Terni, l’Osl chiude partita Usi: istanza da 4,8 milioni ‘tagliata’

Nel 2019 era stato dato il via libera per poco più di 1 milione, poi l’anno successivo lo stop in autotutela e ora l’esclusione totale. Niente ammissione alla massa passiva

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di S.F.

Quasi tre anni ci sono voluti per chiarire la storia. Dal 13 luglio 2018, quando il liquidatore aveva richiesto l’ammissione alla massa passiva per oltre 4,8 milioni di euro, allo scorso venerdì. Giornata che ha segnato la decisione definitiva dell’Osl del Comune di Terni in merito alla Umbria Servizi Innovativi S.p.A.: c’è l’esclusione del milione e 169 mila euro di debito fuori bilancio accordato invece il 18 marzo del 2019. Le successive verifiche hanno ribaltato la situazione.

LO STOP ESTIVO DEL 2020: ANNULLAMENTO IN AUTOTUTELA
LUGLIO 2016, LA RICHIESTA DA 4,8 MILIONI

L’organo straordinario di liquidazione del Comune di Terni

Lo stop nell’estate 2020

Breve riepilogo. Come detto nel marzo 2019 l’Osl aveva deliberato il ‘sì’ per oltre 1 milione di euro sulla base del lavoro svolto dall’allora responsabile del servizio finanziario. Gran parte della richiesta era già stata tagliata. Peccato che qualcosa non andasse e, in seguito ad un approfondimento istruttorio sui debiti fuori bilancio, saltò fuori che «l’attestazione del dirigente non recava adeguata dimostrazione e quantificazione dell’arricchimento prodotto all’ente dalla prestazione a monte del debito e che non erano state emesse fatture in relazione all’intero importo, rendendo parzialmente dubbia la stessa certezza, liquidità ed esigibilità del credito». Risultato: il 21 agosto 2020 fu firmato l’annullamento in autotutela per ulteriori approfondimenti.

L’AMMISSIONE DA OLTRE 1 MILIONE
20 GIUGNO 2019, LA DICHIARAZIONE DI FALLIMENTO

Il tribunale di Terni

Esclusione totale

Nei mesi successivi nulla è cambiato e dunque l’Organo straordinario di liquidazione fa scendere il sipario sulla vicenda (l’istanza era stata presentata dall’allora liquidatore Cristiano Chiappafreddo, poi dal giugno 2019 è subentrato il curatore fallimentare Marco Bartolini). Come? Con il ‘no’ anche alla cifra deliberata due anni fa. Da ricordare che nella primavera del 2019 fu approvata la procedura semplificata nell’ambito del dissesto: i creditori ricevono il 60% della cifra oggetto di richiesta d’ammissione.

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