Covid, Regioni ‘in fuga’: l’altolà di Conte

«Allentamento da concordare con le Regioni su presupposti scientifici. Improvvide e illegittime le iniziative di alcuni enti locali»

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Dopo la ‘fuga in avanti’ della Regione Calabria, con altre – fra cui l’Umbria – che sarebbero intenzionate ad attuare aperture in autonomia, fuori dai dettami dell’ultimo decreto della presidenza del Consiglio, il premier Giuseppe Conte è intervenuto giovedì mattina in Parlamento. Ponendo l’altolà durante l’informativa alla Camera dei Deputati. «Il complesso delle iniziative ci consentirà di avere un patrimonio informativo più ampio in merito alla diffusione dell’epidemia. Dovremo essere pronti ad intervenire, se necessario, dove cresceranno i contagi. Eventualmente adottando nuove misure restrittive. Nelle prossime ore il ministro della Salute – Roberto Speranza, ndr – emanerà un provvedimento previsto nel Dpcm al fine di definire criteri e specifiche soglie di allarme per verificare in modo accurato la tendenza al contagio in ciascuna area del Paese. Una volta acquisiti questi strumenti potremo anche concordare con le Regioni e le Province autonome un allentamento delle misure circoscritte su base territoriale, in modo da tenere conto delle Regioni dove la situazione appare meno critica».

L’indice – stima – Rt per l’Umbria è il più basso in Italia (fonte Fondazione Bruno Kessler)

«Iniziative improvvide e illegittime»

Conte ha poi sottolineato che «in questo modo potremo operare differenziazioni geografiche con riapertura basate su un piano caratterizzato da precisi presupposti scientifici per un monitoraggio efficace della curva e non ad iniziative improvvide di singoli enti locali che comportino introduzioni meno restrittive rispetto a quelle del Dpcm; non sono possibili perché in contrasto con il decreto numero 19 del 2020 e sono, a pieno effetto, da considerarsi illegittime. La scelta del Governo non è stata timida: 4,5 milioni di italiani torneranno a spostarsi dal 4 maggio e sarà un test di fondamentale importanza per accertare la tenuta del sistema. La graduale riapertura richiede un attento monitoraggio degli andamenti epidemiologici: controllo giornaliero con potenziamento della disponibiità dei test, verifica del grado di saturazione del sistema ospedaliero e non soltanto con riferimento alle terapie intensive. La logica della sperimentazione è ciò che dovremo adottare nelle prossime settimane con incremento della tecnologia di contact-tracing: a rischio di apparire impopolare, il Governo non può assicurare il ritorno immediato alla normalità della vita precedente. Ci piacerebbe un pieno ripristino delle ordinarie abitudini, ma il virus sta continuando a circolare».

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

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