Covid Terni, luna park verso lo stop: «Non perdiamo la speranza»

Il via era previsto a fine novembre, ma gli ultimi provvedimenti del Governo non lasciano margini di manovra: «Garantire almeno una sosta dignitosa»

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di S.F.

A Perugia l’evento è gia saltato – con una lunga scia di polemiche, ancora non si era in una fase critica della cosiddetta ‘seconda ondata’ Covid – e per l’appuntamento di Terni i giostrai un minimo di speranza ancora la mantengono. Nelle ultime ore tuttavia la firma del premier Giuseppe Conte per il nuovo Dpcm – valido fino al 3 dicembre – non lascia troppi margini di manovra, tutt’altro, anche considerando anche i codici Ateco specifici: il luna park, previsto dall’ultimo weekend di novembre, va verso lo stop come confermano da palazzo Spada. Quantomeno fino al 3 dicembre, come impone il decreto. Intanto in vocabolo Staino sono arrivate le prime famiglie con l’auspicio di poter lavorare, magari in un momento epidemico meno critico.

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L’incertezza

Mesi molto difficili per il settore degli spettacoli viaggianti – c’è stata una manifestazione a Roma lo scorso 22 ottobre insieme ai lavoratori di parchi giochi, circensi e animatori di feste – a causa del blocco pressoché totale da marzo in avanti. Ad agosto il Comune di Terni ha dato il via libera per 68 attrazioni da fine novembre al 31 gennaio (con possibilità di proroga per coprire anche febbraio) e nelle ultime settimane l’amministrazione ha introitato migliaia di euro per le varie cauzioni a garanzia della presenza allo Staino. Continua a regnare l’incertezza dopo gli ultimi provvedimenti del Governo: «Da marzo abbiamo lavorato solo a luglio e agosto, Perugia – a parlare è Katiuscia Barsanti, ternana da decenni impegnata in questo mondo – era una piazza importante per noi. Speriamo che non salti qua. Certo, i contagi sono alti in questa fase e possiamo capire».

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L’augurio per il periodo successivo

Sono tra i primi ad essersi posizionati allo Staino – la concessione è a nome del figlio – in attesa di vedere come si evolve la situazione. Con un problema: il Comune non ha dato il via libera per l’occupazione di suolo pubblico fino al 24 novembre e dunque gli agenti della Locale si sono presentati per il ‘conto’ – i verbali – da 100 euro: «Noi rispettiamo regole e procedure che ci impongono, l’auspicio è che almeno ci possano far aprire prima di Natale. Siamo qui per questo, ci è utile per far la spesa e andare avanti. Negli ultimi tempi ci ha aiutato molto la Caritas ma non si proseguire in questo modo: le assicurazioni – prosegue Katiuscia – scadono e vanno pagate, le bollette arrivano. E ci sono anche Inps e Iva. Se i contagi sono controllati e non ci sono impennamenti nei numeri mi auguro ci consentano di operare con distanziamento, mascherine e gel: a Silvi Marina, ad esempio, ci è stato permesso nel rispetto di tutte le misure. E non abbiamo avuto nessun problema con il Covid nei nostri luna park. La speranza c’è sempre. Facile dire ‘trovatevi un lavoro’. Non è così».

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«A Terni facciano come a Perugia»

Chi conosce bene il contesto attuale – ha seguito anche la vicenda di Perugia – è Vincenzo La Scala, segretario del Sindacato nazionale italiano spettacoli viaggianti: «Speriamo che il Comune di Terni dia almeno la possibilità – mette in evidenza – di stazionare con le proprie abitazioni mobili senza avere spese ulteriori a luce ed acqua. E parlo di suolo pubblico. Molti operatori sono stati posteggiati nel capoluogo regionale gratuitamente. Poter sostare in maniera dignitosa quantomeno perché gli operatori avranno difficoltà». Il mirino resta puntato sul Natale: «Mi auguro che l’ultimo Dpcm consenta una discesa veloce dei contagi e che per Natale i bambini possano trovae un sorriso alle carrozzelle di Terni. Aiuta anche a dimenticare per un po’ i problemi che la pandemia sta creando. I ristori? Si passa da 1.000 a 2.000 euro, non coprono nemmeno le spese per le luci». Palla all’amministrazione.

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