di E.M.
Il settore creativo e culturale dell’Umbria quest’anno riceverà soldi stanziati dall’Europa. È la prima volta, infatti, che la Regione metterà a disposizione risorse della programmazione comunitaria del Fondo europeo di sviluppo regionale (noto come Fesr) per le imprese creative. Si tratta di 2 milioni e 800mila euro: se un milione di questi serviranno al progetto Monteluce, i restanti andranno a sostegno dell’ ‘industria culturale’ e che negli intenti serviranno a creare nuovi posti di lavoro e ricadute economiche.
Il bando entro aprile Ad illustrare i criteri del bando, che verrà emanato dalla Regione Umbria in attuazione del Port Fesr 2014-2020 (Programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale), è stata l’assessore alla Cultura Fernanda Cecchini, davanti a una platea di operatori del settore. I destinatari saranno imprese del settore artistico e culturale già esistenti o che si costituiranno per l’occasione, tra le quali associazioni e istituzioni culturali. «La Giunta regionale ha approvato le linee guida del bando che prevediamo di pubblicare entro aprile – ha detto l’assessore Cecchini – ci poniamo l’obiettivo di conseguire una maggiore valorizzazione culturale degli attrattori dell’Umbria, con lo sviluppo di prodotti e servizi che facciano da volàno per i territori, stimolando anche la creazione di impresa nelle nuove generazioni». Per questo la Regione metterà a disposizione 1,8 milioni di euro, mentre il restante milione delle risorse a disposizione andrà a finanziare la rivitalizzazione di Monteluce, ritenuta «zona significativa del capoluogo regionale».
PARLA L’ASSESSORE FERNANDA CECCHINI – L’INTERVISTA
Giovani e donne Gli ambiti di intervento saranno quelli fissati nella programmazione delle risorse: le risorse comunitarie finanziano gli investimenti e non la gestione delle attività. «Un primo ambito – ha precisato Cecchini – riguarda la creazione, l’incentivazione e lo sviluppo di imprese culturali e creative e, allo stesso tempo, il consolidamento di quelle già operanti in questi settori. Un secondo ambito sostiene la creazione e lo sviluppo di reti di imprese culturali e creative che offrono prodotti e servizi complementari e funzionali alla valorizzazione degli attrattori culturali e naturali». Nel valutare i progetti che saranno presentati per accedere ai contributi, la Regione privilegerà le imprese composte prevalentemente da giovani e donne.
Le linee guida Saranno finanziabili le micro, piccole e medie imprese dei settori culturale e creativo, ma anche le associazioni e fondazioni appartenenti a questi settori e che agiscono in regime di impresa. A illustrare le linee guida del futuro bando sono stati il direttore regionale alla Cultura, Ciro Becchetti, e il dirigente del servizio Valorizzazione delle risorse culturali, Mauro Pianesi. I settori interessati sono stati individuati in base ai codici ‘Ateco 2007’ (le combinazioni alfanumeriche che identificano le attività economiche) definiti insieme con l’Agenzia Umbria Ricerche, incaricata dalla Giunta regionale dell’attività di assistenza tecnica di questa specifica azione del Por Fesr 2014-2020. I contributi verranno erogati con la modalità del regime “de minimis”: un’intensità di aiuto pari al 70% che andrà da un minimo di 30mila euro a un massimo di 200mila euro.
La valutazione dei progetti Per ogni progetto ritenuto ammissibile che arriverà in Regione, si procederà a alla valutazione del perseguimento degli obiettivi del bando, in base ad alcuni indicatori. Tra questi, la qualità e la ‘cantierabilità’ del progetto, l’innovatività della proposta progettuale (anche attraverso l’introduzione di nuove tecnologie per l’informazione e la comunicazione) e il livello di integrazione degli interventi con piani di valorizzazione del patrimonio regionale. «Gli uffici – ha detto l’assessore Cecchini – stanno elaborando il bando sulla base di questi criteri generali e sono a disposizione per domande e indicazioni per la sua migliore efficacia. Dalla risposta che verrà dalle imprese creative umbre in termini di partecipazioni al bando e dunque di investimenti valuteremo la possibilità di incrementare la sua dotazione finanziaria».