Detenuta strappa parte di orecchio ad una poliziotta

Follia a Capanne. A denunciare il fatto è il Sappe: «Già in precedenza aveva minacciato le agenti». Quattro persone in ospedale

Condividi questo articolo su

Momenti drammatici giovedì mattina nel carcere di Perugia Capanne. Una detenuta ha aggredito un’agente della polizia penitenziaria, strattonandola per un orecchio fino a strapparle una parte del lobo. A denunciare l’accaduto è il sindacato di polizia Sappe.

La denuncia

«L’aggressione violenta – afferma Fabrizio Bonino, segretario nazionale del Sappe per l’Umbria – è stata messa in atto da una detenuta già resasi responsabile di fatti analoghi ai danni di altri agenti. Giovedì mattina due poliziotte sono entrate nella cella della detenuta per i controlli quotidiani di sicurezza e per farla accedere ai passeggi. Improvvisamente quest’ultima si è scagliata contro una delle due agenti, afferrandola violentemente per i capelli, strappandole l’orecchio con conseguente ferimento del lobo e addirittura cercando di morderla. La collega è intervenuta in suo aiuto ma è stata sbattuta violentemente a terra e si è contusa una mano. La detenuta – prosegue Bonino – è un soggetto con problemi psichiatrici ed aveva già minacciato di morte la collega aggredita ed era stata denunciata alle autorità competenti. Alla fine in ospedale ci sono andati un ispettore, un assistente capo e due agenti (le prognosi vanno da 2 a 7 giorni, ndR). Non si conoscono le ragioni di questa violenta aggressione ma una cosa è certa: è tutto inaccettabile».

«Situazione insostenibile»

Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime solidarietà ai poliziotti feriti e contusi e denuncia: «Le situazioni strutturali sono al collasso, la gestione delle relazioni sindacali e del benessere del personale è ai minimi storici con elevatissima conflittualità sindacale, gli eventi critici sono costanti e continui, come le colluttazioni, i ferimenti, le aggressioni, i tentati suicidi. E questo non garantisce affatto da un lato la certezza della pena detentiva e dall’altro le attività trattamentali di rieducazione del reo».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli