Crisi e nuove povertà: l’impegno della Caritas

Dai dati che emergono per quanto riguarda la Diocesi di Terni, Narni e Amelia, nel 2016 è diminuita la richiesta da parte degli stranieri e aumentata quella degli italiani

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di Fra.Tor.

Dare ai poveri della città la possibilità di avere delle risposte ai loro bisogni primari quali l’ascolto, il mangiare e il dormire, un contributo per il pagamento dell’affitto o di una bolletta della luce, del gas dell’acqua. La Caritas di Terni-Narni-Amelia e l’associazione di volontariato San Martino operano attraverso vari servizi per sostenere in maniera efficace persone e famiglie, in un percorso che mira ad evitare la cronicizzazione del disagio e conseguentemente una grave situazione di emarginazione sociale.

Crisi profonda «Ci troviamo in un contesto sociale locale che evidenzia il perdurare di una crisi profonda con l’emergere di nuove povertà a seguito del disgregarsi di legami familiari – sottolinea Giuseppe Piemontese vescovo di Terni-Narni-Amelia e presidente della Caritas diocesana -, della crisi economica e occupazionale e con la difficoltà per giovani e adulti di avere un lavoro stabile che garantisca una vita dignitosa. Questi fattori generano forme di isolamento, emarginazione, solitudine e abbandono, in un conteso segnato da un numero crescente di famiglie che si rivolgono alle strutture caritative della Chiesa per richiedere viveri e altre aiuti di prima necessità. È prezioso l’impiego di risorse e di impegno da parte della Caritas, della San Martino e dei tantissimi volontari, ma invito tutti i cittadini ad essere generosi».

Ideale Piantoni (Foto Alberto Mirimao)

Ascolto alle persone Attraverso i centri di ascolto diocesani e parrocchiali «la Caritas svolge un’intensa attività di ascolto delle persone, cercando di dare aiuto concreto ai bisogni primari di nuclei familiari, di anziani soli, ex detenuti, invalidi, divorziati, donne sole con bambini, immigrati attraverso le opere segno gestite dall’associazione di volontariato San Martino», evidenzia il diacono Ideale Piantoni direttore della Caritas diocesana di Terni-Narni-Amelia. «L’obiettivo principale è quello di dare ai poveri della città la possibilità di avere delle risposte ai loro bisogni primari quali l’ascolto, il mangiare e il dormire, un contributo per il pagamento dell’affitto o di una bolletta della luce, del gas dell’acqua; garantire 365 giorni l’anno un pasto caldo in luogo confortevole e accogliente come la mensa San Valentino, l’accoglienza di uomini singoli in Casa Parrabbi, l’accoglienza di donne singole e di donne con minori nella Casa per la Speranza Santa Maria della Pace».

I dati dell’attività svolta nel 2016 Le persone che si sono rivolte alle strutture della Caritas sono state 5.833. I servizi offerti sono stati molteplici: 35 mila pasti distribuiti alla mensa San Valentino; 83.333 pezzi di prodotti alimentari distribuiti dall’Emporio della solidarietà di Terni (in via Vollusiano) e di Amelia-Narni a 951 utenti che compongono 288 nuclei familiari. Delle 951 persone che hanno usufruito dell’emporio, 362 sono minori di cui 23 disabili. Dei 589 adulti, 73 sono disabili. Sono stati distribuiti 11.381 capi di vestiario a 992 persone di cui 556 donne e 436 uomini; sono stati effettuati 788 colloqui al Centro di Ascolto, 212 colloqui effettuati nel carcere di Terni; infine 306 persone hanno usufruito del servizio doccia, 281 uomini e 25 donne, 185 Italiani e 121 stranieri. Per l’emergenza freddo tutti i giorni quattro volontari sono sempre reperibili. Il numero delle persone assistite è di circa 15.

Foto Alberto Mirimao)

La mensa San Valentino Aperta tutti i giorni dalle 17.45 alle 19 (nel periodo invernale anche dalle 8 alle 9 e dalle 12 alle 13) i pasti distribuiti dalla mensa nell’anno sono stati 35 mila. Le persone che usufruiscono del servizio quotidiano sono circa 80. Tutti i giorni è garantito un pasto a chiunque abbia necessità di mangiare dai circa 70 volontari che si alternano alla mensa. Le persone che frequentano la mensa e per le quali, nel 2016 è stato possibile effettuare un censimento sono state 130 in prevalenza uomini dai 35 ai 64 anni, con presenza di frequentazione al di sopra dei 75 anni di età sia per il genere femminile che maschile.

La solitudine E’ diminuita la presenza di stranieri e aumentata quella degli italiani, persone che hanno visto la loro situazione economica peggiorare, che vivono situazioni di povertà per problemi di occupazione, disagio abitativo, insufficienza o assenza totale di reddito rispetto alle esigenze ordinarie, grave emarginazione (in particolare per i senza fissa dimora), infermità psichiche, indebitamento, situazioni di accattonaggio e sfruttamento, persone separate (soprattutto uomini) o vittime di usura e fallimento. Soggetti, in genere, senza appoggio di amici o parenti. Molti sono anziani soli e persone con problemi di giustizia. «Ogni volta che vengo alla mensa, mi commuovo», esclama il vescovo Piemontese. «Non è possibile che ancora oggi c’è gente che ha bisogno di un pasto. Va anche detto, però, che non tutti coloro che vengono alla mensa ne hanno bisogno. Certo che la porta è sempre aperta, qui non viene chiesta la dichiarazione dei redditi per sapere se effettivamente ci sia questo bisogno perché sappiamo che alcuni di quelli che vengono qui lo fanno anche solo per non essere soli, per avere della compagnia e avere una parola di conforto».

I volontari, dai 18 ai 70 anni, sono studenti di scuola superiore, medici, insegnanti, imprenditori, amministratori, pensionati, mamme, nonne e nipoti, e perfino bisognosi che ripagano il pasto aiutando nella gestione. Durante la distribuzione dei pasti, alcuni dei volontari sono impiegati nell’ascolto delle persone. Il volontario ha il compito di accogliere e garantire la serenità osservando le persone, consapevole che un piccolo gesto può rappresentare una vera e propria ‘coccola’ per la persona indigente. Oltre alla gestione della sala c’è il servizio di cucina e il funzionamento del magazzino con l’approvvigionamento delle materie prime alimentari, un lavoro molto prezioso e fondamentale ma poco visibile. Molti i fornitori gratuiti nel territorio: dal pane alla pizza, fino all’ortofrutta. Sono stati ricevuti durante l’anno contributi da parte del Rotary social club di Terni e dei Lions. La mensa riceve un contributo annuale da parte della fondazione Carit di 25 mila euro, oltre il contributo della Diocesi di Terni-Narni-Amelia dell’8×1000 per la Carità.

Monsignor Paolo Carloni (Foto Alberto Mirimao)

Emporio della solidarietà Terni e Amelia-Narni A Terni l’emporio è aperto il martedì, il mercoledì e il giovedì dalle 15 alle 18. L’affluenza è di circa 20-25 persone le quali fanno la spesa due volte al mese, con una cadenza quindicinale. Al fine di evitare confusione negli utenti, l’appuntamento per ogni spesa viene concordato di volta in volta. Per quanto riguarda Amelia, l’emporio ha cominciato l’attività nell’estate del 2016 ed è aperto il martedì e il giovedì dalle 15 alle 18. Nel corso del 2015 hanno fatto acquisti solidali ai due empori della diocesi 951 persone che compongono 288 nuclei familiari, tra cui 362 minori di cui 23 disabili. Dei 589 adulti, 73 sono disabili. Tra essi 471 sono italiani e 480 stranieri. Dei 288 nuclei familiari, 76 sono stati selezionati dal Centro di Ascolto di Terni, 132 dalle Parrocchie di Terni, 60 dalle Parrocchie di Amelia e 20 dalle Parrocchie di Narni. All’Emporio di Terni sono state accolte 712 persone che compongono 208 nuclei familiari. 285 sono minori di cui 19 disabili. Dei 427 adulti, 68 sono disabili. All’Emporio di Amelia-Narni sono state 239 le persone che hanno usufruito del servizio, che compongono 80 nuclei familiari. Di esse 78 sono minori di cui 4 disabili. Dei 161 adulti, 28 sono disabili.

I prodotti Sono stati distribuiti 83.333 prodotti di cui 69.431 presso l’emporio di Terni e 13.902 all’emporio di Amelia-Narni in prevalenza alimentari (circa 35 mila chilogrammi e 5.793 litri di latte), a seguire prodotti per l’igiene personale, prodotti per l’igiene della casa, attraverso il particolare sistema di acquisto proprio degli empori solidali, che avviene tramite una tessera a punti con validità trimestrale consegnata a ogni beneficiario, dove ogni punto-cuore corrisponde a circa dieci centesimi di euro. La tessera viene caricata dei cuori (punti) in base a dei parametri variabili a seconda della tipologia e situazione complessiva a livello economico-fiscale e sociale dei nuclei familiari. Questo per consentire una spesa equilibrata ed intelligente che educhi gli utenti alla logica del non-spreco.

Distribuzione abbigliamento All’interno del Centro Caritas Sant’Antonio a Terni è presente anche un punto distribuzione abbigliamento, regolato con lo stesso software dell’Emporio e quindi dalla consegna di una tessera personale. Il servizio, gestito da volontari, è aperto il lunedì, martedì e giovedì dalle 9 alle 120 e prevede la distribuzione di capi di abbigliamento usati e acquistati. Sono stati distribuiti 11.381 capi di vestiario a 992 persone di cui 556 donne e 436 uomini.

Al centro di ascolto Sant’Antonio della Caritas in via Vollusiano, aperto la mattina dal lunedì al venerdì con 10 operatori che si alternano nell’accoglienza e ascolto, si sono rivolte 788 persone. Di queste il 47,97% sono uomini ed il 52,073% sono donne; per quanto riguarda la provenienza, il 46,70% sono cittadini italiani, il 51,90% sono stranieri e per il restante 1,40% sono apolidi, persone con doppia cittadinanza e alcuni di cui non è stato possibile rilevare la cittadinanza. Sono persone disoccupate in cerca di lavoro, ma anche casalingo/a, pensionati, inabili al lavoro e persone che pur risultando occupate hanno problemi consistenti per vivere, in prevalenza tra i 35 e 44 anni. Gli interventi hanno interessato il pagamento di utenze, affitti, spese sanitarie e sostegno al reddito, effettuati per il 54% nei confronti di persone non italiane e il 43% verso cittadini italiani. Sono persone coniugate con figli per il 40,23%, o sole per il 26,52%, o che vivono con conoscenti o soggetti esterni alla famiglia.

I bisogni e le problematiche Le voci prevalenti sono quelle della povertà e problemi economici (32,52%) insieme a quelle dei problemi di occupazione e del lavoro (28,66%) seguite da quelle legate ai problemi familiari (13.89%) e alle problematiche abitative (11,64%) o connessa ai problemi di salute. Le richieste espresse dalle persone che si sono avvicinate al CdA sono state 2.793 e di queste il 47,36% è stato sottoposto da persone di cittadinanza non italiana, il 52,05% è stato sottoposto da persone di cittadinanza italiana, il restante 0,59% è stato sottoposto o da persone di cui non è stato possibile raccogliere la cittadinanza o da persone apolidi o da persone con doppia cittadinanza. La Fondazione Carit ha sostenuto con un contributo di 10 mila euro il progetto ‘Opere a sostegno della Caritas Diocesana per interventi di emergenza a favore di persone e famiglie in stato di bisogno’ che ha permesso di aiutare 103 persone, di cui 72 italiani e 31 stranieri. Gli interventi fatti sono stati 122 e sono consistiti in 112 utenze pagate (acqua luce e gas) 10 contributi per il pagamento dell’affitto.

Progetto affitti solidali Realizzato con un contributo di 80 mila euro da parte della fondazione Carit, il progetto ‘Affitti solidali’ prevedeva come obiettivo quello di dare un contributo di 200 euro al mese per 12 mensilità a 25 nuclei familiari che si trovavano in condizioni di disagio sociale ed economico che li avrebbe portati ad una situazione di disagio abitativo con la conseguenza dolorosa di trovarsi senza una casa dove poter vivere. Sono stati quindi stipulati 27 nuovi contratti di locazione e 3 proprietari hanno accettato il progetto ed hanno sospeso il provvedimento di sfratto esecutivo. Sono stati individuati 35 beneficiari e selezionati 30 nuclei familiari di cui 12 italiani e 18 stranieri per un totale di 92 persone (40 minori e 52 adulti).

La casa di accoglienza O. Parrabbi è una struttura di accoglienza per soli uomini adulti che si trovano in un momento di grave difficoltà della loro vita, per offrire loro una collocazione abitativa adeguata, un ambiente familiare con uno stile di vita improntato a regole, rispetto, sicurezza, capacità di collaborazione, capace di accompagnare gli ospiti lungo un percorso che li aiuti a ritrovare la necessaria autonomia nel vivere la propria vita. Nel 2016 sono state ospitate 24 persone, di cui 8 italiani e 16 stranieri: Rumeni (6), Bulgari (2), Tunisini (2), Maliani (1), Pakistani (1), Serbi (1), Turchi (1), Guinea (1), Afgani (1).

La Casa per la Speranza Santa Maria della Pace è una struttura di accoglienza per le donne singole e/o donne con minori che si trovano in un momento di grave difficoltà della loro vita, per offrire loro una collocazione abitativa adeguata, un ambiente familiare con uno stile di vita improntato a regole, rispetto, sicurezza, capacità di collaborazione, capace di accompagnare le ospiti lungo un percorso che le aiuti a ritrovare la necessaria autonomia nel vivere la propria vita. Le persone ospitate nella struttura, nel 2016, sono state 21 persone, 12 donne singole, 4 mamme, di cui una con figlia di 25 anni, 4 minori di età compresa tra 3 mesi e 15 anni Le nazionalità sono: Albania, Costa d’Avorio, Iran, Guinea, Marocco, Ucraina.

Rifugiati politici e richiedenti asilo Sprar Narni Nel corso del 2016 sono stati accolti nel progetto Sprar Narni un totale di 122 persone, ospitate presso degli appartamenti situati a Narni, Amelia, Guardea, Lugnano in Teverina, Attigliano. Un’accoglienza che pone al centro la persona e la sua identità in un contesto che sia il più possibile adeguato e familiare. Dei 122 beneficiari del progetto Sprar di Narni categorie ordinarie: 91 uomini, 23 donne, 8 minori I Paesi di origine dei beneficiari sono Senegal; Mali; Nigeria; Somalia; Iran; Pakistan; Gambia; Bangladesh; Congo; Sierra leone; Serbia; Guinea; Burkina Faso; Afghanistan; Egitto, Ghana, Camerun. Nel progetto sono stai coinvolti 11 operatori sociali. Per i progetti Sprar l’associazione San Martino offre i seguenti servizi: accoglienza, ospitalità, vitto e fornitura di beni di prima necessità, sostegno all’accesso ai servizi presenti sul territorio, orientamento e assistenza sociale, servizi di informazione e di assistenza nel disbrigo delle pratiche amministrative e legali, corsi di italiano e formazione.

Sprar Narni categorie minori stranieri non accompagnati Nel corso del 2016 sono stati accolti nel progetto Sprar Narni Msna un totale di 18 minori maschi, ospitati presso una struttura autorizzata dal Comune di Amelia sita in Amelia. I Paesi di origine dei beneficiari sono stati: Gambia, Costa D’Avorio, Nigeria, Senegal, Bangladesh, Egitto e Mali. Il progetto ha coinvolto 3 operatori sociali.

Sprar Terni categorie ordinarie Nel corso del 2016 sono stati accolti nel progetto Sprar Terni un totale di 98 persone di cui: 72 uomini, 16 donne, 10 minori. I Paesi di origine dei beneficiari sono: Afghanistan, Algeria, Bangladesh, Bosnia, Costa d’Avorio, Eritrea, Gambia, Ghana, Guinea, Iran, Mali, Nigeria, Pakistan, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Togo, Ucraina. Il progetto ha coinvolto 9 operatori sociali.

Sprar Terni categorie vulnerabili disagio mentale Nel corso del 2016 sono stati accolti un totale di 6 uomini, tutti maggiorenni. I Paesi di origine dei beneficiari sono: Nigeria, Iran, Eritrea, Guinea, Gambia. Risorse umane coinvolte: 1 operatore sociale.

Sprar Terni categorie minori stranieri non accompagnati Nel corso del 2016 sono stati accolti 21 minori maschi, ospitati presso una struttura autorizzata dal Comune di Terni sita in Ferentillo. I Paesi di origine del beneficiari sono Ghana, Egitto, Senegal, Gambia, Sierra I stanti, Guinea, Camerun, Burkina Faso. Risorse umane coinvolte: i operatore sociale.

Emergenza Sbarchi Nel 2016 l’Emergenza sbarchi è continuata e sono state accolte 294, di cui 33 donne e 261 maschi (contro le 125 persone del 2015 di cui 1 donna e 124 maschi; 109 del 2014 ). I Paesi di origine del beneficiari sono Bangladesh, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Camerum, Congo Democratico, Gambia, Ghana, Guinea, Liberia, Libia, Mali, Nigeria, Pakistan, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Togo. L’età dei beneficiari dell’accoglienza In prevalenza tra i 18 e i 29 anni che sono ospitati in diversi appartamenti a Terni, due a Narni e due Amelia dove sono seguiti da operatori che forniscono loro beni di prima necessità, prodotti per la casa e alimentari e che sono seguiti anche nell’andamento della casa da operatori e volontari. Alle persone ospitate viene fornito un supporto attraverso del mediatori specializzati per le pratiche burocratiche a vario livello, tra cui quello sanitario.

Nadia Agostini (Foto Alberto Mirimao)

Il carcere Il Centro di ascolto all’interno della Casa circondariale di Terni impegna 5 volontari per due giornate alla settimana (giovedì e venerdì) dalle 9 alle 12. «II loro scopo – spiega Nadia Agostini vice presidente dell’associazione di volontariato San Martino – è ascoltare i detenuti e i bisogni che vengono esternati. Spessissimo sono necessità di beni materiali, dal vestiario ai saponi, alle sigarette ad un calendario o una penna. Spesso è solo una richiesta di ascolto e basta, il bisogno di parlare e di essere ascoltati da qualcuno che non sia solo un compagno di cella o d’aria». Nel 2016 gli operatori hanno effettuato 212 colloqui con i detenuti di cui il 71% italiani e il 29% stranieri. Lo sportello all’interno della Casa circondariale provvede a fornire ai detenuti indigenti generi di vestiario vario e di igiene personale. A 594 detenuti indigenti sono stati distribuiti 4.039 beni fra vestiario e articoli di igiene personale, quasi il doppio di quanto distribuito il precedente anno. Il numero dei detenuti che per la prima volta si sono rivolti alla Caritas nell’anno 2016 sono stati 172 di cui il 60% stranieri e il 40% italiani.

Progetto arte in carcere «Un’azione importante di sostegno ai nostri detenuti – aggiunge – è dato dal corso di pittura che è attivo il lunedì e il giovedì dalle 9 alle 11.30, ed è seguito da una nostra volontaria con l’obiettivo di far volare la fantasia con i pennelli e i colori attraverso il disegno e la pittura. E questo, sia per chi è bravo che per chi lo è meno, un modo per far parlare la propria anima, le proprie emozioni, i propri sentimenti, anche se in carcere. Un corso basato su una parte teorica di acquisizione degli elementi, utile alla concezione delle forme e alla conoscenza dei colori, e una parte pratica che consente ai detenuti di giocare con i pennelli, colori, matite e acquerelli dando libero sfogo a tutta la propria vena artistica. I materiali usati, forniti dalla nostra Associazione sono stati album da disegno, gomme, matite, colori e tutto ciò che serve ad un corso di pittura».

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