto e viola. In questi giorni si sta registrando un cd perché sono in circolazione poche registrazioni. Dunque non si può mancare, ma ogni evento ha una sua originalità».
Rispetto a ‘Luci della ribalta, su cosa si pone di più l’accento? In cosa si diversificano i due eventi?
«C’è differenza perché il festival di primavera è incentrato solo su eventi, ospiti e concerti, invece in estate la dinamica è diversa: vengono circa trecento artisti da tutto il mondo che pernottano a Narni e in tutta la zona circostante, seguono i concerti e girano il territorio. Molti di loro tornano, ci seguono da anni, molti artisti scelgono Narni per partecipare al nostro festival ed è una bella soddisfazione».
Da sempre la connotazione di entrambi gli eventi è quello di unire natura, storia, arte e musica. E’ anche un modo per promuovere il territorio?
«Muoviamo turismo, i ristoranti e gli alberghi sono sempre al completo e i negozi hanno un gran giro di clienti e fanno affari. Gli ospiti visitano le cantine del territorio, si fanno degustazioni e vari eventi, c’è un vero senso di amicizia tra tutti, pubblico e artisti».
Qual è il suo invito per invogliare ad assistere ai concerti?
«Una parola sola: emozione. Quando il livello è molto alto, le persone se ne rendono conto e hanno voglia di partecipare, la pelle d’oca è una sensazione che arriva davanti a grandi artisti. Questa sensazione si potrà provare in tutti i concerti del nostro cartellone, questa è la nostra forza e la nostra particolarità, il grande valore umano».