Covid in tribunale, proposte e richieste degli avvocati di Terni

Altra sanificazione in corso del Popolo dopo l’ennesimo caso. Il presidente dell’Ordine Standoli scrive alle presidenti Ianniello e Velletti

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Altra chiusura per il tribunale di Terni, dopo quelle già avvenute nelle scorse settimane. Lunedì 2 novembre, infatti, il palazzo di Giustizia di Corso del Popolo è rimasto chiuso a tutti – cittadini e avvocati, udienze ‘in presenza’ tutte rinviate – per procedere alla sanificazione degli spazi. Ciò in seguito alla positività al Covid di almeno un avvocato del foro di Terni. La decisione è stata comunicata nella serata di domenica dalla presidente Rosanna Ianniello.

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«Rivedere tutti i ruoli»

Nella giornata di lunedì, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Terni, Francesco Emilio Standoli, ha inviato una lettera alla presidente Ianniello e alla presidente della sezione civile del tribunale di Terni, Monica Velletti, esternando il punto di vista dell’avvocatura sulla situazione in atto. «»La maggiore criticità rilevata a seguito delle segnalazioni pervenute dai colleghi e
dalle colleghe – si legge – risulta essere il mancato rispetto da parte degli uffici degli orari di celebrazione delle cause e dei processi, con conseguenti eccessivi ritardi nell’espletamento degli stessi ed inevitabile assembramento di più persone – avvocati,
assistiti, testimoni, CTU – nei pressi delle aule di udienza. L’unica soluzione prospettabile, a nostro giudizio, è quella di rivedere tutti i ruoli, civili e penali, almeno fino al 31 marzo 2021, al fine di scongiurare il sovraffollamento che, come ben noto a tutti, rappresenta la prima (e forse unica) causa del contagio. Appare pertanto indispensabile – prosegue l’avvocato Standoli -, da un lato limitare numericamente le cause da trattare nelle singole giornate di udienza e, dall’altro, scaglionare la trattazione dei procedimenti a orari predefiniti e congruamente distanziati. Siamo assolutamente consapevoli che ciò comporterebbe, inevitabilmente, un allungamento dei tempi di definizione degli stessi. Ma, mai come in questo momento storico, la salute di tutti deve prevalere sul buon funzionamento della giustizia».

Francesco Emilio Standoli

Le proposte per il ‘civile’

«Entrando nel merito delle proposte – spiega il presidente degli avvocato della provincia di Terni -, per quanto concerne il settore civile, anche in considerazione di quanto previsto dal D.L. 125/2020, che ha prorogato al 31 dicembre 2020 le disposizioni di cui all’art.83 del D.l. 18/2020, siamo a richiedere di trattare tutti processi, che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori delle parti, in modalità ‘trattazione scritta’. Ciò consentirebbe, salvo eccezioni e salva diversa volontà manifestata dagli interessati, di limitare l’accesso agli Uffici al fine di celebrare ‘in presenza’ le sole udienze istruttorie nelle quali, tuttavia, dovrebbe essere contingentato il numero massimo dei testimoni da escutere. In considerazione delle previsioni normative, sarà nostra cura sensibilizzare i colleghi a depositare apposita istanza congiunta con rinuncia ai termini di cui all’art.221 comma 4 del D.L. 34/2020».

«Ridurre il numero dei procedimenti penali nella singola udienza»

«Anche nel settore penale – osserva Standoli -, che presenta maggiori criticità in conseguenza dell’impossibilità – vivaddio – di celebrare i processi a distanza, riteniamo che l’unica soluzione sia quella di ridurre il numero di procedimenti da trattare nella singola udienza, prevedendo la citazione di un numero massimo di testimoni e scaglionando la trattazione di ciascun giudizio in fasce orarie distanziate. Per consentire la realizzazione di queste indicazioni ci permettiamo di suggerire di fissare un limite massimo di processi1 – necessariamente variabile a seconda delle incombenze da effettuare – programmando le singole trattazioni a cadenze orarie prestabilite, con limite ultimo della giornata bloccato alle ore 15.30. Tale ultima richiesta è correlata ai gravissimi problemi legati non tanto alla organizzazione dell’attività professionale quanto agli impegni personali ed in particolare a quelli collegati alla gestione della famiglia e della prole non autosufficiente; invero è ben noto che in detto particolare momento storico molti degli Iscritti sono stati costretti a rinunciare anche all’apporto non trascurabile da sempre fornito dai nonni nella gestione del menage familiare, con contestuale impossibilità di rivolgersi a strutture pubbliche e/o a servizi di baby sitting».

Giudice di pace civile, cancellerie

«Un capitolo a parte – conclude l’Ordine degli avvocati – meriterebbe l’ufficio del giudice di pace civile. Sono ben note le carenze strutturali e organiche ma, ci creda, la situazione è divenuta insostenibile. Fermo quanto dedotto in termini generali – necessaria limitazione del numero dei procedimenti da trattare e programmazione oraria – sarebbe opportuno che le udienze dei giudici di pace fossero tenute in altre aule e ciò considerando che, ove risultano attualmente ubicate, visti gli spazi di attesa a disposizione, gli assembramenti risultano impossibili da evitare. Sarebbe, inoltre, auspicabile ripristinare la ‘differenziazione’ dei giorni di udienza tenute dai tre giudici attualmente in forza, affinchè i procedimenti non siano tutti trattati nelle canoniche giornate del lunedì e del venerdì. Relativamente all’accesso alle cancellerie si ritiene utile il ripristino del servizio di prenotazione già predisposto purchè, come già all’unisono rappresentato, non si verifichino tempi di attesa eccessivamente lunghi, assolutamente incompatibili con il diritto di difesa. Abbiamo molto apprezzato la disponibilità di prolungare l’orario di accesso e vorremmo, con l’occasione, esprimere un sentito ringraziamento alle cancellerie per il lavoro che viene quotidiamente effettuato nonostante le evidenti difficoltà del momento storico che stiamo vivendo. Da ultimo – in attesa della pubblicazione del c.d. Decreto Ristoro che, da quanto appreso, avrebbe previsto (finalmente) la possibilità di depositare telematicamente o a mezzo pec tutta una serie di istanze anche nel settore penale – nella speranza che non si debba mai utilizzare -, siamo a richiedere di organizzare un presidio, con personale di cancelleria, per il deposito degli atti in scadenza (ultimo giorno) o connotati dalla assoluta urgenza, nelle circostanze in cui sia necessario chiudere gli uffici giudiziari per le sanificazioni a seguito dell’accertamento di casi di Covid-19 tra gli operatori del diritto».

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