Riaperture anticipate, la proposta umbra sul tavolo del ministro

La Tesei vorrebbe anticipare già al 4 maggio alcune attività. Boccia possibilista, ma non prima del 18. Intanto però nelle strade e nei negozi fervono i preparativi

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di P.C.

Ci sono due piani: quello normativo – dei decreti governativi e delle ordinanze regionali – che sono attualmente allo studio. E poi c’è quello della gente comune, quello che si avverte in strada passeggiando in una mattinata soleggiata di fine aprile. E così, mentre Conte parlava alle camere per illustrare il Dpcm e i decreti attuativi che seguiranno, abbiamo fatto un giro per le strade di Perugia, per capire come si stavano preparando gli esercizi commerciali che nei prossimi giorni potrebbero ricevere un regalo dalla Regione Umbria e dal governo.

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Anticipare la riapertura

Nelle ultime 48 ore la presidente Tesei ha lavorato per differenziare il cronoprogramma delle riaperture durante la fase due, ripescando anche quelle attività che nel Dpcm non erano contemplate e su cui il premier Conte aveva giusto fatto un riferimento nella conferenza, rimandando ad altri provvedimenti. Dal ministro Boccia è arrivata nella giornata di mercoledì una parziale apertura (è proprio il caso di dirlo). Nell’incontro con i presidenti di regione, a cui erano presenti anche il commissario Arcuri e il capo della Protezione civile Borrelli, il titolare del dicastero agli Affari Regionali da un lato ha minacciato sanzioni per le regioni che faranno fughe in avanti approvando ordinanze regionali incoerenti col Dpcm, ma dall’altro lato ha confermato che le regioni più al riparo dai contagi – come l’Umbria – potranno spingersi più avanti nelle concessioni alle attività commerciali. Fin dal 18 maggio. Se ciò possa accadere addirittura prima come richiesto dalla governatrice umbra non si sa, ma intanto è un passo in avanti.

L’ANNUNCIO DI CONTE SULLA FASE DUEIL TESTO DEL DPCM

L’Umbria non è più come la Lombardia

Cade così una delle maggiori contestazioni al Dpcm e cioè il fatto che alcune regioni a basso contagio – come l’Umbria, appunto, dove (fatta la tara del caso Giove) la curva è praticamente ferma – fossero equiparate, nei vincoli, ad altre in cui il tasso di contagio è ancora forte, come ad esempio la Lombardia. Uno degli aspetti che più aveva fatto arrabbiare enti locali e imprenditori. E anche gli stessi cittadini umbri, che vedevano così svilito l’impegno messo in campo finora per limitare al minimo i contatti sociali.

Sindacati nicchiano, esultano le organizzazioni datoriali

I sindacati in parte sono d’accordo con il concetto di progressiva riapertura (perché significa tutelare anche i posti di lavoro), ma d’altro canto sottopongono all’ente regionale le proprie perplessità sulla tutela della salute, sottolineando che non tutti potrebbero essere pronti. Ma la sensazione è che se il governo dirà di sì si andrà avanti. Esultano, di converso, Confcommercio, Cna e le camere di commercio di Perugia e Terni, che nella partita di giovedì pomeriggio fanno il tifo per la Tesei.

IL CRONOPROGRAMMA REGIONALE (LA PROPOSTA)

Le date proposte dalla Regione

E allora vediamole, una per una, queste date allo studio della Regione, che non sono ancora ufficiali perché si attende il confronto col governo, ma allo stato appaiono molto credibili; soprattutto quelle successive al 18 maggio (giorno in cui la gestione diventa differenziata)

4 maggio: toelettatori

Già dal 4 maggio potrebbero le attività di cura agli animali, con i servizi di toelettatura, i cui operatori avevano lamentato di essere stati ignorati dal Dpcm, sottolineando come l’attività si svolgesse in assoluta autonomia, senza alcun contatto.

11 maggio: commercio al dettaglio e parrucchieri

Una settimana dopo, dall’undici maggio riaprirebbero commercio al dettaglio, che il governo prevedeva invece di riaprire il 18 (dal 4 il commercio all’ingrosso) e le attività di servizio alla persona: a cominciare da parrucchieri e barbieri.

18 maggio: ristorazione con servizio al tavolo

I ristoranti e gli altri pubblici esercizi che forniscono prodotti alimentari pronti (pub, pizzerie, rosticcerie etc) finora si sono difesi dalla crisi con la consegna a domicilio e dal 4 maggio potranno aprire anche all’asporto, con prelievo presso il punto vendita e consumo a casa o sul posto di lavoro. La proposta dell’Umbria è di farli riaprire già il 18 maggio, in anticipo sulla data prevista del primo giugno, con servizio al tavolo. Ferree le misure di distanziamento, con capienza dimezzata e tavoli ad almeno due metri l’uno dall’altro.

25 maggio: centri estetici

Anticipo di una settimana per centri estetici e centri massaggi, che la regione vorrebbe riaprire dal 25 maggio, quindi in una seconda fase rispetto a barbieri e parrucchieri. Facile da comprendere il motivo: la differenza è il contatto diretto fra operatore e cliente.

8 giugno: ambulanti non alimentari

Infine, il commercio ambulante: mentre quello alimentare viene regolato da ordinanze comunali (e a Perugia ad esempio riapre dal 4 maggio), quello non alimentare, nella proposta della regione, potrebbe riaprire lunedì 8 giugno.

Tesei: «Scelta via istituzionale»

«Tiene conto dell’attuale situazione dei contagi nel nostro territorio congiuntamente alle esigenze del tessuto economico – ha spiegato la presidente umbra, Donatella Tesei – abbiamo optato per la strada istituzionale del dialogo con il governo, nella speranza che tale scelta venga apprezzata e che la nostra proposta possa essere accolta, pronti, ovviamente, a monitorare le conseguenze sanitarie ed eventualmente con modifiche e sospensioni».

L’atmosfera in città

Al di là di come finirà il confronto e delle date che saranno scelte – alla fine, una settimana di attesa in più o in meno diventa relativamente importante rispetto ai tre mesi di lockdown – la sensazione è che si sta lentamente uscendo dall’emergenza: si avverte non solo leggendo i dati ma passeggiando per le strade delle città umbre dove, oltre ai molti negozi aperti, ce ne sono altrettanti che, sulla scorta delle autorizzazioni governative, stanno mettendo in atto quella che era definita ‘fase propedeutica’. Così, è tutto un riaprire, far prendere area, ripulire, sistemare, attrezzare etc… c’è quell’aria frizzantina da vigilia di periodo di festa, come tutti si immaginano questa fase due. Che poi magari non sarà così. Ma illudersi costa poco. 

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