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Home » Elettrocarbonium, Narni diventa Sin?

Elettrocarbonium, Narni diventa Sin?

di Marco Torricelli
20 Gennaio 2016
in Dal territorio, Economia, Imprese, Lavoro, Politica
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
L'elettrocarbonium

L'elettrocarbonium

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Va a finire che è tutta una questione di sigle. Da quella di Sgl Group – l’acronino con il quale si identifica la multinazionale tedesca (Sgl viene utilizato dal 1992, quando si fusero Sigri (Germania) e Great Lakes Carbon (Usa) – a quella di Sin, ovvero Sito di interesse nazionale ai fini della bonifica.

Ministeri a confronto Perché il futuro dello stabilimento Elettrocarbonium di Narni potrebbe passare – questo il tentativo che si starebbe facendo – proprio dal riconoscimento delle condizioni che porterebbero a far considerare quello narnese come il quarantesimo Sito di interesse nazionale (in Umbria, attualmente, è riconosciuto come Sin quello di Papigno), cosa che provocherebbe un’autentica rivoluzione: le spese per la bonifica dell’area, infatti, non sarebbero più un problema sul quale dovrebbero confrontarsi Sgl e Morex (che gestisce il sito con il marchio Elettrocarbonium), ma si potrebbe attingere, via Ministero dell’ambiente, a cui si è rivolto quello del sviluppo economico, ai fondi europei.

Doppio risultato Se il giochino riuscisse, si otterrebbe un doppio risultato – decisivo per la salvezza e il possibile rilancio di Elettrocarbonium – sintetizzabile così: Sgl se la cava sborsando i sette milioni necessari per la ‘bonifica in continuità’ e portando a casa la manleva, cioè la liberatoria definitiva da possibili nuove richieste future; Morex diventa proprietaria del sito.

Le conseguenze A quel punto sarebbe ‘tutta discesa‘: con l’avvio dell’accordo di programma, il possibile ricorso ai fondi, un milione e 400 mila euro messi a disposizione dalla Regione e la riapertura delle linee di credito da parte delle banche, che consentirebbe a Michele Monachino di immettere a sua volta liquidità nei conti aziendali.

Il sindaco Francesco De Rebotti, il sindaco di Narni, ribadisce intanto i concetti espressi ieri a umbriaOn: «Morex resta l’unica possibilità al momento praticabile per garantire continuità produttiva e posti di lavoro. Noi continuiamo a lavorare per assicurare il mantenimento dei posti di lavoro, per tenere in vita un sito produttivo importante per il territorio e a livello internazionale, essendo un’eccellenza nel settore degli elettrodi, e per realizzare una politica ambientale efficace e positiva sotto tutti gli aspetti. Dall’incontro al Mise è emerso che potrebbero esserci margini perché Sgl possa valutare uno slittamento della data del 24 gennaio imposta inizialmente a Morex per la restituzione del sito produttivo. Ovvio che Morex dovrà sia formulare una richiesta formale, che impegnarsi a proseguire sui progetti industriali avviati».

La polemica A margine, ma nemmeno tanto, c’è da registrare una presa di posizione – che peraltro non ha avuto seguito – di un non meglio identificato ‘gruppo di lavoratori’ che; con una petizione nella quale si facevano oscuri riferimenti agli «interessi di alcuni a far naufragare il progetto», perché «palesemente interessati solo alla bonifica del sito come opportunita per trarne profitto» ed avendo «constatato degli interessi trasversali che hanno interessato anche alcune organizzazioni sindacali»; chiedevano di fatto di fare la lista dei buoni e dei cattivi, con questi utimi che non avrebbero dovuto prendere parte all’incontro al Mise.

 

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