Covid Umbria, il temuto ‘effetto feste’ non c’è stato

Quadro sostanzialmente stabile al 21 gennaio sul piano epidemiologico. Incrementi lievi per alcuni indicatori ma nessun boom: «I numeri sono ancora da ‘arancione’»

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«Al 21 gennaio la curva dei contagi è stabile ma attestata ad una media di circa 200 casi giornalieri, segno di una circolazione del virus ancora consistente. La tendenza in ogni caso non è in aumento e la situazione è, al momento, sotto controllo. Lo stesso indice RT è in leggera diminuzione attestandosi ad una media di 1,09 pur con un range, fra minimo e massimo, ampio. L’incidenza è stabile ed intorno a 160 nuovi casi per 100 mila abitanti. Circa le fasce di età, quelle scolastiche registrano una ripresa: in isolamento abbiamo 68 classi con 1.490 bambini in provincia di Perugia, 4 classi e 104 bambini in quella di Terni». Così la dottoressa Carla Bietta del nucleo epidemiologico regionale, facendo il punto, venerdì mattina, sull’emergenza Covid in Umbria. «La percentuale di positivi sui nuovi tamponi fa registrare un lieve incremento, relativo alle ultime due settimane, contestuale anche all’aumento dei test. Questa si attesa intorno all’8% e non si discosta dal valore che abbiamo dall’inizio di gennaio».

SPECIALE COVID – UMBRIAON

Ricoveri e decessi

«I ricoveri ordinari nelle ultime tre settimane – ha detto la dottoressa Bietta – registrano un aumento, con l’ultima settimana sostanzialmente stabile. Quelli in terapia intensiva, invece, sembrano leggermente diminuire. Anche per i decessi la tendenza è di stabilità e la percentuale resta maggiore fra i maschi, gli ultra 85enni e chi ha patologie croniche. La ‘storia Covid’ dei pazienti dura in media 18 giorni ed è ovviamente più elevata per le persone anziane o con problematiche di salute pregresse. In ogni caso la mortalità della seconda fase epidemica si attesta al 2% contro il 4,5& della prima fase».

Il colore dell’Umbria

L’Umbria è, al momento, ‘arancione’. «Oggi si riunisce la cabina di monitoraggio e per l’Umbria – ha detto il direttore regionale della sanità, Claudio Dario – non ci sono segnali di allarme maggiori rispetto alla fascia in cui siamo già inseriti. La presenza in una fascia resta comunque valida per due settimane, anche se nel frattempo i dati dovessero radicalmente migliorare. Il quadro è stazionario, non c’è un peggioramento anche se esistono differenze territoriali all’interno dell’Umbria».

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