Mercoledì 7 febbraio. Da questa data tutti e 99 i dipendenti rimasti in organico alla Nardi saranno in cassa integrazione: l’accordo per l’attivazione dell’ammortizzatore sociale è stato siglato lunedì dall’azienda e dai sindacati (Fim, Fiom e Uilm della Provincia di Perugia). Chiesto un confronto sulla gestione del risanamento e sulle prospettive future. Martedì prevista l’assemblea con i lavoratori a San Giustino per informare le maestranze e valutare il prosieguo dell’azione sindacale.
All’incontro presenti la Regione, i sindaci di San Giustino, Citerna e l’amministrazione comunale di Città di Castello. La cassa integrazione avrà una durata di 12 mesi, ma la preoccupazione espressa al tavolo dai sindacati è per la dilazione inevitabile (fino a tre mesi) tra l’attivazione dello strumento di ammortizzazione sociale e l’effettiva erogazione dei pagamenti da parte dell’Inps. Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto alla Regione di attivarsi – anche attraverso Gepafin – per trovare soluzioni utili ad anticipare le somme e non lasciare così i lavoratori – che già non si sono visti retribuite le ultime mensilità di lavoro – ancora senza alcuna fonte di reddito. Una risposta dovrebbe arrivare entro le prossime 48 ore.
Il futuro Al contempo, sottolineano i sindacati, «la nuova proprietà (un fondo di investimento briitannico) ha ribadito quella che è la sua strategia per Nardi. Risanare l’azienda per poi cercare imprenditori del settore interessati a rilevarla (e già ci sarebbero interessamenti, è stato detto al tavolo in Regione)». I sindacati hanno chiesto chiarimenti e rassicurazioni sul significato del concetto di risanamento: «Risanare per noi significa salvaguardare gli attuali livelli occupazionali e questo deve essere l’elemento centrale di ogni ipotesi di riorganizzazione». Per questo motivo i sindacati hanno chiesto di mantenere un tavolo di confronto permanente per affrontare il periodo della cassa integrazione e valutare insieme le ipotesi di ulteriore cessione che dovessero presentarsi in futuro.