Coronavirus, c’è chi decide di non tornare

Terni: due sorelle di 30 e 22 anni divise fra Milano e Bologna. La mamma Simonetta: «Sono sane ma da un mese non tornano a Terni per la tutela della nostra salute»

Condividi questo articolo su

di Fra.Tor.

«Sono una mamma ternana, ho due figlie che vivono una a Milano e l’altra a Bologna e volevo dire che sono orgogliosa di loro». A raccontare ad umbriaOn una storia di responsabilità e senso civico è la signora Simonetta che, in un periodo di forte difficoltà e sconforto generale, vuole far passare un messaggio positivo.

TUTTO SUL CORONAVIRUS – UMBRIAON

I giovani

«Le notizie e le immagini che stiamo vedendo in questi giorni fanno male al cuore, fanno paura e hanno creato non pochi problemi come l’incontrollato esodo di sabato sera dalla stazione di Milano. In tutto questo putiferio sento sempre più accusare i giovani di irresponsabilità e scarso senso civico, ma non tutti sanno che fortunatamente tra quei giovani sani e forti, che dovrebbero dare un esempio, c’è ancora qualcuno in questo Paese che ha scelto di tutelare la salute pubblica dei più deboli o anziani. Tra loro ci sono le mie due figlie».

Ferme a Milano e Bologna

Simonetta ha una figlia di 30 anni che lavora a Milano e un’altra di 22 che studia a Bologna. «È da un mese, da quando ancora non c’erano restrizioni negli spostamenti, che le mie figlie hanno scelto di non tornare a Terni. La più grande lavora per una rivista online e la più piccola studia scienze della comunicazione, entrambe avrebbero potuto continuare le loro attività anche a distanza, ma nonostante tutto hanno deciso di non muoversi consapevoli del fatto che tornando avrebbero potuto essere portatrici del virus. Tutto questo per tutelare, con molto senso civico, la comunità e la nostra famiglia, dove ci sono i loro nonni anziani e cagionevoli di salute».

«Ognuno faccia la sua parte»

Per Simonetta le sue figlie «non sono delle eroine, hanno solo fatto una scelta difficile ma responsabile. Come loro sicuramente ci sono molti altri giovani che hanno fatto lo stesso e a loro voglio dire grazie. Ovviamente avrei preferito avere le mie figlie vicine, sopratutto in questo periodo, ma sono fiera di loro. Credo che se ognuno di noi, nel suo piccolo, avesse avuto più senso di responsabilità fin dall’inizio di questa brutta epidemia, oggi non ci troveremmo in questa situazione. Forse avremmo arginato il virus in tempi più rapidi. Ma questa è solo una mia opinione».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli