Covid Umbria: «Presidente Tesei parli con noi»

I consiglieri regionali dei gruppi di minoranza sono «sconcertati nel vedere come la giunta stia gestendo la seconda ondata di contagi. Noi ancora una volta disponibili ad un tavolo unitario»

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«Siamo sconcertati nel vedere come la giunta della presidente Tesei stia gestendo la seconda ondata di contagi Covid: riduzione dei servizi sanitari pubblici a vantaggio del sistema privato, ritardi e mancato potenziamento del servizio sanitario regionale, non approvazione ancora del piano sanitario regionale e non integrazione tra le aziende ospedaliere». È quanto evidenziano i consiglieri regionali dei gruppi di minoranza – Tommaso Bori e Fabio Paparelli (PD), Thomas De Luca (M5S), Vincenzo Bianconi (Misto) e Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria) – che mostrano, «ancora una volta disponibilità chiedendo un tavolo unitario». 

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

I ritardi

Per i consiglieri «appare evidente che i quattro mesi di tregua che la pandemia ha concesso, e i nove mesi dall’inizio della stessa, sono stati fatti trascorrere invano. Apprestarsi solo adesso a riorganizzare le strutture ospedaliere, prevedere nuovamente presidi misti Covid non Covid, sospendendo così tutte le attività programmate; non essersi ancora dotati di un piano pandemico aggiornato, dimostra come il governo regionale si sia cullato sugli allori inutilmente, senza tenere conto dell’esperienza maturata durante la prima fase dell’epidemia. Quello che più ci preoccupa è il livello di stress cui è già sottoposto il sistema sanitario regionale all’inizio della stagione autunnale. Rimangono inevase le scelte chiave che si erano rese indispensabili già in passato, come il reclutamento di nuovo personale medico, tecnico ed infermieristico, così come l’approvvigionamento dei dispositivi medici e di nuove postazioni di terapia intensiva. Non avere ancora un piano di uniforme per assicurare accessi separati e percorsi dedicati nelle strutture ospedaliere aumenta il rischio di esposizione sia per gli operatori che per i cittadini. Così come non aver voluto predisporre i Covid hospital, per pazienti positivi a rischio cluster familiare, ed essere arrivati solo ora, in estremo ritardo, a bandire un avviso pubblico per le strutture ricettive, dimostra l’incapacità di programmare per tempo azioni veramente efficaci e tempestive».

Il piano sanitario

Dopo un anno di governo leghista, aggiungono, «non è ancora stato approvato alcun piano sanitario, avendo scelto di ignorare il piano preadottato nel 2019, frutto di due anni di lavoro insieme agli operatori della sanità e alle parti sociali. La Regione non ha attuato alcun potenziamento della medicina di territorio, non ha fatto passi avanti per realizzare una vera integrazione tra le aziende ospedaliere, due elementi caratterizzanti il piano preadottato e fondamentali per garantire un maggior livello di risposta e appropriatezza delle prestazioni. Nonostante gli annunci, il numero delle terapie intensive è rimasto pressoché invariato, l’ospedale da campo non sarà realizzato in tempi utili, come ampiamente previsto e comunque non disponendo di operatori sanitari per gestirlo. Mentre le liste d’attesa si stanno allungando in modo abnorme costringendo i cittadini a rivolgersi ai privati, oltre al fatto che non sono state ancora individuate definitivamente né le strutture Covid free, né i percorsi di sicurezza all’interno degli ospedali, tanto da determinare addirittura la recente positività di alcuni primari. Oltre a ciò, le interminabili file per effettuare i tamponi drive through e l’annunciata sospensione delle chirurgie, stabilita a seguito di una lettera inviata dal direttore regionale alla sanità Dario alle direzioni generali degli ospedali».

Consiglio regionale

Nel frattempo «avremmo dovuto potenziare i dipartimenti di prevenzione delle Usl, si potevano già integrare le Aft (Aggregazione territoriale funzionale) con le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) in modo da garantire una maggiore presenza di infermieri per i servizi a domicilio, si potevano attivare i Covid hotel per gestire casi lievi e quarantene sicure, visto che il maggior numero di contagi avviene in ambito familiare, tanto per fare alcuni esempi. Le assunzioni sventolate sono rimaste al palo, manca ancora un piano di monitoraggio delle Rsa, così come, non sono stati approntati percorsi separati negli ospedali per i malati cronici e per le patologie tempo dipendenti. L’assessore Coletto spieghi le ragioni per le quali la nostra regione non ha provveduto in tempo all’approvvigionamento dei posti letto rispetto alle altre regioni. Un’offerta di servizi medico-sanitari pubblici ridotta all’osso con l’obiettivo mal celato di utilizzare il tutto a vantaggio della sanità privata. Chiediamo alla presidente Tesei – concludono i consiglieri – di riferire nel prossimo consiglio regionale la vera situazione ad oggi per quanto riguarda l’emergenza Covid, altrimenti siamo pronti a richiedere un consiglio straordinario sul tema».

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