Cultura in Umbria: industria da 1 miliardo

Cuore verde all’11 posto in Italia con oltre 21 mila occupati. Mencaroni: «Ricchezza da tutelare ma anche un asset su cui puntare»

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E’ il motore del paese, ma lo è anche dell’Umbria. I dati, diffusi negli ultimi giorni, sull’industria della cultura in Italia non lasciano troppi margini di interpretazione. Nell’ultimo anno la cultura ha prodotto ricchezza per quasi 90 miliardi di euro, il 6 per cento del Pil.

21 mila occupati Nel cuore verde d’Italia, l’industria culturale ha mosso nel 2016 un miliardo di euro e ha dato lavoro a circa 21 mila persone in quasi 4 mila imprese operanti nel settore e rappresentando, in linea col trend, il 5,1% dell’economia regionale. A certificarlo l’unico studio in Italia che, annualmente, quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale, «Io sono cultura», elaborato dalla fondazione Symbola e da Unioncamere e che fornisce numeri «che dimostrano – afferma in una nota Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio di Perugia – senza ombra di dubbio quanto la cultura sia uno dei motori della nostra economia».

Ricchezza straordinaria «La cultura – commenta ancora Mencaroni – è una ricchezza straordinaria da tutelare e conservare ma anche un asset dello sviluppo produttivo su cui puntare». Nel 2016, infatti,  il sistema produttivo culturale e creativo ha classificato l’Umbria all’11 posto tra le regioni italiane sia per incidenza del valore aggiunto prodotto che dell’occupazione sul totale dell’economia regionale. È pari a 997,2 milioni di euro, per la precisione, il valore aggiunto prodotto nel 2016, con oltre 21 mila occupati. L’intera filiera, inoltre, fornisce risultati ben più significativi. Il sistema produttivo culturale e creativo, infatti, vanta un moltiplicatore pari a 1,78: per 1 euro di valore aggiunto nominale prodotto da una delle attività del segmento cultura se ne attivano, mediamente, sul resto dell’economia altri 1,78. «In termini monetari, questo significa che 1 miliardo di euro prodotto nel 2016 dall’intero sistema produttivo culturale regionale – comprensivo di nonprofit, pubblica amministrazione e attività creative driven – riesce ad attivare un altro 1,77 miliardi di euro, arrivando così a costituire una filiera culturale intesa in senso lato, da 2,77 miliardi di euro».

Il rapporto Il settore preso in considerazione dal rapporto ‘Io sono cultura’, presentato a Roma alla presenza anche del ministro Dario Franceschini, comprende cinque macro-settori: quello delle industrie creative (architettura, comunicazione e design), delle industrie culturali propriamente dette (cinema, editoria, videogiochi, musica, software e stampa), del patrimonio storico-artistico (musei, archivi, biblioteche, monumenti, siti archeologici) e delle performing arts e arti visive.

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