Coronavirus Umbria: 44 casi, 5 in intensiva

Aggiornamento della Regione: crescono ancora le positività. Ricoverati in 12. Le persone in isolamento fiduciario sono 916

Condividi questo articolo su

Dai dati aggiornati alla mezzanotte di martedì 10 marzo, forniti dalla direzione regionale salute, 44 persone in Umbria risultano positive al virus Covid-19, i guariti sono 2. Attualmente dei 44 soggetti positivi – 26 nella provincia di Perugia e 18 in quella di Terni – sono ricoverati in 12, di cui 4 nell’ospedale di Terni e 8 nell’ospedale di Perugia. Dei 12 ricoverati, 3 sono in terapia intensiva nell’ospedale di Perugia, 2 in terapia intensiva nell’ospedale di Terni, gli altri sono seguiti nei reparti di malattie infettive. Le persone in osservazione sono 916: di queste, 553 sono nella provincia di Perugia e 363 in quella di Terni. Sempre alla stessa data risultano 229 soggetti usciti dall’isolamento di cui 147 nella provincia di Perugia e 82 in quella di Terni. Nel complesso entro le ore 24 del 10 marzo, sono stati eseguiti 347 tamponi.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Primo caso a Trevi

Ad annunciarlo è il sindaco di Trevi, Bernardino Sperandio: «Voglio rassicurare la popolazione rispetto alla notizia di un caso di contagio nel nostro territorio, che l’uomo è affidato alle cure del caso presso l’ospedale ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia e che l’autorità sanitaria ha attivato tutti i percorsi previsti per la tutela dei familiari e delle persone con cui potrebbe essere venuto a contatto. Stamattina (mercoledì, ndR) ho firmato l’ordinanza con la quale è stato attivato il centro operativo comunale, anche se da giorni operiamo in stretta collaborazione con il gruppo di Protezione civile come se fosse già attivo. I familiari dell’uomo – prosegue il primo cittadino di Trevi – sono stati messi in isolamento fiduciario, i medici del dipartimento di prevenzione della Usl 2 dell’Umbria stanno lavorando per ricostruire la catena epidemiologia individuando tutti i luoghi frequentati e chiamando tutti soggetti con i quali il contagiato potrebbe essere venuto a contatto. I servizi sociali del Comune si sono messi a disposizione per la consegna di farmaci e generi alimentari anche di tutti coloro che sono in quarantena volontaria a scopo precauzionale. Questo caso ci conferma che bisogna rispettare tassativamente le regole imposte al fine di limitare la diffusione del contagio, siamo in una fase delicata e occorre da parte di tutti un forte senso di responsabilità. Voglio esprimere la mia vicinanza e solidarietà al cittadino contagiato, augurandole una pronta guarigione e auspico la collaborazione di tutta la cittadinanza nell’attuare tutte le misure consigliate dagli esperti. Invito tutti a mantenere la calma – conclude Sperandio – non alimentando allarmismi ingiustificati e soprattutto non divulgando false notizie sui social. Dobbiamo confidare nel lavoro delle istituzioni e degli organi preposti, ognuno facendo la propria parte».

A TERNI, BAR E LOCALI ‘DISCIPLINATI’ – LEGGI

Secondo caso ad Orvieto

Ordinanza del sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, per porre in isolamento contumaciale una persona risultata positiva al tampone per il coronavirus. Si tratta del secondo caso sul territorio comunale. «Il cittadino residente – riferisce il Comune – si trovava già in isolamento fiduciario dai primi giorni di marzo presso il proprio domicilio. La fonte di trasmissione è esterna al territorio regionale e la situazione è monitorata dal servizio sanitario che ha attivato tutte le procedure previste».

ALL’OSPEDALE DI TERNI ATTIVATO IL ‘TRIAGE ONCOLOGICO’

Servizi demografici Comune Terni, si cambia

Cambiano le modalità, a Terni, per utilizzare i servizi demografici del Comune. Modalità diverse in quanto incentrate, per quanto possibile, sui servizi online, sull’utilizzo del telefono, della posta elettronica e di quella ordinaria. Altro principio delle nuove disposizioni è quello di assicurare i servizi indispensabili o improrogabili, mentre per gli altri c’è il rinvio alla fine della fase emergenziale, il 3 aprile, salvo nuove disposizioni del governo centrale. «La direzione affari generali e istituzionali – si legge nella nota – ha definito una nuova regolamentazione (LEGGI) che contiene anche tutti gli elementi informativi necessari – numeri di telefono ed email – per l’attivazione dei servizi a distanza, o comunque per ridurre all’essenziale spostamenti e accessi agli sportelli fisici. Ove è irrinunciabile l’accesso all’utenza, sono messe in atto tutte le misure di sicurezza fissate, in particolare limitando l’accesso uno alla volta. Fondamentale è la collaborazione dei cittadini, partendo dalla condivisione che le nuove misure vogliono garantire la sicurezza degli utenti e degli operatori dei servizi».

OSPEDALE DI TERNI BLINDATO

Prefettura di Terni: «Per ora nessuna criticità particolare»

Mercoledì mattina a Terni si è svolta una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduta dal prefetto Emilio Dario Sensi, convocata anche all’esito della riunione tecnica di coordinamento regionale delle forze di polizia, presieduta nel pomeriggio di martedì dal prefetto di Perugia Claudio Sgaraglia. Nel corso dell’incontro sono stati analizzati gli esiti dei primi servizi di controllo e vigilanza delle misure urgenti di contenimento del contagio da Covid-19, previste dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri dello scorso 8 marzo 2020 ed estese a tutto il territorio nazionale dal decreto del 9 marzo. «Dalla disamina dei dati forniti dalle forze di polizia – riferisce la prefettura di Terni – non sono emerse particolari situazioni di criticità e sebbene sia stata riscontrata una positiva risposta della cittadinanza alle prescrizioni comportamentali emanate dalla presidenza del Consiglio, i partecipanti hanno convenuto sulla necessità di mantenere alta l’attenzione nel prosieguo delle attività di vigilanza, anche nell’ottica di rassicurare, mediante una presenza capillare delle forze di polizia sul territorio, la popolazione in un momento così delicato come quello attuale.
In sede di riunione, sono state poi analizzate le fattispecie concernenti le limitazioni della mobilità e concertate le modalità per la verifica delle situazioni che consentono gli spostamenti. Il prefetto – conclude la nota – ha ringraziato i presenti per il prezioso, indispensabile contributo finora accordato per affrontare l’emergenza epidemiologica in atto».

Servizio idrico integrato chiude, non a Terni

Il Sii attua le misure preventive del contagio da coronavirus contenute del decreto del 9 marzo e chiude i front office di Amelia, Narni, Orvieto e Fabro, da venerdì 13 marzo a venerdì 3 aprile. Il front office di Terni, sportello provinciale, sarà invece regolarmente aperto il lunedì dalle 9 alle 15, il mercoledì dalle 14.30 alle 16 e il venerdì dalle 9 alle 12. Gli accessi agli sportelli sono consentiti a due persone alla volta e la fila è formata all’esterno degli uffici, con presidio permanente assicurato da guardie giurate. «Con queste misure – si legge nella nota del Sii – si potrà contribuire a limitare lo spostamento e la concentrazione di persone e al tempo stesso garantire la completa continuità del servizio attraverso il ricorso agli altri canali di contatto della società che saranno potenziati. Il consiglio ai cittadini è infatti di utilizzare il più possibile il numero verde 800.093966 attivo dal lunedì al giovedì dalle ore 8.30 alle 17 e il venerdì dalle 8.30 alle 13.30. Da cellulare 0744.441562. Scusandoci per il disagio, confidiamo nella comune condivisione della necessità di tutelare in ogni modo la salute pubblica».

Emergenza sanitaria, i sindacati fanno il punto

Di seguito il resoconto dei sindacati relativo all’incontro di martedì con la Regione in tema di emergenza sanitaria: «Abbiamo presentato le nostre istanze e proposte a cui sono state fornite delle prime risposte, ancora parziali, e che non coprono l’intero spettro degli interventi da noi auspicati per fare fronte all’emergenza. L’impegno principale che abbiamo registrato riguarda il fronte delle assunzioni ed è relativo alla stabilizzazione del personale sanitario in possesso dei requisiti previsti, circa 300 unità. Personale che è in gran parte già in servizio. Rimane una forte criticità rappresentata dal fatto che, al momento, non viene previsto un piano straordinario di assunzioni e che nelle 300 stabilizzazioni da effettuare, non rientrano tutti i precari tecnici-sanitari e amministrativi, mentre è stata accolta la nostra richiesta di stabilizzare gli autisti delle ambulanze. Sulla richiesta di proroga dei contratti a tempo determinato – spiegano Cgil, Cisl e Uil e relative sigle del comparto pubblico – non è stata fornita, in questo primo incontro, una risposta certa. Abbiamo registrato un impegno della Regione a richiedere al Governo l’assunzione di circa 330 lavoratori in ambito sanitario per andare oltre gli attuali fabbisogni, falcidiati dal blocco delle assunzioni e dai limiti previsti dalle norme. La possibilità di andare oltre i limiti del turn-over è prevista dal decreto del 9 marzo 2020. Siamo convinti che anche la Regione Umbria si debba attivare prontamente per il potenziamento del personale. Anche perché in questi giorni le Regioni Toscana, Marche ed Emilia Romagna hanno avviato il reclutamento a tempo indeterminato di migliaia di infermieri. Molti professionisti umbri sono coinvolti e se risponderanno positivamente, la Regione Umbria correrà il rischio di vedersi privata di molte professionalità non solo nell’emergenza, ma anche nei prossimi anni. Abbiamo registrato, purtroppo, risposte non ancora soddisfacenti sulla gestione del rischio biologico e sulla fornitura dei dispositivi di protezione. La Regione ha evidenziato difficoltà nell0approvvigionamento, anche se ha comunicato che, da oggi, vi sarà una nuova fornitura di materiale alle aziende sanitarie. È stata, infine, accolta la richiesta di creare un tavolo istituzionale tra Regione e sindacati per il monitoraggio dell’emergenza e la segnalazione delle criticità. Le organizzazioni sindacali hanno poi portato sul tavolo una serie di altre richieste, su cui la Regione Umbria si è riservata di fare le proprie valutazioni: prevedere la rimodulazione o la sospensione delle attività ambulatoriali non urgenti così da attivare il personale sull’emergenza; sostenere lo sforzo del personale anche attraverso risorse economiche adeguate e senza alcuna penalizzazione salariale, come sta invece accadendo all’azienda ospedaliera di Perugia; garantire, anche attraverso accordi con la sanità privata, un numero sufficiente di posti in terapia intensiva oltre ad attivare, ove necessario, forme di comando volontario del personale dal privato al pubblico, come prevedono le norme, anche a tutela del personale di tali strutture che rischia una contrazione della propria attività; sospendere le prestazioni in intramoenia al fine di garantire le prestazioni d’emergenza; estendere la stabilizzazione anche ai profili tecnici-sanitari, tecnici ed amministrativi; scorrere subito le graduatorie assumendo tutti gli idonei e, in attesa, prorogare i contratti a tempo determinato. Riteniamo ancora parziali le misure relative al potenziamento del personale che non colgono appieno le opportunità previste dal decreto e chiediamo con forza che non vi siano ritardi o indugi nella predisposizione delle opportune iniziative organizzative volte a fronteggiare l’emergenza».

Sicurezza, centri commerciali e supermercati

Sul tema intervengono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil: «Rispettare le norme di sicurezza a fronte dell’emergenza coronavirus anche nei centri commerciali e nei supermercati dell’Umbria». C’è l’invito alle direzioni aziendali «ad adottare misure efficaci e improrogabili: garantire l’accesso con modalità contingentate o comunque idonee ad evitare assembramenti di persone, garantire le distanze interpersonali di almeno un metro, fornire a lavoratrici e lavoratori i presidi di sicurezza (in primo luogo mascherine e guanti mono uso). Non si può assistere ad addetti alle casse davanti a file di clienti senza nessun dispositivo che li tuteli – denunciano i sindacati – Questo sia per la sicurezza propria che dei loro familiari, oltre che dell’intera collettività». Nel frattempo i sindacati si sono attivati, con la propria rete di delegati e rappresentanti sindacali aziendali, per segnalare alle autorità di pubblica sicurezza tutte le situazioni critiche che dovessero verificarsi nei centri commerciali e nei supermercati dell’Umbria.

Confcommercio Umbria: «Fermare Imu e Tari»

«In questi giorni di gravissima emergenza stanno arrivando i bollettini Imu, in certi casi anche per decine di migliaia di euro, ma le imprese non sono nelle condizioni di pagare. In attesa delle tanto auspicate misure del governo – è l’appello di Confcommercio Umbria – occorre intanto provvedere a uno stop immediato della tassazione locale, a cominciare da Imu e Tari. Su questo tema abbiamo già incontrato alcuni Comuni, ma il problema riguarda l’intero territorio. Ribadiamo quindi alla Regione la richiesta di farsi parte attiva nel confronto con tutti i Comuni umbri, anche attraverso la loro associazione regionale». Le amministrazioni locali, «in questo gravissimo frangente, devono fare la loro parte. Comprendiamo le loro esigenze di bilancio. Da noi dell’Umbria è partita la richiesta, subito recepita dal sistema nazionale di Confcommercio e Federalberghi, di premere sul governo per consentire lo sblocco del Fondo crediti di dubbia esigibilità che i Comuni sono obbligati a rimpinguare ogni anno». Confcommercio ha apprezzato «l’intervento della Regione Umbria presso il governo nel farsi portavoce della richiesta di cassa integrazione in deroga per tutte le imprese: una delle misure più attese dalle piccole imprese umbre e tra le prime a comparire nel documento articolato, presentato da Confcommercio Umbria alle istituzioni, che contiene tutte le proposte dalla organizzazione per fronteggiare l’emergenza economica che si è determinata. Tra le altre misure chieste: taglio del costo del lavoro, sospensione di pagamenti delle utenze, proroga al 1° gennaio 2021 di ogni nuovo adempimento fiscale e tributario, abbattimento dell’Iva per il settore turismo, indennità per i lavoratori autonomi e i professionisti, agevolazioni per le locazioni commerciali. Tutte misure finalizzate ad aiutare le imprese a superare questo momento così difficile».

Cna, il grido d’allarme del settore ‘benessere’

«Dopo quelle del turismo e del trasporto persone, sono le imprese del benessere a subire un colpo durissimo a causa dell’emergenza coronavirus. Chiediamo anche per loro chiarezza sulle regole e l’attivazione di tutte le misure di protezione allo studio per le categorie più colpite». Ad evidenziare la situazione di un comparto che in Umbria, tra parrucchieri, estetiste e tatuatori, coinvolge centinaia di operatori, è il presidente di Cna Umbria, Roberto Giannangeli: «La crisi deriva soprattutto dalla contraddittorietà delle norme contenute nell’ultimo decreto entrato in vigore lunedì scorso. Infatti – spiega Giannangeli – se da un lato il provvedimento consente lo spostamento delle persone solo per motivi di comprovata necessità, limitandoli essenzialmente al lavoro, alle visite mediche e all’approvvigionamento di farmaci e generi alimentari, dall’altro dà la possibilità agli operatori del settore benessere di proseguire l’attività purché adottino le precauzioni legate all’igiene degli ambienti, peraltro già obbligatoria per legge per queste attività, e lavorino su appuntamento. Le Faq del Mise hanno chiarito che il requisito della distanza minima di un metro, che per questo tipo di prestazioni è praticamente impossibile rispettare, può essere risolta tramite l’utilizzo di mascherine e guanti di protezione. Il problema è che i clienti non ci sono, gli appuntamenti già presi vengono disdetti. La categoria è divisa sull’atteggiamento da tenere: la maggioranza dei titolari ha optato per la chiusura, ma ci sono tanti, soprattutto tra quelli più giovani che magari hanno fatto investimenti e attivato mutui e finanziamenti, che stanno cercando di proseguire. Probabilmente la soluzione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini è quella di disporre la chiusura obbligatoria di tutti gli esercizi. Ma una misura di questo tipo – afferma il presidente di Cna Umbria – deve essere obbligatoriamente accompagnata dall’inserimento di questa categoria di imprese tra quelle maggiormente colpite e che quindi potranno usufruire per legge della sospensione dei mutui e della dilazione di tutte le scadenze fiscali, contributive e tributarie. Inoltre bisogna considerare che una parte di questi operatori esercita autonomamente: anche per questi va previsto l’indennizzo che dovrà essere riconosciuto per le partite Iva. E se la gran parte di queste misure deriva da provvedimenti nazionali, anche le Regioni hanno un ruolo nel cercare di fare chiarezza».

Confagricoltura Umbria scrive alla Regione

Il presidente di Confagricoltura Umbria, Fabio Rossi, ha inviato una lettera all’assessore regionale Roberto Morroni: «Tutte le imprese, specialmente quelle più esposte sul piano commerciale e che più rapidamente risentono dei contraccolpi della riduzione degli ordini (soprattutto esteri), stanno entrando in una fase di sofferenza di liquidità. Per Confagricoltura Umbria è quindi necessario contrastare questa difficoltà attraverso due percorsi. Il primo è senza dubbio l’accelerazione dei pagamenti PAC (aiuti diretti e sviluppo rurale-PSR) e OCM ed anticipare conseguentemente gli acconti. Il secondo è la facilitazione del credito attivando le forme di garanzia sostenendone i costi come pubblica amministrazione (gli strumenti per l’associazione più efficaci sono le garanzie ISMEA e in seconda battuta Gepafin) evitando che gli stessi costi delle garanzie gravino sui bilanci delle imprese».

Agenzia delle entrate

Adeguamento anche da parte dell’Agenzia delle entrate per l’emergenza in corso. «A partire da martedì – la nota – presso gli uffici territoriali e gli uffici provinciali è necessario ridurre al minimo l’affluenza dei contribuenti. Al fine di contenere il rischio di diffusione del contagio, si reitera l’invito all’utilizzo dei canali telematici per la richiesta dei servizi. Presso le sedi degli uffici sarà possibile consegnare documenti e richiedere servizi per la successiva lavorazione in back-office; si ricorda che è possibile ricorrere all’utilizzo della posta elettronica certificata (gli indirizzi sono riportati sul sito Internet www.agenziaentrate.gov.it, nell’area nazionale e in quelle regionali) per la presentazione di istanze e documenti che saranno lavorati in back- office, il cui esito sarà comunicato dall’ufficio sempre con posta elettronica. sarà possibile comunicare con gli uffici anche utilizzando gli altri canali di comunicazione come Civis, posta elettronica non certificata e telefono, secondo le modalità descritte sul sito internet dell’agenzia. Per i servizi di assistenza di carattere generale è attivo il numero verde 800.90.96.96, contattabile da telefono fisso, o il numero 06/96.66.89.07 tramite cellulare».

Il Soccorso alpino e speleologico dell’Umbria

«Il paese è in difficoltà. I medici e gli infermieri del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico – Cnsas – è il contenuto della nota – sono impegnati insieme agli altri colleghi ad assistere migliaia di contagiati dal nord al sud Italia. Sapete bene che per effettuare un soccorso speleologico in grotta o un soccorso alpino in alta montagna dobbiamo impegnare decine di operatori, compreso il personale sanitario. Immaginate quindi le difficoltà a cui andremmo incontro in questo momento per effettuare un soccorso, un soccorso che naturalmente metteremmo in atto, ma che potrebbe innescare una delicata gestione post intervento. Ci sarà tempo per scalare nuovamente una montagna, ci sarà tempo per esplorare di nuovo insieme una grotta. Adesso però è il tempo di fermarsi. Il tempo di essere responsabili verso sé stessi, verso gli altri e verso l’Italia. Come è scritto nella Costituzione italiana: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Dobbiamo difendere questi valori, dobbiamo salvaguardare i nostri medici, i nostri infermieri e l’Italia da un collasso del servizio sanitario nazionale. Non vengono – termina il Sasu – chiesti sacrifici immani, non viene chiesto di scalare una montagna da 3000 metri: viene chiesto di rimanere in casa per un breve periodo di tempo».

Nevi (Forza Italia): «A disposizione di tutti»

Così il deputato umbro di Forza Italia, Raffaele Nevi: «Oggi pomeriggio (mercoledì, ndr) sarò a Roma per garantire che in parlamento passi lo scostamento dell’Italia dai vincoli europei del bilancio e fare in modo che nei prossimi giorni ci siano i soldi necessari a fronteggiare lo stop del paese. Sono le mosse tipiche di uno Stato in guerra. Certamente l’Italia ce la farà ma serve la collaborazione di tutti i cittadini. Per questo voglio rinnovare l’appello a stare a casa e soprattutto attenersi alle indicazioni che provengono dalle istituzioni e dai loro rappresentanti. Mi raccomando non andate dietro ad altre notizie. Il coronavirus non si batte rilanciando fake news né dicendo cose in giro senza sapere se siano vere. Io, come parlamentare della Repubblica mi metto a disposizione di tutti e a tal fine il mio cellulare 333.2301313 è sempre accesso. Chiamate pure se volete info o avete dubbi. Tutti insieme ce la faremo».

Aggiornamenti a seguire

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli