di Fabrizio Framarini
Segretario regionale della Femca Cisl
Che quella della Elettrocarbonium sia una vertenza atipica, lo si è potuto notare anche poco tempo fa, quando era il Sindacato ad invocare il licenziamento dei lavoratori. Penso che questo paradosso sia sufficiente a rappresentare la situazione. Io credo invece che l’obiettivo del sindacato sia quello di fare la propria parte affinché nella fabbrica narnese si creino di nuovo le condizioni di re-industrializzazione e si concretizzino in posti di lavoro, perché purtroppo l’unica certezza che abbiamo oggi è che questi sono stati persi. Dobbiamo quindi valorizzare le cose che abbiamo e cercare di metterle a leva.
Se le guardassimo in maniera più distaccata vedremmo che di cose positive ce ne sono.
In primis il lungo iter innescato dalla conferenza dei servizi ha fissato a chiare note tempi e costi della bonifica in continuità produttiva. E questo, per chi ha vissuto le vicende della trattativa SGL/Elettrocarbonium, non è poca cosa a mio parere.
Se qualcuno quindi oggi ha la volontà di investire in quel sito, sa perfettamente come, in che tempi, e con quali costi, gestire tecnicamente questa procedura di tutela ambientale.
Seconda questione non di poco conto, è il fatto che SGL ci dice che ha ricevuto una manifestazione di interesse per la fabbrica.
Cosa oggi significhi ciò non lo sappiamo, ma se questo interessamento si trasformerà in una trattativa tra privati, in questa fase credo sia giusto , che rimanga tra privati.
Quello che però possiamo chiedere alla multinazionale tedesca è di valutare, con spirito costruttivo questa ed altre opportunità se si manifesteranno.
Alle Istituzioni invece possiamo semplicemente chiedere coesione ed impegno affinché portino un concreto contributo perché la fabbrica possa di nuovo riempirsi di lavoratori. Siccome non è facile, ma, come abbiamo visto, nemmeno impossibile che ciò accada, si smetta una volta per tutte, ognuno per quel che gli compete, di perdere tempo e concentriamoci su ciò che realmente conta.